Che il bello della Versilia sia nascosto tra le gole ai piedi delle Alpi Apuane è un segreto ormai svelato, per farne esperienza del resto è sufficiente avere gli occhi. Quel che possiamo fare qui è addentrarci per voi tra quei recessi silvestri e vedere di dirvi se vale la pena deviare dalla vostra traiettoria per ragioni squisitamente gastronomiche. Ebbene già che siete qui a leggere questa recensione l’avrete capito: sì, l’occasione si presta, un luogo c’è, un luogo nientemeno che incantato: l’Osteria Candalla, alle spalle di Camaiore.
Per arrivarci, saliamo per i tornanti che ci portano, lungo le sponde del piccolo Rio Lombricese, alle Candalla Waterfalls (sic) che sono, come suggerisce il tragico nome, delle cascate in mezzo al bosco. Si tuffano in pozze balneabili di acqua cristallina, se siete sfiniti dell’unta brodaglia agostana di Viareggio già queste costituirebbero un diversivo perfetto – ma come è chiaro non siamo qui per loro.
Infatti ad appena cinque minuti di distanza, più a valle, ad attendervi ecco l’Osteria Candalla, ospitata da un antico mulino che sfruttava le acque di questo piccolo torrente. Ed entrando nel ristorante, passando da una all’altra delle pittoresche sale in pietra, potrete a un certo punto sbucare su una delle sponde del fiumiciattolo, dove l’osteria continua su terrazzamenti in legno disposti irregolarmente, a mo’ di piccole palafitte, e scendendo ancora è possibile infine arrivare a lambire le acque che scorrono serene e trasparenti. A questo punto su un ponticello di legno potrete attraversare il rio, falene blu elettrico vi danzeranno intorno, mentre ai vostri piedi, tra i flutti, sgusceranno piccole trote. Raggiunta l’altra sponda una spiaggetta di sabbia e ciottoli si distende tra le fronde di alcuni esuberanti banani, hanno perfino dei piccoli frutti. È estate, mettetevi un fiore tra i capelli e accomodatevi pure sugli sgabelli e i massi che ci sono da queste parti: i camerieri vi hanno invitato a scendere qui perché è qui che con un cocktail (da ordinare al bancone di un piccolo chiringuito) comincerà la cena. Al mio moscow mule non mancava nulla – per la cronaca – ma la sensazione di sentirmi in un cartone di Miyazaki non credo in questo contesto di poterla attribuire alle abilità del barman.
Il menu e i prezzi
In tempo di Covid il menu arriva su un foglio fotocopiato, ed è come lo ricordavo, perché da queste parti ci sono già passato. Gli antipasti vanno dai 10 ai 14 euro, e sono impostati sulla classica (e un po’ stantia) proposta di prosciutti e formaggi locali – anche se i salumi in zona sanno farsi ricordare – qualche guizzo più interessante si trova nel mix della casa, tra cui ad esempio spicca la scarpaccia, una tipica torta salata di queste parti, con l’impasto arricchito di zucchine. I primi, dai 10 ai 12 euro, giocano ancora con le proposte tradizionali; così come fanno i secondi – tra i 12 e i 18 euro – in cui la carta chiarisce che in questa osteria la cucina è di terra. I dolci sono tutti a 6 euro. Interessante la carta dei vini, in cui si nota la netta prevalenza di etichette toscane, divise tra quelle del territorio (che si spingono fino alle produzioni lucchesi di Montecarlo e della Garfagnana) e le altre comunque regionali, mostrando una certa attenzione per quanto riguarda le proposte bio-dinamiche.
I piatti dell’Osteria Candalla
La cucina dell’Osteria Candalla è come accennato legata alla tradizione locale ma non si nega qualche decisa interpretazione personale: i testaroli che ordino per esempio, se da un lato sono un must di queste montagne, dall’altro sono declinati con originalità, dato che il classico condimento al pesto stavolta è realizzato con sedano e agrumi, e con una consistente presenza di pistacchi (condimento forse un filo troppo generoso in relazione ai brandelli di pasta, e con un fondo appena troppo liquido – godibile però per la freschezza e la punta di acidità degli agrumi, inattesa in questo contesto).
Discorso simile per il piccione ripieno cotto nel vin santo con stringhe in umido, la cui realizzazione è stavolta perfetta. Della tartare con maionese nostrale a spiccare è la delicatezza vellutata proprio della maionese, mentre dovrò continuare a interrogarmi circa il bianco mangiare salato, che non ho ordinato (del resto un motivo per tornare qui comunque preferisco avercelo).
Il conto
Le altre volte che sono stato qui ho apprezzato anche i dolci, che stavolta non ho preso perché accanto al nostro tavolo un signore compiva 51 anni, e ha deciso di offrirci un paio di fette della sua crostata alla frutta – negli scenari fiabeschi talvolta può capitare anche questo. Con un paio di caffè, una bottiglia di vino, una d’acqua e un amaro (offerto) siamo arrivati a spendere 54 euro a testa, considerate però nel conto anche i due aperitivi presi lungo il torrente. Vabbè, la recensione esprime un giudizio così palese che mi pare superfluo metterlo ulteriormente in parole ma già che ci siamo: piatti della tradizione versiliese rivisitati con mano sicura in un contesto da sogno.
Informazioni
Indirizzo: Via di Candalla, 264 – Camaiore (Lucca)
Sito web: www.osteriacandalla.it
Orari di apertura: aperto tutti i giorni dalle 20 alle 24, sabato e domenica anche dalle 13 alle 15.
Tipo di cucina: tradizionale versiliese con rivisitazioni
Ambiente: rustico e fiabesco
Servizio: cortese