La Trattoria Da me è un locale che, pur avendo il proprio fulcro nella cucina di Bologna, sa esprimere anche alcuni piatti giocosi e creativi che guardano alla tradizione con estrema disinvoltura. Sia nel menu invernale, più ricco e robusto, che in quello estivo, sono presenti i grandi monumenti della gastronomia petroniana accostati ad alcune portate più innovative come il gelato di formaggi (da assaggiare come antipasto o dessert), i tagliolini squacquerone e friggione o il pollo fritto che mescola i sapori bolognesi a quelli thailandesi.
Una scelta che accontenta sia chi ricerca la cucina di una volta, sia gli amanti delle novità con proposte a cui sono indirizzati anche i garbati consigli del personale.
La sala è arredata con uno stile sobrio che si permette alcuni piccoli vezzo come le madie e gli oggetti appesi alle pareti a richiamare le vecchie case. Deliziosa la saletta da sei posti con il grande tavolo e la piccola televisione che ricorda la sala da pranzo della nonna. Meno gradevole il dehors che, per forza di cose, affaccia su via San Felice, una delle arterie del centro storico.
Il menu, i piatti
Potete sbizzarrirvi di fronte a una proposta tra il tradizionale e il creativo e una carta dei vini – volutamente ristretta alle produzioni del territorio – che presenta alcune scelte non scontate e prezzi contenuti. In effetti, considerando lo scontrino tendenzialmente alto dei locali bolognesi, il menu della Trattoria da Me non è eccessivamente esoso: il costo di un pasto completo dall’antipasto al dolce sfiora i 50 euro.
Si consideri anche il servizio distinto, all’altezza di un’offerta per l’appunto non banale: alla scelta del gelato ai formaggi, piatto naturalmente allettante, il cameriere consiglia di abbinare anche qualcosa di salato come le polpette di baccalà, per esaltarne il sapore. E l’esperimento risulta ben riuscito: il gusto pieno di stracchino, robiola e gorgonzola, accompagnato da una classica confettura di fichi, si sposa benissimo con le polpettine di baccalà dorate e croccanti (che però all’interno risultano leggermente leggermente troppo pastose). Passa egregiamente la prova delle crescentine, soffici e ben gonfie.
Le strade nuove qui si tentano su più fronti: con il passatello su fondo di brodo di broccoli e cime di rapa, condito con baccalà e uvetta (si consideri che questo tipo di pasta casalinga è più spesso declinata nella versione asciutta), forse un po’ troppo tenace e poco sapido, ma anche con i ravioli ripieni di ricotta, accompagnati dalle acciughe cantabrico, burro di malga, zenzero e semi di papavero. L’associazione di burro e alici, entrato nella nostra cultura gastronomica da secoli, si amalgama con un tortellone tradizionale in cui lo zenzero dona un tocco piacevole di fresca piccantezza. In entrambi i casi si può dire che il tabù dell’associazione di formaggi e pesce qui è abbondantemente superato con un paio di gradevoli abbinamenti.
La barra vira sul classico quando si passa sui secondi. D’altronde la cotoletta di “da Me” viene descritta come una delle migliori in città. La fettina di vitello ha uno spessore contenuto ed è eseguita correttamente a livello di panatura e frittura. Le dimensioni sono generose e, come vuole la tradizione, è coperta da una larga fetta di prosciutto e uno strato di parmigiano che, in questo caso, è sotto forma di una consistente velatura bianca. L’insieme non è sgradevole, peccato che l’uso eccessivo della panna nella crema di parmigiano che riporta ai fasti degli anni ottanta e ottunde un po’ i sapori con un’eccessiva pesantezza. Molto morbida e ben glassata di fondo al sangiovese è invece la guancia di maiale, insospettabilmente delicata, servita su una piccola panzanella di pane, pomodoro, cetriolo e cipollotto con una soluzione che rinfresca decisamente un piatto non particolarmente estivo.
Il gioco della rivisitazione persiste anche nei dessert. Pa zuppa inglese diventa un dolce al cucchiaio servito con alchermes dealcolato: un espediente, questo, usato per fare apprezzare il tipico dolce bolognese anche ai bambini, ma che riserva una bella sorpresa alleggerendo notevolmente la cucchiaiata. La coppa Malù, grande classico da banco frigo degli anni novanta, viene riproposta con gelato al cioccolato e cardamomo, biscotto al rosmarino e una densa panna fatta al momento. Decisa e divertente.
Opinione
La trattoria Da me ha fatto la scelta di rimanere a cavallo di due mondi, quello tradizionale e quello di ricerca, in bilico perenne cercando di non perdere la sfida su nessuno dei due. La sensazione è che non esprima appieno tutte le sue potenzialità, pur rimanendo un locale estremamente piacevole.
PRO
- I "tabù" sfidati, spesso con successo
- Servizio attento e all'altezza di una "trattoria" che vuole essere qualcosa di più
CONTRO
- Qualche sbavatura in cucina