Io li capisco eh, quelli di Masterchef Italia 13: cene fuori, regali di Natale a gogo, panettoni, cene fuori, e poi i saldi, e chi come me sta pure ristrutturando casa. E le cene fuori. Metti questo e quello e poi alla fine ti ritrovi senza più soldi in tasca per pagare gli ospiti, e alla fine al posto di Jeremy Chan ti tocca chiamare due volte (o di più? chi può saperlo?) Davide Scabin, che è più vicino e magari viene via con il 3×2.
Ecco, immagino sia successo questo, perché altre motivazioni per non avermi ancora dato la puntata con Jeremy Chan io non ne vedo, e in generale non posso non notare una certa penuria di ospitoni in questa edizione del programma. In fondo, bastava togliere qualche seduta all’armocromista di Barbieri e i soldi per invitare Redzepi sarebbero saltati fuori. Io Bho.
Sta di fatto che per questa edizione di Masterchef girata in tempi di inflazione dobbiamo accontentarci di un sex symbol della cucina a basso costo, e dunque sia fatto largo a Settimino, che a quanto pare in questa puntata dà prova di tutto il suo savoir faire con le donne, mettendo a frutto anni e anni di esperienza passati a confonderle a suon di parole inventate (la paranza è una danza che ebbe origine sull’isola di Settimino che non vuole mai abbondanzare).
TOP
Il Cyber Egg
Sì, il Cyber Egg era indubbiamente una figata atomica.
Fuori dal coro
Per tutti, ma non per Settimino: a lui il Cyber Egg non è piaciuto per niente. Lui dice: “A me le cose mollicce non piacciono, preferisco le cose di sostanza” e noi sentiamo: “Oh, ce robb jè chess? l’Ueve jiinde a la cart. Ma vattínne, va, chiammind a ‘sti scem”. Ne deve ancora mangiare di uova, Scabin, per arrivare a comprendere Settimino.
L’uovo
Là dove l’occhio comune vede un uovo, Settimino vede un oggetto “c’a form perfett, ma che comunque è state fatt cu cul”.
Passare alla storia è sempre la scelta giusta
Settimino come il signor Giancarlo: è lì che può dare la risposta giusta o passare alla storia per aver scambiato un porro per un salame, o una seppia per uno spezzatino con l’osso, o la stracciatella per del pomodoro. E ovviamente, fa l’unica scelta da fare.
Galeotta fu la faraona
Le migliori storie d’amore nascono sempre così: ci si sta irrimediabilmente sulle uova, e poi, alla fine, si riesce a strappare alla bella fanciulla un sorriso d’apprezzamento per niente tirato e totalmente spontaneo.
Je suis (again) Antonino
Io ogni volta che vedo arrivarmi addosso una nuova responsabilità.
Masterchef in love
Io ogni giovedì mattina quando mi sveglio e so che sarà un altro Masterchef Day.
La sincerità
Io ogni volta che uno chef mi dice “Volevo proprio farti provare questo piatto che ho ideato, e che nessuno capisce davvero: cosa ne pensi tu, sinceramente?”
L’umiltà
Io ogni giovedì sera quando pubblico le pagelle di Masterchef.
L’umiltà / parte seconda
Io se mai un giorno decidessi di iscrivermi a Tinder.
FLOP
Arbitro! Guardalinee! Carabinieri!
Se pensavate di avere delle certezze nella vita, be’, sappiate che per la prima Red Mistery Box della storia Bruno Barbieri non si è vestito di rosso.
Ce iè?
Catcalling Settimino, quel bacetto lì si chiama Catcalling.
Eravamo io, Mark Iuliano, Nicola Amoruso, Rupert Sciamenna, Ivo Avido e il signor Giancarlo della Ruota della Fortuna
C’è stato un passato in cui andavo allo stadio più o meno sempre. Ai tempi Mark Iuliano e Nicola Amoruso sono spesso stati nei miei pensieri. E oh, io avrò sempre avuto un sesto senso, ma capitava molte volte, in effetti, che li invitassi gentilmente ed educatamente ad andare a giocare a padel.
No ma io sto zitta a ‘sto giro
Michela come me ogni giovedì quando mi appresto a scrivere le pagelle di Masterchef.
Alla faccia del Cyber Egg
Michela propone di mettere le sovracosce di pollo a cuocere nel brodo, per poi sfilacciarle in insalata. Niccolò, perplesso, le chiede: “Ma sei sicura che l’hai già fatto?”. Oh, e meno male che parliamo dei migliori cuochi amatoriali d’Italia: mica lo sapevo io che a casa mia ogni volta che facevo l’insalata di pollo stavo preparando una ricetta da Masterchef.
Grandi amicizie
“Forza Michela, togliti tutti i sassolini dalla scarpa”. “No chef, me li tengo, perché poi li lancio”. Apposto.
La schizofrenia emotiva
Ci piacerebbe fare un riassunto di quali sono le amicizie e quali i dissapori di questa edizione di Masterchef, ma la verità è che mai come quest’anno, tra gente che si ama, gente che si odia, gente che sale le scale mano nella mano ma litiga pure per come si pulisce un gambero, gente che si piace, si strizza i capezzoli, si bacia e gente che si infligge le penalità più severe, noi alziamo le mani: non ci capiamo davvero una mazzancolla. L’unica cosa che ci sentiamo di consigliare è di levare i coltelli di mezzo.