Dopo l’addio di Dalia e Mime, guardare Masterchef 11, giunto oramai alla decima puntata, è un pendolo che oscilla tra “una volta però il giovedì sera iniziavo ufficialmente il weekend in discoteca” e “Cosacosacosa? Valerio Massimo Visintin è l’ospite di questa puntata di Masterchef?”. In effetti, a voler essere del tutto sinceri, c’è da dire che il pendolo della noia a questa notizia ha oscillato un po’ di più verso lo “stappiamo una buona bottiglia e godiamoci lo spettacolo”.
Così, seduta sul mio divano come ogni giovedì sera, ho brindato a tutti coloro che, non troppo avvezzi alle dinamiche gastronomiche, hanno per un attimo pensato di aver sbagliato canale. No cari amici, non siete finiti all’improvviso in una puntata de “Il Cantante Mascherato”, ed è inutile che vi risentiate: Milly Carlucci non è stata sostituita alla conduzione da tre chef. Che poi, almeno lei avrebbe portato alla serata un po’ di paillettes, cosa che francamente è mancata a tutti quanti, me compresa, visto che le ho abbandonate ormai una decina d’anni fa (non è vero, ma mi piace avere l’immagine di quella seria e poco sberluccicosa).
Pronto, terra chiama Barbieri, abbiamo detto paillettes: cos’è tutta questa sobrietà?
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Le mie chat whatsapp
Avete presente la bagarre durata giorni per l’elezione del “nuovo” Presidente della Repubblica? Ecco, immaginatevi che non sia nulla a confronto del dibattito che si è creato tra gli scrittori gastronomici quando s’è saputo che l’integerrimo e intransigente Visintin sarebbe andato ospite a Masterchef. Vi dico solo che a un certo punto, in una delle tante chat di colleghi, qualcuno ha giurato e spergiurato che in realtà sotto la maschera si nascondesse la nipote di Mubarak.
Turbococco
Visintin si presenta a Masterchef parlando con l’autotune. Scusate, ricomincio, però voi non ridete. Visintin si presenta a Masterchef parlando con l’autotune, e infatti in questi giorni avevamo visto una stories Instagram di Ghali che lo richiedeva indietro, ma Visintin non frequenta troppo Instagram quindi niente.
E comunque io vi confesso che ho passato la serata convinta che a un certo punto si sarebbe levato il passamontagna svelando degli occhi di fuoco e dicendo “Ti ricordi di me Eddie? Avevo questa vocetta, ricordi?”. Che gran colpo di scena sarebbe stato, e non ditemi che non ci andava.
Ora diche un poesie
“Colpisce a prima vista la forma preistorica, scorpionesca, della composizione. Ma la coda non è un pungiglione, è un drappo alabastrino. (…) Un cubetto trasparente che sa di funghi e di pioggia nel sottobosco, la curva piena di una lumaca, il disco fluido di un uovo di quaglia. Sul dorso lampeggia una corona di perle, ma la trama del piatto è un costrutto più articolato e immaginifico”: ma solo io ho la sensazione che a leggere Visintin come fosse Shakespeare, con il Can Can in sottofondo e le facce perplesse della platea, Barbieri si sia tolto più di qualche soddisfazione nei confronti della critica gastronomica in generale?
You can leave your hat on
E abbiamo la conferma che questa puntata è una vendetta alla critica gastronomica quando, dopo aver invitato il buon Visintin a esprimere il suo parere gastronomico sui piatti preparati dai concorrenti, poi lo relegano zitto zitto in castigo ad assaggiare, nascosto dietro a una tenda da cui non si prende neanche la soddisfazione di far partire un balletto improvvisato.
L’anonimato
Questa è indubbiamente la puntata dei misteri: nell’anonimato, oltre al viso e alla voce di Visintin, ci resta anche il piatto che i concorrenti hanno dovuto replicare. Bellissimo, creativo, meraviglioso. Ma che non venga in mente a nessuno di dirci quale chef l’ha preparato.
