È passata poco più di una settimana dalla chiacchieratissima messa in onda di “È sempre Mezzogiorno”, nuovo programma Rai che vede il ritorno in pompa magna di Antonella Clerici. Chiacchieratissimo, inutile che ve lo stiamo a riepilogare, per via dell‘agguerrita battaglia tra la bionda più amata dagli Italiani e l’ex mora più amata da Matteo Salvini, Elisa Isoardi. Quest’ultima, riconsegnato lo scettro della fascia prandiale di Rai Uno alla collega, è finita per ora a volteggiare a Ballando con le Stelle, trovando forse anche un nuovo amore.
Con tutte queste premesse, il ritorno di Antonella Clerici sulla più importante rete italiana si preannunciava spumeggiante, e noi non potevamo che dargli un’occhiata. E, dopo averlo fatto, puntata dopo puntata, due cose ci sono rimaste a ronzare nella mente come zanzare estive che non ti lasciano dormire.
La prima è la musichetta di sottofondo che accompagna l’intera durata del programma, e che ricorda quella specie di lavaggio del cervello messo in atto in posti come Disneyland, dove è impossibile sfuggire alla continua colonna sonora che, statene certi, a fine giornata vi trasformerà in un Topolino dalle orecchie sanguinanti.
La seconda domanda che ci facciamo è: non potevano continuare a chiamarlo “La Prova del Cuoco”?
“È sempre Mezzogiorno”: com’è il programma
Non che ci aspettassimo qualcosa di troppo diverso, sia chiaro. D’altronde lo avevano detto: il format sarà più o meno lo stesso, con l’aggiunta di un pizzico di programmi vintage come “Pronto Raffaella”.
A dire il vero, se volessimo fare dei paragoni, a noi “È sempre Mezzogiorno” ricorda più l’Albero Azzurro, il fortunatissimo programma per bambini dalle atmosfere un po’ psichedeliche, come spesso hanno i programmi per bambini. E come ha anche il nuovo programma di Rai Uno.
A cominciare dalla sigla, con Antonella che cammina nel bosco cantando come una Cappuccetto Rosso del nuovo millennio, finendo con la scenografia, tutta alberi, fiori e funghetti. Forse allucinogeni, visto l’eccesso di euforia della conduttrice, che corre, abbraccia, urla e parla al pubblico con la vocina che si fa ai piccolini nel passeggino.
Ma d’altronde lei su questa cifra stilistica ci ha costruito una carriera di successo, e – scherzi a parte – è piuttosto evidente che le mancasse molto il suo spazio televisivo e il suo pubblico.
Un pubblico fatto anche di bambini e bambine (è soprattutto colpa di Antonella Clerici se qualsiasi mamma ha nella sua playlist “le tagliatelle di nonna Pina”): sarà per questo che è tutto così confettoso, così fiabesco, così tanto incredibilmente rosa, dal rossetto alla cucina ai vestiti della conduttrice. Rosa e fiori, fiori ovunque.
I contenuti
Passata al setaccio l’atmosfera pseudo disneyana, andiamo ai contenuti, che sono per lo più ricette (dov’è che l’avevamo già visto?). Qua e là durante il programma, telefonate con il pubblico a casa, solitamente over 50, per regalare buoni spesa (di una nota catena di cui Antonella Clerici è testimonial da anni) o per architettare simpatici siparietti alla Bonolis. Non è trascorsa neanche una settimana è già si è rischiato il replay del “fa-schiuma-ma-non-è-un-sapone-gate”, che a suo tempo trasformò la conduttrice in una star di YouTube.
Ve lo riassumiamo brevemente, nel caso non siate fan del nuovo programma di Rai1: nel quiz a indizi, dati durante la puntata da uno scoiattolino che vive in un albero, è stato chiesto al pubblico cos’è che “in America piace lungo”, “è un tipo tosto” e “Alex ne ha già presi 7000”. Calmi tutti, era il caffè, che avete pensato.
Che poi viene il fortissimo dubbio – come già veniva a suo tempo con Bonolis, che però nel caso avrebbe comunque inventato un sistema di intrattenimento divertente – che certe gaffe siano cercate e costruite ad arte, se in un’altra puntata Antonella Clerici si trova, un po’ imbarazzata, a dover leggere l’indizio “è un problema quando sono amari”. Cioè, se davvero sono questi i parametri della comicità per famiglie, non ci scadalizziamo poi che i cinepanettoni facciano il boom al botteghino.
Ma quant’è vecchia la tv generalista?
Insomma, la Clerici fa la Clerici, e le riesce benissimo: il suo pubblico la ama per questo, e mai avrebbe accettato di buon grado una qualsiasi sostituta. Solo che anche uno spettatore nato negli anni Ottanta come chi scrive, cresciuto a pane e Bim Bum Bam, nel guardare questo nuovo prodotto televisivo non può che chiedersi, con un pizzico di tristezza: “Ma quant’è vecchia la tv generalista?”.
Le nonne, le famiglie, il focolare: esiste ancora quel mondo lì, che si riunisce a mezzogiorno per pranzare e guardare le ricette in sottofondo? E se esiste, per quanto tempo resisterà ancora?
Le chiamate per il concorso a premi, le musichette in stile sit-com, la scenografia di studi televisivi che avrebbero bisogno di una rinfrescata, perfino la tipologia delle inquadrature fa così tanto vintage senza riuscire ad attivare la parte buona dell’effetto nostalgia. E non convince perfino il buon Lorenzo Biagiarelli, nelle vesti di giovane astro nascente della cucina televisiva italiana. Probabilmente chiamato lì a svecchiare il tutto, con la tenerezza di una zia che chiama il nipotino a farsi spiegare come funzionano i social (così almeno lo presenta Clerici), alla fine non ci riesce, e anzi finisce nel pericoloso corto circuito per cui a sembrare più vecchio di trent’anni alla fine è lui.
La verità è che mentre la tv (o più in generale l’intrattenimento su schermo) oggi sta andando in un’altra direzione, programmi come La Prova del Cuoco (ops, È sempre Mezzogiorno) restano lì, granitici, inossidabili e sempre uguali a se stessi. Ma chissà per quanto gli spettatori li renderanno tali: dopo un ottimo debutto (1.857.000 telespettatori e il 15,38% di share), gli ascolti sono calati (1.518.000 telespettatori, pari al 13,65% di share il 30 settembre): “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, diceva qualcuno.