La tredicesima edizione di Masterchef Italia è stata dominata dai personaggi, in una deriva narrativa che, dobbiamo dirlo, caratterizza sempre di più il talent show culinario. Che in effetti invecchia (tredici edizioni sulle spalle non sono certo poche), ma piace ancora e resta lì, simbolo di una passione culinaria che da principio in molti scommettevano fosse solo una “bolla” pronta a scoppiare.
E invece eccoci qua, con Cannavacciuolo che rimane l’erede di Lorella Cuccarini nel cuore degli italiani e Giorgio Locatelli, ex cervello in fuga che ritorna da figliol prodigo grazie a mamma tv. Per non parlare di Bruno Barbieri, che è rimasto lì, granitico, per tredici edizioni di Masterchef, cosa che nessuno di noi riuscirebbe mai a fare – e lo dico con cognizione di causa, dopo anni e anni di pagelle.
Insomma: Masterchef si rinnova, si fa un po’ più show e talvolta meno talent, ma senza mai perdere l’identità iniziale. Lo schema del cattivo/a della Masterclass si ripete ormai da un po’, e mai come quest’anno viene perfettamente incarnato da Michela, agguerritissima concorrente destinata alla vittoria fin dalla prima puntata del programma. Però, a sparigliare le carte, sono poi arrivati l’indubbio talento di Antonio, che a casa (in Germania) tiene famiglia e che cucina per riscattarla e riportarla in Sicilia, e il genio e sregolatezza di Eleonora che – sincera e candida – anche caratterialmente sembra essere pensata come la rivale perfetta di Michela.
E dunque la domanda, alla vigilia della finale: chi vincerà Masterchef Italia 13? Consapevoli che è dai tempi di Francesco Aquila che non azzecchiamo una previsione una, tentiamo di dire comunque la nostra, ma quest’anno sembra essere particolarmente difficile. Fino a una puntata fa avremmo scommesso tutto su Michela a occhi chiusi, ma in effetti dopo la sua vittoria all’esterna stellata (che si sa, non porta proprio benissimo) e dopo la parabola crescente di Antonio, chi può dire davvero di sapere come andrà a finire? Ecco le nostre ipotesi.
Sara: 0%
Se Sara lo scorso anno era la cattiva di turno, un po’ Michela e un po’ Kassandra, quest’anno è l’esatto opposto. Lasciato indietro Niccolò (lacrimuccia), Sara è la quota bontà della finale, quella concorrente a cui non si può voler male. Ma è difficile anche tifare per lei, considerate le scarse possibilità che ha di diventare nuovo Masterchef d’Italia. Sara ha fatto un bel percorso, è cresciuta, è diventata più sicura di sé, e tutto sommato ha sempre cucinato bene. Ma da qui a vincere il talent ce ne passa.
Eleonora: 20%
Eleonora è la quota follia di questa edizione di Masterchef, e Dio solo sa quanto servisse una quota follia. Ma follia vera, eh, non impostata a favor di telecamera. Lo si vede fin dal primo giorno, quando Eleonora si presenta ai live cooking inciampando, pasticciando e facendo versi strani per presentarsi esattamente per quella che è. Adorabile, ma anche bravissima, creativa, intuitiva. La preferita di Antonino Cannavacciuolo che, come accadde per Bubu, vede probabilmente il suo potenziale. Però, come accadde per Bubu, c’è qualche sbavatura qua e là, qualcosa da aggiustare, ancora un po’ di margine di crescita, prima di diventare il prossimo Masterchef d’Italia.
Antonio: 35%
Antonio è la nostra scommessa dell’ultimo minuto, quella di cui solitamente ti penti. Fino alla settimana scorsa mai lo avremmo dato per vincitore, e fino a due settimane fa manco c’eravamo accorti della sua presenza nella Masterclass. E invece Antonio è andato avanti con costanza, senza enormi guizzi creativi ma con una grande attenzione all’estetica e alle materie prime. E zitto zitto potrebbe anche rubare la vittoria a Michela. Chissà.
Michela: 45%
Simpatica come la sabbia nella pasta con le vongole, Michela è stata la concorrente che in questa edizione ci ha dato più materiale per le nostre pagelle. Come non esserle grati a vita, dunque? Per noi è sempre stata la vincitrice designata, con la sua cucina precisa, raffinata e curata che le è valsa, durante questa stagione del programma, un carico di Golden Pin che neanche un trapper di quart’ordine al suo debutto sul palco. E allora perché, proprio alla fine, non crediamo del tutto in lei? Il tema è che la parabola di Michele, uguale e contraria a quella di Antonio (siamo sicuri di volerci sbilanciare in metafore matematiche, rischiando di fare la fine di Niccolò?), l’ha vista spegnersi lentamente, come l’aglio orsino raccolto troppo presto. Da un piatto gourmet a una bruschetta il passo è stato breve, e da lì in poi Michela è parsa stanca, annoiata, sottotono. Come se avesse giocato tutte le sue carte. E in generale: davvero vogliamo una Masterchef con questa passione per il pollo? Vedremo se magari la finale le darà lo scossone necessario per vincere davvero.