Come sempre gli autori di Masterchef 11 ci hanno visto lungo, più lungo che Cannavacciuolo con gli occhiali di Bruno, e hanno capito che mai come in questo periodo il supporto psicologico è prezioso. Così, a tutti noi chiusi in casa tra DAD, smartworking, quarantene, tamponi e chi più ne ha più ne metta ha deciso di regalare il supporto di un Bruno Barbieri in gran spolvero, che decide di concludere la puntata così come l’ha cominciata, da assoluto protagonista, e trasforma i saluti finali in una sorta di seduta di psicoterapia collettiva, o forse in una messa.
Quel discorso lì, sull’usare il lato oscuro per crescere, trasforma per un attimo Barbieri in Yoda o, se il paragone vi è più congeniale, in Don Barbieri, e d’altronde è lui che può mandare i concorrenti nel paradiso della balconata.
E ora, cari tutti, andate in Pace, ma non prima di avere scoperto i Top e i Flop di questa ennesima puntata di Masterchef (per sapere esattamente di quale puntata si tratta, citofonare Christian, che improvvisamente si è trasformato in Will Hunting e si è intrippato coi numeri).
TOP
Il regalo d’addio di Bruno
Bruno, nella sua ingenuità, è convinto che se regala i suoi occhiali magici ad Antonino Cannavacciuolo forse smetterà di dire pultroppo. E niente, prova non superata.
La Mistery della pietra filosofale
La certezza con cui Dalia sa che Elena la sceglierà e che, pur volendola aiutare, le assegnerà gli ingredienti sbagliati, racconta molto della stima che Elena ha raccolto tra i suoi compagni di classe.
“Dì Grifondoro, dì Grifondoro, dì Grifondoro”.
“Serpeverde”, disse il cappello parlante offuscato dalla confusione ormonale.
Giri di parole
“A Tina assegno The Hell, perché secondo me ha la possibilità di lavorarci bene” è un insulto talmente creativo che quasi mi fa ricredere sulla simpatia di Polone.
La secchiona
Dalia non s’è spenta, Dalia è lì che tira dritto e aspetta che intorno a lei cadano tutti uno a uno come birilli. E succederà, eccome se succederà, a meno di una di quelle prove stupide da pressure test in cui viene eliminata gente a caso solo perché non ha riconosciuto un ingrediente dall’odore. Io, che quando sono rilassata sulla spiaggia assomiglio a lei presa dal panico, un po’ la ammiro. Non riesce neanche a starmi antipatica quando si comporta come quella che in classe diceva che non sapeva niente e poi prendeva 9 all’interrogazione. Forse perché quella, nella mia classe, ero io.
Woman power
La desolazione dell’universo maschile in questa edizione di Masterchef ci fa sperare in un futuro in cui non ci sarà più bisogno delle quote rosa e in cui in finale ci finiranno Lia, Trecy e Dalia.
FLOP
Mery
Masterchef vuole dirci che loro, durante la pandemia, hanno fatto le cose per bene, con il giusto isolamento e tutto quanto. Per dimostrarcelo, hanno fatto in modo che la frangia di Mery gridasse aiuto esattamente quanto la mia dopo venti giorni di reclusione.
Christian il ragioniere
Dalle percentuali di probabilità di andarsene a casa dato il numero dei concorrenti con riporto di due alla sequenza di Fibonacci, abbiamo capito che fino a ora Christian in realtà non era noioso, era semplicemente distratto a fare conti a caso.
Il tentativo di santificazione di Polone
Ma in fondo lui è un buono. Fa il cattivo solo perché è spaventato. Eh no, cari miei, a me spiace pure per Polone, ma per me dopo la scena dell’esterna scorsa può continuare il resto del suo percorso a Masterchef girato dall’altra parte, altro che cinque minuti.
Masterflop
Nonostante quello che dice Lele Usai, che mi sembra un bonaccione (e non solo nel senso che intende Elena) i concorrenti di questa Masterclass appena vedono una ricetta stellata sembrano andare nel pallone più di Mattarella che si trova nominato suo malgrado. Attendiamo tutti con ansia l’effetto Iginio Massari.
L’assente
C’è da dire che nel percorso di Nicky si sente un po’ la mancanza del suo cinghiale, e se ha dovuto abbatterlo per via della peste suina un po’ siamo dispiaciuti.
Le ultime parole famose
“Sono messa bene, la tartare la mangio una volta alla settimana”. Però è comprata dal macellaio.
Christian
“Ma che c’è una ricetta per la tartare?” Sì, e non è la tua.
L’aiuto dal pubblico
Si accettano scommesse su quante puntate ancora durerà Polone, ora che s’è giocato il jolly della carne.
Lavoro di polso
Tina stende la sfoglia per il filetto alla Wellington come se sotto il mattarello c’avesse Lia. E niente, viene fuori una sottiletta.
Dichiarazione d’intenti
Tina: voglio fare una millefoglie di lingua. La millefoglie di lingua:
Masterchef o non Masterchef?
Il mondo si divide in due tipi di persone: quelli che alla vista della millefoglie di lingua reagiscono come Tina e quelli che stanno sbavando all’idea di farsela preparare dallo chef Cannavacciuolo. Quel che è certo, è che nessuno dei due sarà mai Masterchef.
L’esultanza composta di Nicky
No ma che avete capito, gli è dispiaciuto che Tina sia andata via.
Non c’è posto come casa
Lo sguardo dello chef Cannavacciuolo le ricorda sua mamma, quello dello chef Barbieri il suo ex marito: nonostante Tina abbia provato a ricreare a Masterchef un’atmosfera familiare, s’è dimenticata che il mondo è pieno di proverbi su quanto sia meglio guardarsi dai parenti. Addio Tina, insegna a Mery a colorarsi i capelli.