Al bando mestoli, pentoloni e grembiuli. Imprenditore per sé e per gli altri e prodotto-sponsor per la tivù: è questo un modello di chef del futuro.
Esemplare è il caso Cracco: impeccabile curatore della sua immagine, se si allontana dalla cucina lo fa per dedicare conoscenze e capacità a curare quelle degli altri.
Imminente, l’arrivo sugli schermi di Sky della terza edizione di Hell’s Kitchen, condotta da Cracco coadiuvata da due sous-chef ripescati dalle precedenti edizioni: Sybil Carbone, finalista della prima edizione e Mirko Ronzoni, vincitore della seconda.
Infine, ad occuparsi della sala, il maître Luca Cinacchi.
Un tale successo che Sky, pochi giorni prima del via alla terza edizione di Hell’s Kitchen, ha annunciato il rinnovo per una quarta e una quinta stagione, pronosticando, a scatola chiusa, il soldout televisivo.
I vertici della pay tv fanno presto a spiegare i motivi di tanta sicurezza: “Tira aria da caserma tra le brigate di Hell’s Kitchen, eppure l’atmosfera è leggera quanto leggera dovrebbe essere l’atmosfera di una trasmissione televisiva che parla di cucina.”
Il primo episodio di Hell’s Kitchen 3 debutterà su Sky Uno alle 21.15 del prossimo martedì, che cade il 4 ottobre.
Il format, che negli USA è guidato da Gordon Ramsay, non prevede alcuna variazione nella versione italiana: sedici cuochi, divisi in due squadre in base al sesso, si sfideranno fino all’ultima e decisiva spadellata.
In palio il titolo di executive chef in un esclusivo ristorante stellato e (forse) la stima di Cracco.
In questa edizione, un ruolo di grande rilievo sarà detenuto dalla cucina internazionale, così come dalle diete particolari: i cuochi saranno messi alla prova, per esempio, con ricette detox, finora mai proposte nel programma.
Sul sito di Sky si pronostica anche la stessa presenza, nella “cucina infernale”, di Massimo Bottura. Nel marasma di stress, di invidie e storytelling ai quali siamo ormai abituati, Cracco ci tiene a precisare: “non è detto che vinca il migliore”.
Un’affermazione, più che da chef, da showman.
Se una parte del pubblico, infatti, lo critica perché ormai anni luce dal mondo dei fornelli, l’altra lo acclama per la capacità che ha di tenere strette diverse anime, convogliandole davanti al piccolo schermo, come un presentatore televisivo che si rispetti.
E, se proprio vogliamo dirla tutta, allo chef questa definizione non sembra dispiacere, tanto da aver, nei fatti, rifiutato altri incarichi, come lui stesso rivela.
“Ho dovuto rifiutare l’incarico di Masterchef Celebrity perché impegnato con altro. Sto curando l’apertura di Ovo, un ristorante a Mosca che avrà una linea leggeremente diversa da quella di Carlo Cracco. Poi c’è il progetto con Lapo Elkann e l’apertura di un ristorante in Galleria a Milano.”
[Crediti | Link: TvZap]