Ahahha. Prima di questa quarta puntata di Masterchef Italia 10, vi ho lasciato con le ultime parole famose. “Non sarà lui a vincere, ma di certo arriverà lontano”, dicevo appena una settimana fa a proposito di Irish, promettente concorrente della Masterclass.
E, come tradizione vuole, non ci ho preso manco per niente, e Irish in questa puntata ci saluta. Con grande stupore di tutti quanti, c’è da dire a mia discolpa, e con la massima di Locatelli che spiega che “è solo l’ultimo piatto che porti al pass quello che conta”.
Ora. Visto che vorrei evitare di avere addosso la lettera scarlatta “P” di Portasfiga, spiego a tutti come stanno le cose (o almeno come voglio credere che stiano). Non sono io che porto rogna, non sono io che da anni a questa parte non azzecco mezza previsione sui concorrenti di Masterchef. È il format che ha una narrazione sapientissima e porta lo spettatore per mano in un saliscendi di attenzione verso l’uno o verso l’altro. Tutto abilmente studiato per creare stupore e suspance: ti faccio vedere quanto è bravo un concorrente, e la puntata dopo lo distruggo. Ricordiamoci sempre che noi i piatti non li assaggiamo, e giudichiamo in base a quello che ci fanno vedere, ma chi è davvero bravo lo sanno solo i tre giudici.
Ecco. Mettiamola così, almeno in una volta sola mi sono tolta dall’imbarazzo di tifare sempre per quelli sbagliati e ho pure fatto una sviolinata agli autori di Masterchef, ché non si sa mai che un giorno abbia bisogno di un piano B nella mia vita.
Detto ciò, per evitare di essere linciata, questa settimana mi limiterò ai Top e ai Flop della puntata, senza lanciarmi in pronostici. O forse sì: ma l’avete visto quanto è brava, zitta zitta, l’algida Azzurra?
TOP
Oltre la Michelin
Bella l’idea di Masterchef di non fermarsi solo ai nomi noti già premiati con le stelle Michelin, ma di fare un po’ di scouting tra i talenti emergenti della cucina italiana, invitando Stella Shi del Cu_Cina di Roma e Solaika Marrocco del Primo Restaurant di Lecce. La meglio gioventù, e pure al femminile.
La stupidera
Oh, non so voi, ma io con Cannavacciuolo che imitava i colleghi ho riso per davvero. Di gusto.
Il metodo frullatore
“Quando non sa che fare, lui mette gli ingredienti nel frullatore”. Hai presente quando qualcuno dice qualcosa e tu ti senti toccato nel profondo, perché parla proprio di te e della cena salvata in corner stasera con una frullata ad effetto? Ecco, del tutto inaspettata, arriva l’empatia con Aquila, che improvvisamente diventa tutti noi.
La cattiveria
Daiana ne ha una per tutti: lancia frecciatine sotto voce, poi Valeria le fischia e lei le dà della campagnola. Insomma, come ogni anno all’interno della Masterclass è già tempo di guerra. E io, con un filo d’imbarazzo, lo ammetto: questo aspetto da Grande Fratello, di tanto in tanto, mi diverte. Coraggio, tirate fuori tutta la cattiveria che avete, che io faccio scorta di pop corn.
Lo Skill Test
Se mi chiedessero se preferisco lo Skill Test all’accoppiata Esterna + Pressure, non avrei dubbi. Lo Skill Test è come un lunghissimo Pressure, molto più avvincente ed emozionante. Ma non tutti i gusti sono alla menta, e probabilmente la cosa migliore è fare a turno, una puntata in esterna e una in studio, come sembrano voler fare quest’anno.
La trattoria Cavolini
Non so voi, ma io in questa trattoria di Cristiano, omone buono dal gran palato, non vedo l’ora di andarci.
FLOP
La dizione
C’è chi dice “sief”. Chi “cef”. Andiamo, “chef” non è una parola così difficile da pronunciare. Ma nulla al confronto della parlata di Valeria che – non me ne voglia – è probabilmente il vero motivo per cui tutti ce l’hanno con lei e la vogliono fuori dalla Masterclass. Mi viene il dubbio che i concorrenti siano stati scelti per non far sfigurare il buon Cannavacciuolo e la sua dizione.
La stupidera / 2
Ditecelo, per piacere, se il criterio per la scelta degli ingredienti delle prove è la possibilità di fare battutine stupide e giochi di parole sconci. No, perché avevo già avuto il sospetto a settimana scorsa, tra Figata, Pompia e banane; ma questa settimana, con gli gnocchi che si trasformano in gnocca, ne ho la pressoché totale certezza.
Antonio il copione (mal riuscito)
Ah, ma allora Antonio a Villa Crespi c’è stato, e pure più di una volta! La volta scorsa, vedendo la sua triglia che voleva omaggiare Cannavacciuolo ma lo ha invece inorridito, avevo pensato che non avesse studiato abbastanza la cucina dello chef. E invece ci riprova di nuovo con gli gnocchi, citando un piatto che ha mangiato proprio sul Lago d’Orta, nel suo ristorante due stelle Michelin. Ma evidentemente anche stavolta non deve essere andata benissimo, quantomeno a giudicare dal fatto che non è stato chiamato tra i migliori. Antò, dai retta a me: ispirati a qualcun altro.
Monir il copione (basic)
Per esempio, caro Antonio, puoi imparare da Monir. Lui sceglie di ispirarsi a Barbieri, e di omaggiarlo addirittura con una bella cialda di parmigiano. E per un attimo, negli occhi di Barbieri, leggiamo la consapevolezza di aver esagerato a fare video ricette per casalinghe annoiate.
Deux fritures
Ma abbiamo sentito bene? Alzi la mano chi ha avuto l’idea di mettere la musica di Gomorra quando i giudici hanno messo sul tavolo l’ingrediente dello Skill Test, la farina. Se era una sottile allusione alla farina che ogni giorno entra in tante insospettabili cucine, non vogliamo prenderci la responsabilità di averla fatta noi.