Se quella di stasera è stata la puntata di Masterchef Italia più difficile dell’anno non è tanto perché ci ha impedito di guardare i Duran Duran, a cui francamente preferiamo sempre Dj Loca. E (ATTENZIONE SUPER SUPER SPOILER, ma se non avete visto la puntata che vi leggete le pagelle a fa’, dico io) non lo è nemmeno perché abbiamo visto uscire Donna Katia, che peraltro esce da vincitrice vera, dimostrando probabilmente di essere il personaggio più bello di questa edizione, lei e la sua idea balorda di cuocere il chorizo che già da crudo è super sapido. Con le vongole, poi. Mannaggia Katia che mi combini.
Detto ciò, quel che ci ha messo in difficoltà mentre di là cantavano CuoriciniCuoricini e noi ce lo perdevamo è veder vacillare pericolosamente Anna, a un passo dalla finale. Non scherziamo che qui è un attimo che provano a raccontarci che Mary è la prima della classe, ma noi siamo come Rose Villain che non crede che l’uomo sia stato sulla Luna e mica ci caschiamo ai complotti dei poteri forti.
C’hai provato, Masterchef, a fregarci pure stavolta, ma noi non dimentichiamo che Mary è quella che pensa che il sale sia stato inventato da Maillard e che non ha mai vinto un fico secco nonostante si sia sempre autoproclamata vincitrice.
A proposito: va bene la narrazione e le esigenze di sceneggiatura, eh, ma questi tre puntate fa manco sapevano cucinare una lasagna e mo’ all’improvviso sono pronti per fare da sous chef a Rasmus Munk. Anche un po’ meno, caro signor Masterchef, che qui si rischia di essere credibili quanto Fedez che fa la parte del povero cane bastonato sul palco dell’Ariston.
TOP
In un mondo di Jack io sono Ringo Ebbasta
Che bella la puntata Amarcord, quella in cui scopriamo che Simone da giovane era Dj Ringo…
Pensati fuori dalla Masterclass
…e Mary era Diavoletta87
Snow on the Sahara
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…e Anna era Angunn.
Beata gioventù
Ma che tenera l’entrata in scena della Masterclass di teenagers, con quell’odore di pubertà che si sentiva fino qui, e meno male che non gli hanno fatto vedere la foto di Anna da giovane se no chi li teneva più.
Riunione di redazione di Masterchef, ore 7 del mattino
“Carlo Conti ha un bambino che piange sul palco! E noi, che siamo, da meno? Presto, mettete immediatamente su la prova più strappalacrime di sempre, forza!”. “Cosa? Damiano David? Ma dove pensate di stare? Noi c’abbiamo Antonino Cannavacciuolo, ditegli di far piangere ‘sti ragazzi, come on!”
Rasmus Munk
Che poi che gli devi dire a Masterchef che ti porta in prima serata Rasmus Munk? Cioè, Rasmus Munk, numero 8 al mondo. Per dire, di là tra i super ospiti di stasera c’è Elettra Lamborghini eh.
Franco in versione Cappellaio Matto
C’era qualcuno che non invitava Franco alle feste. L’adolescenza fa schifo, Franco, come darti torto. Ma il bello è che passa, e poi quando finalmente è passata i ruoli si ribaltano: quelli che non venivano invitati alle feste si rivelano i più fighi. Perché come dice Alice, tutti i migliori sono matti.
FLOP
Mistificazioni della realtà
“Sono ordinato, preciso, dimmi tu quello che devo fare e prometto di farlo”. No, credetemi sulla parola: cucinare con un teenager a fianco non è per nulla quello che ci hanno fatto credere a Masterchef.
Friendzone
Lui che la vuole portare fuori a cena, lei che lo chiama patatone e poi corre tra le braccia di un altro: ecco, questa sì che è una rappresentazione veritiera di quello che succede quando sei adolescente.
L’occhio
“Volevamo un occhio che guardasse il cliente”. Oh, in effetti proprio zero ansia mangiare da Alchemist.
Gli scricchiolii di Donna Katia
La cucina olistica è il racconto di qualcosa che hai dentro: ed è quando Donna Katia mostra di avere dentro un “collo di gallina ‘mbuttunat” che dovevamo capire che non era la sua serata.
La saggezza poliglotta
“Old chicken make a good broth” ma anche “Between say and do there’s the sea” o, come diceva il buon Trapattoni “don’t say cat if you don’t have it in the sac”.
La dialettica
“Il piatto è bello, è veramente tanta roba”: tremate, narratori del cibo, che Jack vi sta col fiato sul collo.
Occasioni sprecate
Mentre di là Bianca Balti risponde a Carlo Conti che le donne possono essere d’esempio pure agli uomini, vedi un po’ tu, di qua rimane la sensazione che finché ascolteremo dire (da una super chef donna) che le donne ci mettono più cuore e gli uomini più tecnica, le donne stellate come Hélène Darroze rimarranno una minoranza.
Occasioni sprecate/ 2
Anche sentirla chiamare “la chef Helene” fa un po’ cascare le braccia, eh, chef Bruno. (Per dovere di cronaca, succede una sola volta, ma a Rasmus Munk non succede neanche una).