Chiara Maci, il lockdown da foodblogger e il nuovo “Cortesie in famiglia” su Real Time: intervista

La nostra intervista a Chiara Maci, foodblogger sempre sulla cresta dell'onda, dal 26 aprile in onda su Real Time con un nuovo programma: Cortesie in famiglia".

Chiara Maci, il lockdown da foodblogger e il nuovo “Cortesie in famiglia” su Real Time: intervista

Chiara Maci è un po’ la Cristina d’Avena delle foodblogger. Adorabile, sorridente, gentile. Una che dà l’aria di non scomporsi mai. Non lo fa nemmeno quando suo figlio piccolo, come tutti i bambini in Dad mentre la mamma è in smart working, irrompe nell’intervista chiedendo la sua attenzione. E io, mamma imperfetta e incline alle crisi di nervi, di fronte a questi personaggi magicamente illuminati da un’aurea arcobaleno, non posso che rimanere ammirata, e segnarmi il suo nome (insieme a quello di Cristina d’Avena, è chiaro) in cima alla lista delle insospettabili con cui mi piacerebbe prendere una sbronza e chiacchierare tutta la sera.

Ma probabilmente Chiara Maci non ha tempo per prendersi una serata con le amiche, figurarsi con me. Due figli piccoli e un lavoro che in quest’anno di pandemia si è moltiplicato a dismisura fanno pensare a un’agenda piuttosto fitta. In effetti, nella lista di coloro che in questi dodici mesi di follia hanno aumentato i ritmi ci sono certamente le foodblogger di successo, e Chiara Maci è una tra le più conosciute e seguite d’Italia.

Tra lockdown intermittenti e poco altro da fare se non stare al computer a vedere video e prendere ispirazione per le ricette da preparare, il mondo del web ha avuto una sorta di seconda rinascita, e Chiara Maci ci conferma di non essere un’eccezione.

Tante visualizzazioni extra sul suo blog, tante nuove collaborazioni e anche un nuovo programma in cantiere, che partirà il 26 aprile su Real Time e che la vedrà a fianco di Enzo Miccio (e di un terzo giudice diverso di puntata in puntata) a valutare le “Cortesie in famiglia”. “È una sorta di spin off di “Cortesie per gli ospiti””, spiega Chiara, “in cui due squadre di parenti si sfidano raccontandoci il loro modo di vivere la tavola: io giudicherò la parte culinaria ed Enzo quella dell’ospitalità. É stato super divertente vedere queste tipiche famiglie italiane prendere così a cuore una gara culinaria”.

chiara maci

Insomma, in un periodo in cui la pandemia ha messo commercialmente in ginocchio una grossa fetta di chi si dedica al mondo del cibo, c’è per fortuna anche chi si trova su un lato buono della bilancia. Ma Chiara Maci, pur forte dei suoi successi, conosce benissimo anche il dramma della ristorazione, perché mentre lei raddoppiava gli impegni professionali, suo marito, Filippo La Mantia, ha chiuso le serrande sulla sua attività proprio a causa del Covid.

Un equilibrio familiare che probabilmente non sarà stato facilissimo da gestire. Ma che, se hai una moglie circondata dall’aurea arcobaleno, magari è più facile da superare.

 

Chiara, è stato un anno difficile per tutti: tu come hai reinventato il tuo lavoro, se lo hai fatto?
“L’anno scorso, quando c’è stato il primo lockdown è iniziato un momento di grandissimo lavoro. Incredibilmente i numeri del web sono cresciuti in maniera esponenziale: era tanto che non avevo dei numeri così alti, perché la gente non aveva più tempo di fermarsi a leggere. Quando ho capito che qualcosa era cambiato, ho iniziato a recuperare vecchie ricette laboriose, lunghe cotture, lievitazioni: tutte cose che ora avevamo improvvisamente il tempo di fare. Ed è stato un successo. È stato un momento professionalmente bello, la gente aveva più voglia di leggere il mio blog, e io mi sono rimessa a scrivere, cosa che avevo perso un po’. Poi ovviamente la situazione a livello di numeri si è normalizzata, ma l’interesse per la cucina dopo il lockdown è rimasto: per molti è stata l’occasione per recuperare e riscoprire una passione”.

 

Hai notato anche tu la tendenza alla panificazione domestica, la famosa “corsa al lievito”?
Mamma mia, tantissimo. I lievitati sono stati una scoperta per tutti durante il lockdown. Anche la gente che non aveva idea di cosa fosse si è accorta che facendo le cose con cura e con i giusti prodotti aveva dei risultati buonissimi”.

 

Hai aperto il tuo blog nel 2010: prima dei cambiamenti della pandemia, avevi notato altri trend?

