Scrivono le guide per stranieri che Ostiense è stato gentrified. Dopo l’apertura dell’enorme sede di Eataly il quartiere di Roma non è più solo intasato di traffico, popolato da giovani in apparenza sfaccendati e residenti storici. È diventato il posto dove i creativi devono abitare, specie se emergenti e pertanto (finti) poveri.
E non parliamo di movida. Nelle fabbriche in disuso e nei magazzini si spizzica e si beve a prezzi accessibili, tanto che gli stranieri, finito di consultare le guide di cui sopra, inquadrano Ostiense come post-trash chic per eccellenza, dove trattorie, birrerie, take-away etnici e locali per aperitivi o dopocena sono tra i più ricercati della capitale, segnalati da guide e recensori di grido.
[La rifondazione della trattoria passa per questi 10 locali]
[5 trattorie che resistono a Prati]
[15 modi di essere trattoria a Roma oggi]
“Strategico senza impegno”, così abbiamo inteso noi il ruolo che Ostiense svolge nella scena gastrocreativa della capitale, moderatamente rapiti, diciamo. Fino a quando ha aperto Trattoria Pennestri. Se avete l’incubo del ristorante fusion dove pagate 15 euro ma beccate la salmonellosi, andateci subito, vi passerà.
I due proprietari –Tommaso Pennestri, il cuoco e Valeria Payero, la sommelier– avevano lavorato insieme all’Osteria dell’Ingegno a Piazza di Pietra. Ma volevano fare meglio.
Se avete posti dello spirito nei quali vi sentite accettati, compresi e liberi ma non avete un posto preferito specializzato in cibi accoglienti, desideri immediatamente soddisfatti, eccezioni, potrebbe essere la volta buona.
Mangerete cucina romana –di base– con riuscite fughe altrove e la costante della leggerezza (sì, l-e-g-g-e-r-e-z-z-a). Berrete scegliendo tra un’ottantina di etichette selezionate con ingegno –Lazio in testa e molti naturali– più la migliore scelta al calice che trovate su piazza. Apprezzerete l’impiattamento di un’ambiente –la neo trattoria romana– rappresentato qui ancora meglio che da Santo Palato. Una cinquantina di coperti che sono il riflesso perfetto del menu.
[Santo Palato a Roma: quanto costa mangiare nella trattoria sulla bocca di tutti]
Senza troppi giri di parole e senza timore di fare affermazioni affrettate, elenco di seguito i miei piatti assoluti provati da quando Pennestri ha aperto, nel 2017. Porzioni generose:
– trippa al sugo, mentuccia e pecorino;
– coratella d’agnello con buccia di limone e ricotta salata;
– tagliolini al ragù di faraona, nocciole e timo;
– tutta la batteria delle paste laziali;
– pasta e fagioli con cicoria e peperoncino affumicato;
– saltimbocca di polpette;
– petto d’anatra all’aceto, miele e ginepro;
– indivia e patate al forno con salsa di alici;
– un dolce spettacolare: mousse di cioccolato e pane sardo all’olio, sale e rosmarino.
Tornando ai due proprietari –romano/danese lui, argentina da oltre 20 anni in Italia lei– due umani molto diversi, molto peculiari, che hanno fatto nascere una grande alleanza emotiva, al momento del conto vi chiederanno per:
– antipasti: fino a 9 euro;
– primi piatti: fino a 11 euro;
– secondi piatti: fino a 15 euro;
– dolci: fino a 7 euro.
TRATTORIA PENNESTRI
Via Giovanni da Empoli, 5
Roma
Telefono: 06 5742418
Apertura: martedì – domenica a cena dalle 19:00 alle 23:00. Venerdì, sabato e domenica, aperto anche a pranzo dalle 12:00 alle 15:00.
Prenotazione consigliata.