Firenze. Salendo da Porta Romana lungo via Senese, lasciandosi così inesorabilmente alle spalle la città, tanto che se si è a piedi bisogna salire un bel po’, e poi ancora, ancora, qualche altro passo ancora, eccoci finalmente di fronte di fronte all’ingresso della Trattoria da Ruggero, voltandoci vediamo la città distendersi laggiù in fondo. Speriamo ne sia valsa la pena di tutta questa scarpinata: la nostra recensione.
Ruggero è un indirizzo che figura quasi sempre nelle liste con le migliori trattorie, anche in quelle che, ancor più precise, indicano le migliori trattorie secondo il rapporto qualità-prezzo (un parametro che, soprattutto in questo segmento, è da tenere in altissima considerazione).
Entro e scopro un ambiente vecchio stile davvero: Ruggero non deve rinnovare il suo arredamento dagli anni ’70 (o dall’inizio degli ’80), immancabili insomma le croste alle pareti, i tavoli un po’ troppo vicini ma coperti di tovaglie bianche (come ormai non usa più), ed ecco anche i menu in pelle nera un po’ consumati, e anche – da notare in questo momento di psicosi collettiva – una clientela che deve essere molto affezionata e poco paranoica, se pur prenotando con un giorno d’anticipo ho trovato un tavolo (di lunedì) solo dopo le 21:30.
Il menu, riempito a mano e in cui i primi sono tradizionalmente chiamati “minestre”, si concede qualche libertà rispetto a quelli più classici da trattoria fiorentina, per esempio trovo le puntarelle (preparate rigorosamente alla romana – e non è l’unica contaminazione in quella direzione, essendoci anche dei maccheroncini all’amatriciana), che ordino, sono un po’ troppo corte e troppo molli; qualcosa è andato storto, ma è pur sempre apprezzabile in quanto variazione, e poi c’è una certa abbondanza di carciofi, pure non scontata a Firenze. Altra frivolezza che si riscontra nella carta è quella di dedicare un’intera pagina al vino della casa, un Chianti battezzato Roger (e che sta a 16 euro).
Vino senza infamie e senza lodi – dignitoso ma un po’ caro per essere quello della casa – e legato a un aneddoto curioso. Uno degli habitué di Ruggero è il giornalista sportivo Ubaldo Scanagatta, che occupandosi principalmente di tennis, sapendo di dover seguire presto un torneo internazionale si è fatto una volta dare una bottiglia di Roger per consegnarla a Federer, spiegandogli che l’etichetta non c’entrava nulla con lui, ma il campione avrebbe comunque apprezzato – o almeno così racconta da queste parti Scanagatta.
I piatti di Ruggero
La farinata di cavolo nero, oltre a essere un must della tradizione toscana è un piccolo trattato di cucina, riportandoci dritti dritti alle minestre a base di cereali provenienti dalla Roma antica, un piccolo reperto di archeologia gastronomica che qui trovo eseguito direi alla perfezione. Abbondanti e generosi di condimenti i taglierini ai carciofi – un’altra variazione in un menu tipicamente toscano (ma anche in questo caso il passo e la presentazione del piatto sono quelli ruspanti da vera osteria).
Capitiamo in questo posto il giorno prima di un periodo di due settimane di chiusura, ragion per cui addirittura tre dei piatti che vorrebbe ordinare l’amico che mi accompagna risultano finiti. Non i miei però, che decido di provare il bollito considerato lo spazio sproporzionato che gli viene riservato in menu (ha una voce a parte e promette un mix di cimalino, zampa, lingua e costoline, il tutto naturalmente accompagnato dalla salsa verde). Questo bollito arriva servito in un ampio vassoio di metallo, disposto in modo un po’ approssimativo e parzialmente coperto dai succhi di cottura. Non è presentato al meglio insomma – anche se in trattoria possiamo chiudere un occhio – quello che però si vede sin dal primo colpo d’occhio è che non ci sono le costoline (e direi neanche la lingua).
La porzione è in ogni caso abbondante, passo i pezzi nel piatto e li cospargo moderatamente di salsa verde. A risultare più interessanti sono le consistenze cartilaginose della zampa ma sinceramente tutta l’enfasi che viene posta dalla carta di Ruggero su questo bollito mi pare immotivata. Meglio avrei fatto, me ne rendo conto vedendo passare le porzioni dirette purtroppo altrove, a puntare sull’arista – alta, succulenta, generosa (certo, sto giudicando solo l’aspetto ma così pare).
I dolci sono deludenti, la torta alle mele è bruciacchiata e troppo gommosa, mentre i cantucci non hanno quel qualcosa in più che dovrebbero mostrare per lasciarsi ricordare (grandezza del taglio, croccantezza, sapidità – niente di tutto ciò, sono la versione cheap dei soliti biscotti). Pare che Ruggero punti a impressionare anche col caffè, il che è un fatto curioso per una trattoria, infatti il caffè viene servito in una tazza ampia (ma non da cappuccino) e questa tazza, dato che sul caffé di Ruggero circolano voci convinte, deve davvero fare il suo bravo effetto sugli avventori, tanto più che alla prova d’assaggio il caffè risulta bruciato.
Prezzi e conto
I prezzi degli antipasti vanno dai 6 ai 9 euro, quelli dei primi (le “minestre”) sono tra i 9 e i 10, il bollito è a 15 e i secondi in generale tra 13 e 16 (eccezion fatta per la bistecca a 45 euro al chilo, in linea con i prezzi cittadini); i contorni sono tra i 6 e i 10 euro e i dolci sono a 6, mentre il caffè viene 2 euro.
In totale spendiamo 44 euro a testa (per un totale di 88), che a me tutto considerato sembrano proprio troppi. In generale la lista delle trattorie tipiche a Firenze, in cui come dicevo all’inizio Ruggero finisce immancabilmente, è davvero lunga, troppo lunga mi pare, lunga e direi stancante nella sua sostanziale ripetitività (Ruggero è una trattoria normalona, volendo definirla con le categorie dei memer): sarebbe ora di cominciare a sfoltirla un po’ e di arricchire quella delle variazioni (più coraggiose possibile) sul tema (dateci insomma qualche osteria edgy, qualche locanda wholesome, qualche taverna dank ma vi prego NON APRITE ALTRE TRATTORIE NORMIE, NON SE NE PUO’ PIU’).
Informazioni
Ristorante Il Guscio
Indirizzo: Via Senese 89r, Firenze
Orari di apertura: dal giovedì al lunedì dalle 12 alle 14:30, e dalle 19:30 alle 22:30. Chiuso martedì e mercoledì.
Tipo di cucina: fiorentina (con qualche escursione)
Ambiente: trattoria fané
Servizio: gentile