“C’è stato un momento di grande calo negli ultimi anni, dovuto per lo più all’avvento dei social. Oggi le ricette si pubblicano direttamente su Instagram, perché è meno impegnativo che scriverle su un blog e di fruizione più veloce per l’utente. Oggi basta un minivideo, in pochi hanno voglia di leggere quello che c’è dietro a una ricetta. Per me è stato difficile, perché io legavo le mie ricette ai momenti della mia vita, è sempre stata un po’ la mia chiave, rendevo tutto molto personale. Credo che la gente non mi segua per le ricette e basta, ma soprattutto per seguire un po’ più di me e del mio vissuto, perché si è affezionata. Personalmente è una cosa a cui non riesco a rinunciare: la cucina è sempre qualcosa che coinvolge la famiglia e la persona, i profumi e i sapori mi riportano con la mente ai ricordi, è una cosa che in fondo tutti noi Italiani abbiamo”.

 

La pandemia ha anche evidenziato una volontà di scelte alimentari ritenute più salutari: l’hai riscontrata nel tuo pubblico?

“Sì. Oggi fanno tantissime visualizzazioni le ricette senza burro, senza olio, con farine integrali, farine di legumi o di frutta secca. Anche in questo c’è stata un’inversione di tendenza: prima la gente veniva da me soprattutto per le ricette genuine e golose, mentre adesso c’è più attenzione. Si è passati dal food porn alla volontà di ingredienti salubri”.

 

Lei blogger di cucina, suo marito ristoratore: come state vivendo le conseguenze della pandemia in due segmenti dello stesso settore?

“È stata una situazione molto particolare. Filippo (La Mantia, ndr) era uno che usciva la mattina e tornava la notte, io ero quella che aveva in mano di più la gestione più di casa e dei bambini. L’anno scorso improvvisamente è cambiato tutto: io ho iniziato a lavorare il triplo, e lui si è ritrovato a casa, dove non era abituato a stare. È stato difficile. Per entrambi ma per lui probabilmente in maniera enorme. Ha dovuto abituarsi a questa nuova vita e accettare una chiusura non del tutto giustificata. Perché, diciamocelo, è stata una scelta un po’ audace quella di chiudere del tutto la ristorazione quando in aereo siamo uno sopra l’altro, non lo capirò mai del tutto”.

 

Quanto ha inciso lo stallo degli eventi offline sul tuo lavoro?

“Io non sono mai stata una mondana, né ho mai fatto tantissimi eventi, preferisco andare in azienda e studiare il prodotto. Certo però che l’anno scorso avrei comunque dovuto fare tante cose in presenza, che sono state trasformate in dirette sul web. Perfino io, che in rete sono nata e cresciuta, ho capito che non basta, che c’è bisogno del contatto con la gente. A me all’inizio il web ha salvato, l’ho usato perché ero timida e adoravo scrivere, ma i primi anni non mi rendevo mica conto della gente che mi seguiva”.

 

C’è stato un momento di svolta?

“Sì, lo ricordo bene. Avevo scritto un post non felicissimo su di me e su quello che stavo vivendo. Ero in palestra e una signora mi si è avvicinata e mi ha chiesto come stavo e se andava un po’ meglio. Io non la conoscevo assolutamente, e lì per lì rimasi gelata, anche un po’ infastidita. Poi mi sono resa conto che quelle cose lei le sapeva perché gliele avevo dette io”.

 

Ci racconti i tuoi nuovi progetti?

“Sto facendo un sacco di cose. Sta andando in onda adesso la nuova edizione de “l’Italia a morsi” su Food Network, e c’è alle porte l’esordio di “Cortesie in famiglia” su Real Time. Poi, tra le collaborazioni, c’è quella con Electrolux, che mi ha fatto conoscere il forno a vapore, che è davvero rivoluzionario: cuoce mantenendo umidità e idratazione, è fantastico sul pesce e sui lievitati”.

 

Mamma e foodblogger: i tuoi figli hanno passione per la cucina? Mangiano tutto?

“Bianca è nata mangiando qualsiasi cosa esistente al mondo, si faceva tutti i viaggi di me da piccolina e assaggiava tutto. Adora follemente le verdure, è curiosa, e sono cose di cui sono felicissima. Il piccolo, che ha avuto la stessa alimentazione ed educazione, invece non mangia niente se non pasta al pomodoro o in bianco, a volte la pizza. È una lotta, ma una lotta che ho deciso di vincere, mettendomi d’impegno”.

 

Hai un consiglio per questo periodo di smartworking? Una ricetta da mangiare davanti al pc?

“Guarda, l’altro giorno ho fatto del farro biologico, l’ho bollito e poi raffreddato e l’ho condito con un po’ di olio. Quella è una base per creare tante ricette diverse: un giorno ci ho messo asparagi, piselli ed edamame; il giorno dopo tonno e pomodorini. Il principio è un po’ quello dell’insalata di riso anni Ottanta!”