Cos’accade al nostro cervello quando guardiamo un programma di cucina alla tv? Lizzy Pope, ricercatrice dell’università del Vermont, ha cercato di capire se esiste una correlazione tra il peso delle persone e i media che utilizzano di più (tv, YouTube, giornali…).
Concludendo che la sola attinenza tra televisione e indice di massa corporea elevato riguarda le persone che amano guardare programmi di cucina, anche se non è chiaro se questi sono la causa o l’effetto dell’incremento di peso.
Pope chiarisce che, in sovrappeso o meno, le persone tendono a guardare i programmi di cucina in quanto norma sociale. E a forza di scambiare il tubo catodico per un canale digerente, mantecare, sifonare, sfilettare, lardellare, impiattare, soprattutto mangiare diventano la norma per chi guarda.
E intanto il conto calorico aumenta.
Specie negli Stati Uniti, dove gli spettatori poco avvezzi alla cucina sono portati a pensare che l’aggiunta di grassi non necessari renda i propri piatti più appetibili.
Ovvio, ci sarà più sapore in una deliziosa cotoletta – ma pure qualche punto in più sul girovita.
All’effetto contribuiscono i social network. Impiattata con cura la pietanza, scaricati i filtri più modaioli per dare ancora più luce ai capolavori calorici, parte la condivisione sfrenata e la caccia all’hashtag più assurdo.
Saremo anche nel food porn più profondo ma chi guarda assume anche queste come abitudini del tutto normali.
Ogni tanto sarebbe bello che qualcuno instagrammasse i valori del proprio colesterolo, così, tanto per cambiare.
Conseguenza vagamente perversa del circolo vizioso “sono portato a mangiare di più perché guardo programmi di cucina in tv” è la necessità di farlo anche in palestra o mentre ci si esercita sul tapis roulant di casa impegnati in una sessione cardio.
Non sono in pochi a farlo secondo la ricerca.
Peggio di un girone dantesco, ci puniamo per aver desiderato il cibo sullo schermo: bulimia visiva a tutti gli effetti.
[Crediti | Link e immagine: Daily Beast ]