Come on! Direbbe Giorgio Locatelli, che è sempre più il mio preferito dei tre giudici di Masterchef Italia 13 (anche se come si fa a scegliere quando sono tutti e tre così adorabili?). Il buonumore immotivato è dettato dal fatto che finalmente, dopo i live cooking, Masterchef entra nel vivo, e quindi sì, in effetti è immotivato. Però almeno si è scoperto chi era il giudice ombra dietro al vetro in stile Nove settimane e mezzo, e meno male perché dal dubbio non ci stavo dormendo la notte. D’altronde, parliamo del segreto meglio conservato della storia dopo quello su come faranno i Ferragnez a uscire dalla crisi del pandoro.
TOP
Dorotea Bobbit
Il compito di portare la giusta dose di doppi sensi sul sesso in questa puntata di Masterchef arriva così, a puntata appena iniziata, con la californiana Dorotea, che senza troppi giri di parole minaccia di tagliare il pisello al suo fidanzato nel caso in cui lui guardi qualche altra ragazza. Trent’anni fa Lorena Bobbit aveva gettato quello del marito in un campo, dopo esserselo portato dietro per un po’ mentre guidava. C’è da sperare che quello del suo fidanzato non sia finito grattugiato nel piatto di spaghetti che hanno assaggiato gli chef.
Fräulein Michela
Michela, arrivata da Bolzano con il suo carico di ultrasicurezza e aglio orsino raccolto vicino casa per riempire gli gnocchi, è chiaramente a Masterchef per sfatare ogni falso mito sulla freddezza degli Altoatesini. Cannavacciuolo non ha sentito la carezza nel suo piatto (eppure, era stato presentato in maniera così dolce…) ma, a giudicare da come lei gliel’ha giurata con lo sguardo quando l’ha rimandata a settembre con il grembiule grigio, se non fa attenzione presto sentirà un pugno.
Tieni ‘e corn?
Michela è la prima dei finalisti giunti allo stress test a finire nella Masterclass con il grembiule bianco. Non prima però di aver dato dello scurnacchiato a Cannavacciuolo, o forse abbiamo capito male noi.
San Settimino
La moltiplicazione dei pani e dei pesci è roba da dilettanti: San Settimino il pizzicagnolo riesce a far stare insieme i sufflì, versione barese dei supplì, senza manco metterci un po’ d’uovo. Ed ecco così la quota miracolata della Maserclass (che siamo certi ci darà soddisfazioni).
La Golden Pin
Si appunta sul grembiule da chef e garantisce l’immunità anche in caso di incredibili scivoloni culinari? Cos’è? (Abbassi immediatamente la mano chi ha detto Stella Michelin).
Le capacità artistiche degli chef
Scusate, ma solo io quando disegno qualcosa suscito l’ilarità perfino dei miei figli? No perché qui tutti aspiranti Van Gogh, altro che Masterchef. Mah. Meno male che c’è Settimino a tenere alta la bandiera di noi diversamente artisti.
Eleonora
Je suis Eleonora. Non so quand’è che ho iniziato a fare la svampita, ma ormai fa parte di me. #ADOROTOTALE, come insegna Alice facendomi sanguinare le orecchie.
FLOP
Marco Vacchi
Ci piaceva un sacco eh, Marco da Milano che ama il ritmo della notte e ha dato tutto sul kitchen floor. Probabilmente se non è andata è perché i giudici da lui si aspettavano di assaggiare il kebhouze, o forse perché non avevano così voglia di provare un risotto con cui lui sostiene di aver avuto un rapporto fisico, e dagli torto. E invece loro sono dei professionisti, e gli è toccato comunque il “risotto a luci rosse”, che a dispetto del nome aveva evidentemente la stessa carica erotica di un balletto di Gianluca Vacchi.
Il mistero del giudice ombra
Oh, ma qualcuno di voi se lo aspettava che il giudice ombra fosse Davide Scabin? INCREDIBILE.
La morte nera
Un giorno qualcuno mi dovrà spiegare questa incredibile tendenza di alcuni chef amici di Masterchef di assomigliare all’Imperatore Palpatine man mano che vanno avanti negli anni.
L’abbraccio di Giuda
Hai presente quando il capo ti chiede di lavorare il giorno di Natale per un’urgenza pazzesca, ma poi ti ringrazia tanto tantissimo tantissimissimo? Ecco, la faccia è esattamente la stessa che fa Fiorenza mentre Kassandra la abbraccia ringraziandola per non essere entrata nella Masterclass, così magari c’è ancora posto per lei.
L’orecchia di elefante alla piemontese
È creativa, Veronica, e siccome viene da un posto in cui si mangia la carne cruda pure a colazione, decide di rivisitare l’orecchia di elefante e di farne una versione cruda, sostenendo che in Piemonte la carne si mangia così. E Davide Scabin e Bruno Barbieri prendono appunti.
Daghel Al Terun
Che Michela non avesse tutto questo amore per il Sud lo avevamo in qualche modo intuito, ai live cooking, quando aveva raccontato della sua quasi suocera meridionale che la svegliava all’alba obbligandola a imparare a cucinare per il suo quasi marito meridionale, causando la sua fuga di ritorno al Nord il giorno stesso delle nozze. Nel caso avessimo ancora qualche dubbio, ci ha pensato immediatamente lei a dissiparlo, mostrando una strana idiosincrasia per la meridionalissima melanzana, che evidentemente le ricordava troppo la parmigiana della sua quasi suocera per utilizzarla. Meglio semmai le più altoatesine (?) zucchine.