La settimana è stata corta, iniziata con l’Epifania, e forse non ero del tutto pronta a questa quarta puntata di Masterchef Italia 9 arrivata a bussare alla mia tv un giorno prima del previsto. Così, oggi a pranzo, sono andata a mangiare al bistrot torinese di Cannavacciuolo, giusto per entrare un po’ nel mood dei giudicanti e giudicati più celebri d’Italia (della nostra esperienza al bistrot ve ne parleremo a breve su queste pagine, non dubitate). E così, eccomi pronta per affrontare una nuova sequela di prove, tra Mistery Box, Invention Test, la cara vecchia esterna (ma se ne sentiva davvero così tanto la mancanza?) e infine un Pressure Test di quelli che piacciono a noi, cattivelli quanto basta.
Ormai sapete come procedono le nostre pagelle e quindi, senza indugi, ecco i top e i flop di questo nuovo appuntamento di Masterchef Italia 9.
TOP
La Mistery Box
Dieci brodi diversi: gallina, manzo, dashi, funghi, verdure, molluschi eccetera. Perfino il Tom Kha Gai di pollo, il cui suono ha fatto ridere qualche concorrente così come succedeva a scuola quando la professoressa spiegava il funzionamento del pene (“ahahahah, ha detto pene”).
Un solo ordine: divertirsi e essere creativi. Che meraviglia, anche perché non possiamo che dare ragione a Bruno Barbieri, quando spiega alla Masterclass che “la cucina moderna ha fatto del brodo non solo un accompagnamento ma un vero protagonista del piatto”.
Antonio
Ci piace Antonio (ma è evidente che non piaccia altrettanto a tanti dei suoi colleghi), che quando tornava a casa dall’asilo, alle quattro del pomeriggio, chiedeva alla nonna di preparargli 30 tortellini in brodo. Era una “tanichetta” – ammette – ma alla fine è venuto su un ragazzone alto magro e bello, segno che forse mi faccio troppe paranoie io quando mi impunto con mio figlio e insisto che no, non avrà un secondo biscotto per merenda.
Luciano
Della nostra simpatia per Luciano, trascinatore delle folle e macchietta di questa edizione, vi abbiamo già detto. In questa puntata ha spiegato che lui, con i suoi colleghi concorrenti, brinda ogni giorno a “adda cuosa” , a “quella cosa”. Una delle cose belle della vita. Quella? Chiede Barbieri. No, non è quella. M’ha fatto ritornare giovane, a quando i miei amici tardo adolescenti e un po’ stupidi brindavano a “quella cosa che finisce per No”. E se avete avuto degli amici tardo adolescenti un po’ stupidi anche voi, sapete qual è il seguito della battuta.
Marco Martini
Lo chef romano, una stella Michelin, mi ha totalmente conquistata. Anzi, mi ha conquistata il suo “ricordo di pizza e mortazza” (tortelli di mortadella pizza bianca e pistacchi). È mezzanotte e mezza, sono a diverse centinaia di chilometri di distanza da Roma, ma devo capire come averne subito un piatto. Ora.
Andrea
Che tenerone il giovane e sbarbato Andrea, che arrotola le maniche della t-shirt per mostrare il suo virile tatuaggio sul braccio, e che di fronte a un potenziale timo-gate (chi ha copiato chi tra lui e Vincenzo?) ammette il suo torto. Viva la sincerità, eccheccavolo.
Marisa
Bellissima, capelli biondi e occhi azzurri, è determinata a dimostrare che “non è solo una bella faccina”. Urca se lo fa, un piatto dopo l’altro. Al momento, sicuramente una delle candidate alla vittoria. Viva le bionde con gli attributi (e con una sola frase, siamo riusciti a farci più nemici di quanti non ne abbia lei nella Masterclass).
Il Pressure test
Nove ingredienti scelti al buio dai concorrenti, senza che l’uno sapesse quelli presi dagli altri (più un decimo scelto dai giudici). Dal rafano alle ciliegie, dalla bottarga al mango. E fanno tutti un disastro. Boom. Così si fa, cari autori di Masterchef, ci piacete quando siete perfidi.
FLOP
Barbieri e il portamento
Se mia nonna avesse visto il modo in cui Barbieri tiene il cucchiaio, non ci sarebbe stato tortellino chiuso ad arte in grado di placare il suo sdegno. Ma come, un signore come lui, tutto completi firmati e bon ton, che assaggia le cose tenendo in mano una zappa?
Andrea
Lo sappiamo, era anche tra i top, ma ognuno ha momenti up e momenti down. Il suo flop è stato tentare di farsi notare personalizzando il piatto di uno stellato Michelin. Ma dico, cuore di mamma, hai mai guardato una puntata di Masterchef? È stato mai premiato l’estro creativo in una prova in cui si doveva replicare il piatto di uno stellato? Le basi dico, le basi.
L’esterna senza Bastianich
Lui era l’intermezzo comico durante quella rottura di scatole – diciamocelo, senza troppi mezzi termini – che a volte può essere il caos delle brigate che cucinano in esterna. Già ce lo immaginavamo, in questa esterna tra le risaie del vercellese, vestito da mondina, aggredito da migliaia di zanzare tigre, a prendere un po’ in giro in maniera politicamente scorretta i cinesi e la loro passione per il riso (magari finendo poi alla gogna come Gianluca Gorini). E invece, tutto il resto è noia. Joe, ci manchi.
Lo scambio di nomi
Super flop di Giorgio Locatelli che, durante la prova in esterna (in cui quaranta chef hanno assaggiato i piatti dei concorrenti), si rivolge al collega Ugo Alciati chiamandolo “Guido”, come il suo ristorante a Fontanafredda (CN). Una sineddoche culinaria di cui – evidentemente – nessuno si è accorto (ah, se siete arrugginiti con le figure retoriche, la sineddoche è la sostituzione della parte per il tutto, o viceversa).
I top e i flop sono finiti, la puntata di Masterchef settimanale pure, ma noi – come farebbe Marzullo – non vogliamo lasciarvi prima di avervi regalato una perla di saggezza. “Quando si va per fare del male alla fine si esce a pezzi, soprattutto se non si sanno usare le armi scelte”: un aforisma di Bruno Barbieri su cui esce dalla cucina di Masterchef Rossella la buona, a cui è scoppiata in mano la ciliegia che aveva scelto per mettere in difficoltà gli altri. E scusate se la scena sembra un po’ splatter: avevamo bisogno di qualcosa di forte prima di andare a dormire.