Ci siamo, signori miei, mancano appena due puntate alla finalissima di Masterchef Italia 9, che archivia stasera la decima puntata. Les jeux sont faits, rien ne va plus, mi verrebbe da dire facendo appello alla mia cultura del gioco d’azzardo che, come sapete dall’inizio di questa rubrica, si limita a una impietosa debacle al Mercante in Fiera natalizio e a un giro di pronostici su Masterchef totalmente sbagliati (ancor più totalmente dopo questa puntata).
Dunque, staremo a vedere, per capire se ci abbiamo preso almeno in parte sui finalisti che, secondo quanto da me dichiarato un mesetto fa, avrebbero dovuto essere Fabio, Francesca e Marisa, ma uno l’abbiamo già perso per strada molto prima dell’inizio di questa serata.
E ora che la fine si sta avvicinando, accendo la tele con un misto di sconforto e liberazione, un miscuglio di emozioni paragonabile solo a quelle vissute da un animatore a fine stagione. Tra una manciata di giovedì niente più gioca jouer, niente più essere il più figo della spiaggia e limonare facile grazie a una maglietta con scritto “staff”, niente più gioco aperitivo. Tradotto: niente più rito televisione – bicchiere di vino – divano, ma soprattutto dovrò rinunciare all’ebrezza del potere che mi danno i miei TOP e FLOP.
Quindi meglio approfittarne ora, in questa decima puntata di Masterchef Italia 9, cercando di essere il più cattiva possibile.
TOP
La scuola televisiva
Nicolò ammette che ha iniziato a cucinare guardando alla tv Gordon Ramsey, che gli ha fatto improvvisamente voglia di preparare un filetto alla Wellington. Che poi è la dimostrazione che la scuola dei talent e dei programmi culinari funziona, e avvicina realmente il grande pubblico alla cucina.
E comunque, io Nicolò lo capisco perfettamente: anche a me ogni volta che guardo un programma culinario in tv viene voglia di prendere il telefono e prenotare un tavolo al ristorante, o almeno di ordinare del cibo a domicilio.
Jeremy, fai di noi ciò che vuoi
Antonio è quello dell’emotività incontrollata. Un momento è sull’orlo di una crisi di nervi, un attimo dopo scherza divertito, poi si trasforma nel sergente Hartman di Full Metal Jacket e vorrebbe azzannare Maria Teresa. Un qualcosa che mi ricorda vagamente il periodo in cui ero incinta e il progesterone mi aveva tolto anche il più piccolo barlume di lucidità. Insomma, mio marito ha paura di Antonio, e se lo vede comparire sullo schermo scappa temendo che si rivolga a lui dicendogli: “Cosa? Hai detto che sono grassa?”. Se fosse un adolescente diremmo che è semplicemente in preda a una crisi ormonale, cosa che in effetti dimostra quando, dopo la vittoria della Mistery Box, fa la conoscenza dello chef Jeremy Chan.
E ciao.
“Già iniziamo bene”, dice, per poi lasciarsi andare a un tecnicissimo giudizio sulla sua cucina: “è beeelllooo”.
Come non capirti, Antonio, a noi aveva fatto lo stesso identico effetto lo chef Henrique Fogaça giusto qualche settimana fa.
Uno di noi, Antonio uno di noi.
Antò, se per caso non arrivi in finale, sappi che un posto libero sul mio divano per il gruppo d’ascolto di Masterchef c’è. Ti prometto di mostrarti la mia collezione delle foto degli chef più boni d’Italia.
Jeremy Chan (ancora)
Wow. Bono è bono, non c’è alcun dubbio, né per noi né per Antonio. Anzi, è bonissimo.
Ma non è questo il punto.
I suoi piatti sono spaziali. Una meraviglia. Platano con sale di lampone ed emulsione di peperoncino affumicato: ma che cos’è? Ispirato alla superficie di Marte, spiega.
Voi tutti, che guardate al Pianeta Terra, forse dovrete prendere appunti da questo ragazzo qui.
Lo skill test al posto dell’esterna
Lo abbiamo già detto quanto ci annoiano le esterne da quando non c’è più Joe Bastianich? Meglio un perfidissimo Skill Test, il test di abilità tecnica a eliminazione diretta.
FLOP
La crisi di Antonio
La Mistery Box contiene un taccuino dove scrivere una ricetta, solo che i concorrenti non sanno che non la dovranno preparare loro, bensì passarla a un compagno di squadra. Antonio riceve la ricetta di Luciano, e immediatamente va nel panico. Si strugge, si lamenta coi giudici, si fa prendere da risatine isteriche e si infila nella dispensa cercando invano un aiuto dal compagno di Masterclass. E poi arriva tra i migliori, e vince pure. C’è l’avete presente, sì, quel compagno di classe che piangeva disperato prima di prendere nove a ogni interrogazione? Quanto stava simpatico, a voi che veramente non avevate studiato?
Francesca cosa?
Cioè. Scusate. Che cosa significa che è uscita Francesca? State scherzando, vero?
Fino all’ultimo ho sperato di vederle mettere il grembiule nero, e finire al pressure test. Invece no. Francesca, devi abbandonare per sempre la cucina di Masterchef. E sia chiaro: non lo dico solo perché avevo scommesso tutto sulla sua vittoria e ora devo chiedere di essere pagata di più per questa rubrica, se voglio rimpolpare il mio salvadanaio in tempo per fare nuove scommesse sulla finale.
Chi scende, chi sale
Viva i colpi di scena, viva le narrazioni che prendono strade inaspettate. Luciano arranca (e poi esce), così come Marisa, che dà segni di cedimento. Per non parlare di Francesca (scusate, sono ancora sconvolta: ma come è possibile che sia uscita?). E invece Davide sorprende, ma soprattutto Nicolò sale, a sorpresa: zitto zitto, è quello che sembra crescere di più. Vuoi vedere che niente niente abbiamo scommesso sul cavallo sbagliato?
Post Scriptum:
È noto più o meno a chiunque che io sia una dalla lacrima facile. Facilissima, dopo il primo bicchiere di vino. Piango ogni volta che sento Ivana Spagna cantare “Il cerchio della vita”. Ho pianto tutte le lacrime che avevo per l’ultima puntata di “How I met your mother”. Ho pianto perfino l’anno scorso guardando Cristina d’Avena in concerto, quindi forse in effetti non faccio proprio testo. Ma che mi scendesse una lacrimuccia vedendo Masterchef non m’era mai successo. E invece l’addio di Luciano a chef Cannavacciuolo è stato commovente.
Addio Luciano, ci mancherà il tuo modo di usare il katsuobushi come un’imprecazione più che come un ingrediente.