Per una mappa delle trattorie di Venezia bisogna partire da lontano, tornando per la precisione ai primi decenni del ‘900. Nel 1928 Elio Zorzi pubblica infatti un piccolo capolavoro intitolato “Osterie Veneziane”. Il sottotitolo “La gastronomia veneziana nei secoli”, rischia di far interpretare l’opera semplicemente come una ricerca storica, quando invece si ha tra le mani un testo che è un viaggio nella tradizione, una bibbia gastronomica, una guida per orientarsi tra piatti, locali e influenze secolari.
Si parla di osterie, ma Zorzi ci fa capire subito come il panorama dell’offerta cittadina fosse alquanto variegato (e variopinto): taverne, caneve, malvasie, magazeni, bastioni, samarchi, fritolini, bacari. Ogni luogo aveva le sue specialità gastronomiche, enologiche e soprattutto antropologiche. Si segue Zorzi ovunque, ci si fa accompagnare in posti dei quali ci viene raccontata la storia, si chiamano per nome titolari e clienti. Ecco: cosa rimane oggi dell’eredità di Zorzi? Con l’obiettivo di costruire una gourmap delle trattorie veneziane – quelle che per Zorzi erano le osterie – ci si scontra subito con una difficoltà prima di tutto di concetto, e poi gastronomica. Esistono ancora i luoghi elencati da Zorzi? Esiste ancora la categoria e si possono ritrovare gli stessi posti descritti, addirittura a distanza di oltre 90 anni? La risposta sintetica, per chi si vuole fermare qui, è: purtroppo no.
Stiamo andando di accetta, per carità, ma se per i ristoranti è possibile tracciare un percorso più che dignitoso, per le trattorie il panorama non è troppo confortante. La confusione è notevole, rendendo difficile districarsi in mezzo a centinaia di offerte. Da una parte infatti ci sono locali tradizionali, citati da Zorzi, dei quali rimangono in piedi solo le vestigia, la dicitura “storico” e una scelta di proposte gastronomiche medie servite a prezzi fuori mercato, accompagnate da travi a vista, sedie di legno e paglia, ed eloquenti quadri alle pareti. In questo caso, pur non vivendo esperienze memorabili, ci si può probabilmente consolare sapendo di aver mangiato in un locale dalla storia secolare. Dall’altra parte ci sono gli odori di precotto, le vetrine con le foto pronte a farsi indicare con il dito, i buttadentro e il surgelato: qui, a meno di non essere degli sprovveduti, è possibile riuscire a salvarsi. Le reali difficoltà iniziano a manifestarsi nella fascia intermedia, fatta cioè di locali sufficientemente dignitosi, abbastanza nascosti al passaggio della massa da sembrare autentici, con nomi che non strillano smaccatamente la venezianità delle gondole e del ponte di Rialto, interni accoglienti, un plateatico onesto, un paio di cambi gestione che hanno visto i proprietari storici cedere per stanchezza o per altro, e che tutto sommato godono di recensioni positive. Ecco, in questo caso molto spesso si esce insoddisfatti, con aspettative deluse per qualità e prezzi.
Dobbiamo concludere che a Venezia le campane suonano a morto per le trattorie? Insomma, è tutto perduto? Ovviamente no. Ci sono ancora una manciata di indirizzi affidabili, accoglienti, solidi e “resistenti”. Li abbiamo scovati con fatica, recensione dopo recensione, ed ora eccoli qui, nella nostra ormai inconfondibile formula della gourmap. Ecco le migliori trattorie di Venezia, se vi pare.