Le prime parole che tornano alla mente quando (ri)pensiamo alla Trattoria San Carlo di Genova sono, certamente, “solidità” e “misura”. Esistono infatti, e per fortuna, luoghi del buon vivere che rifuggono picchi ed eccessi, siano essi positivi o negativi, e riescono invece a mantenersi costanti entro il silenzioso, confortante, equilibrio della sobrietà.
È proprio in questa categoria oggi in via di estinzione che si colloca il San Carlo, una piccola trattoria in via David Chiossone, ombrosa strada del centro storico a due passi dalla piazza-simbolo della città, De Ferrari.
Il locale
Se l’insegna reca l’anno di apertura, il 1979, quando la zona dei caruggi era ancora ben lungi dal divenire l’odierno fulcro della vita notturna (ed era, anzi, guardata con timore e sospetto dagli abitanti dei cosiddetti “quartieri per bene”), bisogna balzare in avanti di trent’anni per ritrovare la trattoria come la conosciamo oggi.
Nel 2009 il locale viene infatti integralmente ristrutturato dall’attuale proprietario Giampaolo Sanna, barbaricino di nascita e genovese d’elezione, cui si deve innanzitutto il servizio esemplare. I tempi sono infatti perfetti, non si attende mai troppo, né troppo poco; i modi professionali e cordiali, ma senza eccessi.
L’ambiente, suddiviso in due sale (la prima deputata all’accoglienza, la seconda con meno di una quarantina di coperti), è accogliente ed elegante, grazie al giusto equilibrio tra vuoto e pieno, ampie vetrate e legni chiari; uno stile moderno riscaldato da elementi rustici non invadenti (come gli antichi paioli in rame o i taglieri d’ulivo).
Così, anche i colori dominanti sembrano perseguire la medesima scelta equilibrista: l’energizzante rosso vivo delle pareti viene ammansito dall’alternanza con tonalità più miti e da un’illuminazione non abbagliante che cala dal soffitto con grandi lampadone (cioè lampadine formato extra large).
La mise en place è semplice, ma elegante, e non rinuncia al tovagliato in stoffa e a un ottimo cestino del pane e della focaccia home made.
Il menu e la cucina
Il menu, non troppo nutrito, ma nemmeno troppo scarno (quattro o cinque proposte per ogni portata), viene scandito dal ritmo stagionale ed è un distillato di genovesità equamente suddiviso tra terra e mare, con qualche piccolo riflesso di Sardegna (come la bottarga di Cabras che accompagna i tagliolini al sugo di cozze, o la Vernaccia di Oristano servita con i canestrelli).
In ogni piatto si avverte con nettezza l’alta qualità delle materie prime e la grande serietà nell’esecuzione: tutto è misurato, al proprio posto, mai eccessivo. Nel bene e nel male.
Se nessuna portata è, infatti, affetta da errori o difetti, sarebbe altresì falso affermare di aver trovato qui i migliori sapori della nostra memoria gustativa, quelli per i quali scaleremmo volentieri una montagna nel miraggio epicureo di un’estasi gastronomica. Ma il merito del San Carlo sta proprio nella sua capacità di mantenere un composta stabilità e una costante affidabilità, tanto nel corso degli anni che nel corso di un pasto: non c’è infatti discrasia alcuna tra le portate, non c’è un commensale più felice dell’altro, né tantomeno uno insoddisfatto. Non c’è il rimpianto di aver optato per quel piatto invece che per quell’altro.
Siano le croccanti acciughe fritte o il morbido brandacujun; siano i classici ravioli al tocco oppure le tagliatelle fresche al sugo di ombrina; sia il tenero uccelletto con verdure o il saporito baccalà in pastella, oppure ancora il budino di cioccolato e amaretti o il semifreddo al pandolce: tutto è buono, egualmente buono, ed egualmente di buon livello. Ma nulla è eccezionale.
La cantina e il conto
La carta dei vini è ben assortita e (finalmente!) ben organizzata con una sessantina di etichette italiane e francesi dai ricarichi onesti, cui si aggiungono alcune proposte al calice, tra cui un piacevole rosé a base Nebbiolo, imbottigliate per il San Carlo da una cantina dell’ovadese.
Il conto oscilla tra i trentacinque e i quarantacinque euro, escluso il vino, è quindi lievemente più elevato rispetto a ciò che ci si potrebbe attendere da una trattoria, ma assolutamente giustificato dalla qualità della cucina e del servizio e dalla cura dell’ambiente e della mise en place.
Opinione
Una trattoria centrale che garantisce da anni, in un ambiente moderno e accogliente, un servizio di sala professionale e una cucina ligure semplice, ma di qualità, priva di ogni eccesso. La scelta ideale per chi, alla rischiosa altalena delle emozioni (gastronomicamente) forti ma incerte, preferisce la confortante sicurezza di cadere sempre in piedi.
PRO
- Posizione centrale
- Ambiente moderno e curato
- Cucina di qualità, senza eccessi
CONTRO
- Cucina di qualità, ma senza eccessi