Passeggiare a Firenze e sentirsi l’olfatto solleticato dall’odore lievemente acre e ruvido degli arrosticini fa pensare di essere forse preda di un miraggio e quindi chiusi gli occhi ecco che posso immaginarmi tra i vicoli di Tagliacozzo, o tra quelli di Roccaraso, Santo Stefano di Sessanio o magari di Pescocostanzo, e invece gli occhi non li ho mai chiusi e mi trovo all’inizio di Via Maggio, una delle strade più chic del capoluogo toscano. E camminando verso il fiume ecco che metto a fuoco la porticina da cui arriva l’attraente fragranza, è quella di un piccolo e coloratissimo localino, aperto già da un paio d’anni: un’osteria abruzzese che si chiama L’Arrosticini, e che in effetti offre l’opportunità di un’esperienza gastronomica unica in città.
Per quanto l’Abruzzo non sia poi così lontano, a paragonare il menu di questo posto con quello di una classica trattoria fiorentina mi viene quasi da accomunarlo mentalmente a un ristorantino etnico, ché a guardar bene la cucina abruzzese è piuttosto lontana da quella toscana.
Menu e prezzi
Coloratissimo e molto pop, l’aspetto accogliente e disimpegnato della minuscola osteria è completato dai tavoli e dalle sedie in formica, che fanno sperare in una cena non troppo cara. In questo periodo il piccolo L’Arrosticini è riuscito a conquistare lo spazio per qualche tavolo all’aperto, dato che il sindaco Nardella ha concesso la possibilità di utilizzare gratuitamente il suolo pubblico a tutti i ristoranti del centro storico, ma non vi è riuscito senza doversi scontrare con i fastidiosi proprietari del palazzo, che hanno imposto l’utilizzo tra i tavolini esterni e le mura del palazzo stesso di pareti di plexiglas – unico caso in città. Mal gliene incolga, ovviamente, mentre per me invece la presenza delle sedute esterne è un bene e infatti mi piazzo proprio qui, per studiare il menu estivo.
Gli antipasti vanno dai 3,50 ai 15 euro del tagliare di salumi; i primi dai 7 ai 12; i secondi da 10 a 12, mentre gli arrosticini viaggiano a 1 euro al pezzo (1,30 per quelli di fegato); i contorni stanno a 4, i dolci a 5, gli amari a 2,50 e i distillati 3,50 euro (ma è naturale che il pasto qui va chiuso con la Genziana, per altro in questo caso ottima e spesso offerta dalla casa). Vini da osteria, come da copione abruzzesi, afferenti alla categoria pensavo peggio, birre dozzinali e da ignorare.
I piatti di L’Arrosticini
Le pallotte cace e ‘ove, il formaggio fritto, la coratella in umido, il timballo teramano, gli spaghetti alla chitarra col sugo delle pallotte, gli arrosticini, la pecora al cotturo e diverse altre specialità regionali che possono volteggiare col correre dei mesi sul menu di questo posto, sarebbero proposte comunissime superata l’Umbria e gli Appennini, ma qui non si trovano mai e il luogo dunque mi attira ciclicamente col suo richiamo da sirena terragna cinta di un bel grembiule impataccato.
Stasera per antipasto ci sono anche i fiori di zucca, e non resisto al prenderli, all’apparenza sembrano un filo troppo unti e invece una volta addentati risulta che no, non lo sono. Stesso discorso per il formaggio fritto, come sempre grasso e perfetto (mi dispiace aver scoperto che ne va ghiotto anche Salvini, ma del resto chi non?) Le pallotte invece sono un po’ più tenaci del solito, ho il sospetto che non siano state impastate oggi (è la prima volta che mi capita qui), il sugo al contrario è vivace come sempre.
Per illudermi di restare leggero (lo so, fa ridere) evito di ordinare anche la coratella – qui servita in minuscoli cubetti e le cui consistenza e profumo sono di solito particolarmente speziati e invitanti – e pure la pasta (che qui è tirata a mano) e passo direttamente a un altro grande classico abruzzese, la pecora al cotturo, in Toscana di fatto introvabile. Piatto da transumanza e naturalmente di montagna – quella che si mangia a L’Arrosticini (al netto proprio degli arrosticini, tipici della costa) è una cucina abruzzese d’altura, l’unica davvero significativa del resto – la pecora al cotturo che magari conoscete come alla callara è un piatto di carne lunghissimamente stufato (almeno 8 ore) che rende tenerissima l’altrimenti tenace ciccia ovina. Morbida dunque, speziata in modo pungente e carica di sugo (un dettaglio non scontato) mi spiace quasi finirla questa pecorella e passare agli immancabili arrosticini, che qui purtroppo non vengono preparati sulla brace, come sarebbe meglio, ma su una resistenza elettrica – a causa di non ho capito bene quale problema con l’aerazione della cucina. Per quanto cotti con maestria trovo che a livello di fragranza la differenza si senta, non che la circostanza mi impedisca di ordinarne ogni volta almeno una quindicina, intendiamoci.
In conclusione
Con questo caldo evito i dolcetti (di solito secchi e fatti in casa), il conto – 47 euro – essendo in due è per Firenze abbordabilissimo, la Genziana ci viene offerta. Durante il lockdown L’Arrosticini ha allestito un servizio di consegne a domicilio, qualche volta ho avuto modo di usarlo. Oggi c’era poca gente oltre a noi, dato che per quanto semplice ciò che è proposto in menu è qui inusuale e per i miei gusti piuttosto allettante arrivo a dire che mi auguro che i due giovani proprietari riescano a cavarsela in questo periodaccio.
Informazioni
L’Arrosticini
Numero di telefono: 055 0600520
Indirizzo: via Maggio 61r
Orari di apertura: tutte le sere dalle 19:30 alle 23:30, il sabato anche a pranzo, dalle 12:30 alle 14:30
Sito Web: www.larrosticini-firenze.it
Tipo di cucina: tipica abruzzese
Servizio: informale
Ambiente: pop