Tra guerra, crisi energetica, aumento dei costi, Covid, riscaldamento climatico eccetera eccetera eccetera, c’è da dire che questo 2023 inizia con pochissime certezze per tutti, perfino per Masterchef Italia 12. Se anche voi, come chiunque, sentite il disperato bisogno di aggrapparvi a qualcosa di solido e immutabile, con questa seconda puntata della Masterclass avrete ormai capito che nulla come l’antipatia di Sara può fare al caso vostro.
Una che, tra risposte non richieste e rosicate per chiunque presenti un piatto vagamente mangiabile, sta mettendo a dura prova perfino il “buono” Giorgio Locatelli, che è lì che si concentra sul pattern da enciclopedia dell’erboristeria della giacca di Bruno Barbieri pensando insistentemente al suo prato fiorito interiore per non cadere nella tentazione di piantare una bestemmia in inglese, ché tanto chi vuoi che lo capisca.
Impossibile metterla nei Top, troppo scontato metterla nei Flop: Sara sta a questo programma come la grattata d’aglio sulla sua cotoletta. Fa la differenza, in effetti, ma avresti preferito che non ci fosse.
Spiace solo che non sia passata sotto la scure di Davide Scabin, che per questa puntata si trasforma in palla da bowling e fa fuori i concorrenti come fossero birilli. E perciò non può che finire nei Top.
TOP
Davide Scabin
Su Davide Scabin forse hanno ragione giudici e concorrenti, che si mettono a piangere commossi ripensando alle sue lasagne finite sulla Luna. Probabilmente ha ragione pure Uè (niente, ormai lo scriverò così fino alla fine di questa edizione), che sostiene candidamente, fingendo poca conoscenza della lingua italiana, che lo chef del fu Combal.Zero sia un po’ come suo nonno: troppo vecchio e troppo poco ricco per andare bene come marito. In fondo, solo lui può arrivare a Masterchef con un piatto di gnocchi al pesto e una cotoletta alla pizzaiola, mandando a calci nel sedere via un concorrente dopo l’altro. Sta di fatto che nelle vesti di giudice funziona, eccome. Lo tengano presente gli autori di Masterchef in caso di nuova influenza intestinale fulminante di uno dei tre giudici.
La Masterclass pasticciona
Che poi, alla fine, a questa Masterclass di cicci pasticci non è possibile non affezionarsi. Impossibile non cascare nella trappola del transfert emotivo quando questi, che dovrebbero essere i migliori cuochi amatoriali d’Italia, cucinano per la prova della vita impiastricciandosi la faccia ora di farina ora di cucuzzielli. Perfino Sara è una di noi, quando ammette di essersi sognata tacos e salse: io, in fondo, la notte scorsa mi sono sognata a pentolata di fonduta che mi hanno rifilato in Francia con la scusa che sono Francesi, e oh, vuoi non mangiarti due quintali di formaggio fuso quando arrivi in un ristorante?
Rachele
Ex bambina prodigio, a dieci anni è già arrivata al top della sua carriera, lavorando con i migliori e sfiorando obiettivi che gli adulti normalmente si sognano. Poi, qualche anno dopo aver svoltato con E.T., la sua vita ha preso una strada pericolosa. Quella di Masterchef.
La Milanese alla napoletana
Nata – racconta Scabin – per “salvare” una milanese maldestramente bruciata. Praticamente se l’è inventata un Cucinaremalista, che non aveva a portata di mano lo zucchero a velo.
FLOP
Letizia
Non vogliamo davvero sapere in quale ospedale si sia operato di appendicite Cannavacciuolo, se un piatto come “La mia Patong” gli ricorda i giorni di convalescenza. Vai Letizia, e insegna al mondo là fuori il potere dei doppi sensi fatti con ingenuità.
Bary Cooper
Nel delirio generale che ogni tanto regna a Masterchef senza che nessuno alzi la mano e dica “che cavolo state a fa’”, ormai il Bradley Cooper de noantri è diventato Gary Cooper, o forse Bary Cooper, o ancora più probabilmente Pery Cooper: alla fine, tra la dizione Cannavacciuolesca e un Francesco totalmente senza voce dopo un Capodanno a cui il vostro io tamarro avrebbe voluto certamente partecipare è difficile capire davvero cosa stiano dicendo.
Francesco
Ma quanto è simpatico ragazzi Francesco che per una puntata potrebbe dare tregua a noi e alle sue corde vocali e invece no, lui è geloso della popolarità di Pery Cooper e decide di replicare una scena inutilmente mielosa di Love Actually.
La versione di Barbieri
Che bello se Bruno Barbieri non fosse bollito come dice Ivana e avesse ragione e le lacrime bastassero a far fuoriuscire tutti i liquidi che uno ha in corpo. La mia ritenzione idrica ringrazierebbe.