Du’ Frittur
Stacco – Musichetta triste – Confessionale di Christian con solita facetta da funerale. “Ho un estremo rispetto per una persona che ha deciso di limitare una certa parte della sua vita per rendere il suo lavoro il più serio possibile”. No Christian, al solito non hai capito, Saviano viene la prossima stagione.
Capitan camicia
Ma ora basta parlare di Visintin: parliamo di un altro personaggio mascherato, Federico, che oggi per andarsene da Masterchef ha deciso di vestirsi da Arcimboldo. Federico, non ti serve andare in dispensa: tutti i duemila ingredienti dei tuoi piatti sono dentro di te, sulla tua camicia.
Irene, Aquila e Antonio
Rivederli è stato come andare alla pizzata con gli amici del liceo. Loro sono belli, bravi, quanto sono cresciuti, che classe meravigliosa quella di Masterchef 10. E tu sei ancora lì, che fai le pagelle e passi i tuoi giovedì sera buttata sul divano a bullizzare gli altri.
Aquila
Quando Aquila chiede a Carmine che macchina vorrebbe essere, probabilmente ha in mente una Delorean alimentata a barre di plutonio. Povero Carminiello, c’è venuto mal di testa per lui.
Antonio
Antonio è il perfetto esempio che non importa nulla se un attimo prima quello strapazzato dai giudici eri tu, datemi un briciolo di potere e in un secondo mi trasformo in Dart Fener.
Iridella
A brillare più di tutti è Irene, che ha definitivamente completato la sua trasformazione in Iridella: capelli arcobaleno, un piatto realmente interessante e tanto cuore. Che orgoglio.
FLOP
Nicky Brian
Poverino Nicky Brian, che non ha fatto in tempo a finire di fare Sandra e Raimondo con il suo cinghialetto che pam! È arrivata Elena e lo ha tramortito di parole come una fidanzatina qualunque. E lui, con il potere del suo talismano cinghiale, l’ha rimandata a casa.
(Sì, quelli nella foto sono proprio i suoi occhi, levati al cielo per non sentire Elena)
Olè
Ho passato anni della mia vita a guardare Masterchef e farmi sanguinare le orecchie. Inutilmente. Ora ho deciso che l’unica cosa da fare è bermi uno shottino ogni volta che Cannavacciuolo dice PULTROPPO. Vi prego, almeno mettete Masterchef in un giorno prefestivo, così posso reggere l’hangover. Cin.
Christian
Abbiamo visto Christian immaginarsi di essere più bravo di Lia, ed eravamo certi che la punizione per cotanta ubris fosse uscire dalla Masterclass a testa bassa. Invece, per uno come Christian, è molto peggio restare lì, spalla a spalla con l’allegria insopportabile di Lia.
14
E noi che pensavamo che la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto fosse 42. Invece la risposta sono i minuti di cottura della pasta, nascosti là dove solo poche menti illuminate possono trovarli. Così, a Masterchef, hanno pensato di scriverli a caratteri cubitali, ché altrimenti sarebbe stato il pressure test più insidioso di sempre.
La ricetta salvacena
14 minuti per preparare il piatto della vita: anvedi Benedetta Parodi se ha fatto scuola.
Guai a voi
Ho visto mescolare la pasta con una frusta. Ho visto risottare una pasta che aveva finito il suo tempo di cottura. Ho capito che per chiamare carbonara una pasta basta ficcarci dentro un uovo. E Cannavacciuolo – che mancava poco gli prendesse un infarto per un po’ di zucchero nella pummarola – è ancora vivo, e io non capisco.
Ah
E sorvoleremo su quel “Signora, non le piace il pesce?” detto da Barbieri con lo sguardo ammiccante a uso della telecamera. Che per stasera ho già avuto abbastanza materiale per le mie pagelle, non serve sparare sulla Croce Rossa.
Anche un po’ meno Master
Una se ne va perché non sa friggere, l’altra rischia di andarsene per un piatto di pasta. Non è che la smania di cucinare, alla fine, genera mostri? Su ragazzi, ripartite dall’uovo sbattuto, e lasciate stare per un po’ le sferificazioni. E ora, torna in balconata e RIACCENTI il motore, Lia, che qui facciamo ancora il tifo per te.