Nel caso in cui stasera abbiate avuto di meglio da fare che struggervi per le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del PD, non vi restavano che due alternative: guardare la finale di Masterchef Italia 10 o la terza serata di Sanremo.
Inutile che vi dica quale ho scelto io, ma proprio senza neanche battere ciglio, sicura che gli outfit di Bruno Barbieri per l’occasione non avrebbero avuto nulla da invidiare al vestito da Jessica Rabbit sfoggiato da Elodie; che Antonino Cannavacciuolo sarebbe stato capace di farmi più ridere di un Fiorello privato del suo pubblico e che perfino i giudici di Masterchef avrebbero saputo essere più naturali di Zlatan Ibrahimović sul palco dell’Ariston. E poi oh, ho sempre confidato sul fatto che Monir avrebbe saputo essere il nostro Bugo e che Federica da casa avrebbe rosicato come in questi giorni sta facendo Morgan.
Perciò, cominciamo. Here we go, ecco gli ultimi TOP e FLOP di questa stagione di Masterchef Italia 10.
Partendo dal fatto (e manco ve lo metto nei TOP, per non fare la figura di una Federica qualunque che si loda e si imbroda) che per il secondo anno consecutivo ho azzeccato il pronostico sul vincitore. Zio Bricco.
TOP
La presenza di Monir in finale
Che poi, diciamoci la verità. Tutti quanti noi cominciamo questa finale sapendo che la presenza di Monir salta all’occhio tanto quanto un palloncino a forma di pene seduto tra il pubblico dell’Ariston.
Monir ce prova (nun se sa mai…)
Più della tensione potè l’ormone. Non che Monir si sia mai distinto per la capacità di concentrarsi, ma alla vigilia dell’ultima puntata (seppur registrata), lui c’ha in mente solo una cosa, che inizia per F ma non è la Finale.
Irene
La super Iridella è la prima a finire in finale. Quando è iniziato Masterchef (ma pure fino alla scorsa puntata) all’idea che la tenera Irene fosse un pericolo tutti si sarebbero fatti una risata. Eppure Pupo ed Emanuele Filiberto, che a Sanremo 2010 arrivarono secondi, avrebbero dovuto insegnare al mondo che nulla, ma proprio nulla, può essere dato per scontato.
Max Pezzali
Qualcuno regali un abbonamento Spotify premium a Monir, che è costretto a cucinare a casa ascoltando la playlist degli 883, forse nella speranza (plausibile, in effetti) di potersi reinventare come nuovo Mauro Repetto nel caso gli vada male a Masterchef.
I testimoni della ‘nduja
Come sempre, pure quest’anno Masterchef è multietnico, multiculturale, arcobaleno. E non ha alcun pregiudizio di etnia o religione. Nemmeno nei confronti dello strano culto che, ad ascoltare Antonio Cannavacciuolo, impedisce a Monir di utilizzare la ‘nduja.
EDIT: visto che qualcuno ha voluto sottolinearlo, abbiamo capito anche noi che i musulmani non possono mangiare carne di maiale. Semplicemente, la battuta era relativa al fatto che il problema religioso potesse essere proprio la ‘nduja. Detto ciò, ragazzi, fatevela una risata, che a prendervi troppo sul serio domani vi svegliate tutti Antonio.
Monir l’organizzato
“Hai una mente organizzata o creativa?”, chiede a Monir Mauro Colagreco. “Organizzata”, risponde lui. E niente, fa già ridere così, senza neanche rievocare il disastro di vetri rotti appena combinato durante la prova.
Le bugie che portano bene
Monir, bluffando completamente sulla sua proverbiale capacità di preparare la gelatina, evita il San Pietro nero. Che probabilmente tanto non gli avrebbero potuto assegnare per motivi di religione.
Highlander
Monir, bello de mamma vale, l’unico che c’aveva creduto, alla fine, era Giorgio Locatelli. E, nonostante la tua cucina di cuore, non sei riuscito a convincere quel gran zignore dello giev Mauro Colagreco, vai a capire perché. Grazie Monir, per aver reso molto, ma molto più facile la scelta di guardare Masterchef stasera anziché Sanremo.
Cavolini
Cavolini, per la finale di Masterchef, piange. Perché va bene Monir in finale, ma nella vita c’è bisogno di certezze.
Maxwell
Per cortesia qualcuno porti un defibrillatore a Masterchef, che abbiamo visto Maxwell sull’orlo di un infarto quando ha visto lo spacco di Ilda.
Aquila
Federica più di una volta è stata accusata di copiare. Antonio ha tentato di omaggiare gli chef più volte, riproducendone i piatti con risultati discutibili. Aquila presenta i gyoza come gli ha insegnato Jia Bi, e voi levatevi il cappello perché è da qui che si vede la differenza tra un campione e un copione.
Tappeto volante
Triplo urrà per me che finalmente, dopo non averci dormito una settimana, ho finalmente avuto l’illuminazione su chi sia in realtà il papà di Antonio: Luciano Rispoli.
FLOP
Antonio
Va bene ridimensionare i propri orizzonti e avere degli obiettivi concretamente raggiungibili: ma Antonio, suvvia. Davvero studiarsi l’Artusi a memoria, prendere a gomitate tutti i colleghi della Masterclass e inimicarsi mezza Italia per aprirti una pescheria?
I predatori della ricetta perduta
Monir delude profondamente tutti noi, che ci saremmo aspettati di vederlo fare una mossa in stile Indiana Jones mentre il muro che li divideva da Chicco Cerea che cucinava si alzava lentamente.
Il cast di serie B
Piccini quelli della produzione di Masterchef, che per far sì che la finale non avesse nulla da invidiare a Sanremo, hanno completato la trasformazione di Aquila da Salt Bae a Zlatan Ibrahimović. Masterchef, welcome to Aquila.
L’eleganza
E così Barbieri, per la finale della serata, ha deciso di deliziarci con un meraviglioso completo in total fucsia. Nulla da dire eh, ma a sto punto vogliamo vedere la farfallina tatuata sull’inguine.
Alien
Antonio, per la finale, tira fuori tutto quello che ha dentro. E per l’antipasto serve ai giudici un piatto di Alien.
Trenitalia
Il papà di Aquila, per sottolineare quanto il figlio vada forte nell’ultima prova, lo paragona a un Frecciarossa. E infatti, sul primo piatto, arriva con un’ora di ritardo.
Emmobbastaveramente
A un certo punto degli assaggi Cannavacciuolo sbotta: “dai su, basta criticare, ora godiamoci la cucina”. Pure lui ne ha piene le tasche e ha bisogno di bersi una birra con gli amici. Dagli torto, dopo mesi di zone arancio-rosse-nere. Facciamo così, Antonino: prossimo Masterchef cena, risate, due chiacchiere e non si parla di cucina, ok?