Prima di iniziare con le pagelle di questa settima puntata della masterclass di Masterchef Italia 12, c’è bisogno di una piccola premessa.
Non c’è davvero dubbio che questa sia una rubrica leggera. Un divertissement, una stupidaggine, senza alcuna voglia di prendersi sul serio.
Eppure, questa settimana, tocca iniziare con un pippone. E vi conviene leggerlo tutto, se volete godervi i soliti Top e Flop.
Adoro Masterchef. Adoro il modo in cui è fatto, la maniera in cui porta nell’enterteinment l’alta cultura gastronomica, la professionalità con cui tutto viene messo in piedi. Adoro i tre giudici, questi e quelli passati, le loro personalità, le loro abilità, adoro follemente (giuro!) i vestiti di Bruno Barbieri e pure l’italiano claudicante di Cannavacciuolo. Adoro pure i concorrenti, ma davvero eh, anche Francescone e addirittura Sara, che mi danno materiale per scrivere questa rubrica. Sono pazza di Jeremy Chan al punto di sognarmelo la notte, ma questa è un’altra storia e forse non c’era manco bisogno di specificarlo.
Insomma, non dovrei neanche spiegarvi che se Masterchef non mi piacesse, non starei qua da anni a usare il mio giovedì sera in questo modo.
Perché sento il bisogno di mettere le mani avanti, allora? Perché mi pare che quest’anno tutto e tutti si stiano prendendo un po’ troppo sul serio. Francesco 1 che esce chiedendo ai giudici più rispetto per i concorrenti. Silvia che esce accusando Barbieri di averla offesa. Le mie pagelle che talvolta sembrano un filo troppo cattive. Insomma, ragazzi, è un gioco, e vale la pena di giocarci finché le regole sono chiare a tutti.
Ci sono una serie di persone che vanno in tv, e per effetto dell’enorme potere dello schermo si mettono alla mercé di altri, che stanno lì a giudicarli, spesso con qualche parola cattivella, ché la cattiveria ogni tanto fa pure ridere. Vi ricorda qualcosa? È la trama di Masterchef, ed è pure quella delle mie pagelle.
Quindi, signore e signori, giochiamo, ché siamo qui per questo. E sappiate che alla fine, nonostante non sembri, vi amo tutti quanti, voi e le vostre Mistery Box. Quindi, sarà l’effetto Jeremy Chan, sarà l’effetto San Valentino, ma queste sono le pagelle dell’amore, e cercate di non abituarvi troppo.
TOP
Guinnes World Record
“Io ai ristoranti quando leggo vegetariano cambio pagina”. Ci vogliono esattamente cinque minuti e diciassette secondi perché Francesco riesca a farmi ricredere sulla volontà di fare le pagelle dell’amore. Signore e signori, è Guinness World Record.
‘O secchio r’a munnezza
Invece, ribadisco e confermo il mio amore folle per Cannavacciuolo. E lo ringrazio, ma tanto. Quella pasta lì, “‘O sicchio r’a munnezza” , mi ricorda la mia nonna, e mi scalda il cuore. E me la preparo pure io, quando non so bene cosa cucinare. Ma non avevo idea che fosse un piatto tradizionale campano, né che si chiamasse così. Lo vedete ora perché adoro Masterchef?
Le emozioni
Un altro dei motivi per cui adoro Masterchef è il fatto che racconti come il cibo possa essere veicolo di emozioni. Soprattutto in Italia, dove questa cosa è l’essenza stessa del nostro modo di mangiare. Ma anche in Vietnam, evidentemente: la commozione di Hue, ma anche di altri, nel cucinare, è cosa vera, pure se patinata all’interno di un programma (e non serve andare a cercare le lacrime altrove, è il caso di ricordarlo, in vista della puntata Carramba che sorpresa con i parenti lontani con cui riconciliarsi).
La dolcezza di Locatelli
“Lo sai che quando vedo qualcuno piangere mi si spacca il cuore”. Locatelli è diventato in poco tempo un pilastro imperdibile del programma, e questo è il motivo per cui lo adoro.
L’eleganza di Barbieri
La verità – che mi sentirete dire solo questa volta, poi tornerò irrimediabilmente perfida – è che l’eleganza di Bruno Barbieri è quella cosa che ha permesso ai cuochi di tutto il mondo, nell’immaginario comune, di non essere quella roba in canotta macchiata e stuzzicadente tra i denti. Quindi, in fin dei conti, dobbiamo ringraziare lui (e Carlo Cracco) se oggi abbiamo una generazione di Jeremy Chan.
Mattia
Una via di mezzo tra il Papa, Babbo Natale e Albus Silente, Mattia si è ritagliato un ruolo tutto suo, dove ha una parola buona per tutti e coglie il lato positivo di ognuno. E così, zitto zitto, si fa largo verso la direzione di Hogwarts.
Uè
Ne abbiamo già parlato vero, del fatto che Cannavacciuolo ha messo il veto su un’eventuale cacciata di Hue prima che lui abbia esaurito tutte le gag dove la chiama come fosse un intercalare napoletano?
FLOP
In fondo al mar
Giuro che io questa settimana voglio bene a tutti, autori e fonici compresi…ma la scelta della musica della Sirenetta Disney sull’entrata di Gianluca Fusto me la dovete spiegare, eh.
La pasta
La storia di Masterchef insegna: è sulle cose su semplici che cadono tutti. Altrimenti poi come faremmo il giorno dopo a dire che siamo più bravi noi? Cioè, in effetti che sia più brava io di Ollivier a risottare la pasta non c’è dubbio. E non ditemi che la pasta di Nicola era troppo spessa, ché sua mamma l’avrebbe approvata: lei è abituata per merenda a sgranocchiare dodici foglie di lasagne sovrapposti.
Il fallimento della cordata
Eppure negli anni qualcosa la vicenda Alitalia avrebbe pure dovuto insegnarcelo.
‘O puparuolo
Alessandro Cattelan, la prossima volta che vuoi davvero sfidare qualcuno a una guerra di peperoncini, passa da Francesco, che se non hai digerito il Carolina Reaper figurati quanto possono rimanerti sullo stomaco i suoi.
La strega della polenta
La sua ricetta segreta? Un po’ di burro, un po’ di erba gramigna, e un generoso pizzico di rancore e fastidio, più un tocco di peperoncino di Francesco.
‘St Antonino
Heidi, sai chi ti saluta?
Vade retro
L’eliminazione è troppo poco, per uno che con quello sguardo lì parla di preparare una “pasta bella morbida”.