Il Risotto e ossobuco migliore di Milano? Se sei alla ricerca di una trattoria che ti faccia volare sull’onda della tradizione gastronomica meneghina, ecco, non è il caso de La Bettola di Piero, o almeno non andarci con le aspettative altissime, altrimenti il rischio è di uscire alla fine della cena con una smorfia di puro dolore.
In fondo anche, soprattutto, chi bazzica una città ricchissima di stimoli gastronomici internazionali e fusion come Milano, a volte ha necessità di riconnettersi col pianeta terra e con i piatti caserecci e tradizionali. Quelli che, a casa, non si mangiano quasi più, complici preparazioni piuttosto ardite e, soprattutto, lunghe. Quelli, per capirci, che faceva la mitica nonna che anche noi che non siamo superchef abbiamo avuto.
Tra i tanti indirizzi di trattorie che volevo provare da un po’, c’era appunto La Bettola di Piero. Piuttosto spesso, infatti, ci passo davanti a piedi e la porta d’ingresso, letteralmente ricoperta di prestigiose vetrofanie, silenziosamente mi invita ogni volta. Ammetto di avere una certa reverenziale attrazione per le certificazioni adesive (TripAdvisor a parte, s’intende), o forse più semplicemente mi fido del lavoro degli altri e di chi lo fa per un’egida importante e conclamatamente autorevole. Mi fido di Michelin, ad esempio, come mi fido di Osterie d’Italia: magari possono approssimare sul conto finale, ma sulla qualità mi sono trovata poche volte in disaccordo.
Immaginatevi quindi che delusione amplificata dall’aspettativa, quando il piatto milanese per eccellenza, uno dei simboli di una trattoria che spazia tra tradizioni piemontesi e lombarde e (a detta dei più) destreggiandosi decisamente bene, non ha raggiunto la sufficienza.
Il locale, il menu e i prezzi
Questa, sì, è una “recensione sommaria”, non per spirito di giudizio spiccio, ma per numero di piatti degustati: due. D’altra parte, quando ci si vuole confrontare con un mostro sacro come il risotto con ossobuco, il “piatto unico” per eccellenza, non c’è molto da aggiungerci. Mettiamoci pure che 29 euro per un piatto ti fanno ben immaginare che non serva nulla altro come companatico.
Il menu è piuttosto snello e schietto, più adatto a carnivori e decisamente limitato come scelta vegetariana, anche se non mi aspetto molto di più da una trattoria tradizionale.
I piatti
Per andare al sodo: il risotto risultava molto poco cremoso, anzi quasi slegato (e stavolta a testimonianza c’è la foto che parla da sola, una delle poche occasioni in cui si vede ad occhio che non ci siamo proprio). Risotto all’onda e mantecato, quello che sognamo tutti, non pervenuto.
La carne dell’ossobuco, invece, in quanto a consistenza è risultata tenera e quasi si tagliava senza coltello, ma molto salata e con una gremolada con una parte acida davvero troppo marcata. Insomma, una delusione su più fronti. Il boccone più goloso del piatto è risultato il midollo, che comunque, si sa, è sempre troppo poco. Peccato, perché l’ambiente, con diverse sale, oggetti quasi sempre azzeccati, classiche tovagliette a quadri bianche e rosse (che personalmente non stancano mai, quando intorno il contesto risulta autentico) e mobili di modernariato da invidia, è uno tra i più accoglienti e genuini in città. Complici forse anche dei tavolini da casa di bambola, dove in quattro si raggiunge una certa intimità, tanto che si fatica a trovare il posto per la bottiglia di vino, ma che fanno tanto “cena tra congiunti”, e a me piace sempre. L’altro piatto assaggiato è stato quello a base di spaghetti di Gragnano al cipollotto: compitino eseguito sufficientemente, ma un piatto senza anima e senza spinta, piuttosto anonimo, e con un difetto non trascurabile: la parte finale degli spaghetti al limite della crudità.
Prezzi nella norma, con un picco per i due classici in menu, come da copione: risotto con ossobuco (29 euro) e costoletta alla milanese con patate al forno (27 euro), ma piuttosto in media con gli altri locali e soprattutto si perdona dato che acqua e coperto non sono nel conto. Carta dei vini più che degna e varia, senza vino sfuso, uno state of mind in lento e costante declino.
Servizio cortese e senza troppi fronzoli, che insieme ad un menu snello e schietto e all’ambiente davvero piacevole fanno raggiungere la quasi sufficienza ad una trattoria che prometteva meraviglie. Maledette aspettative.
Informazioni
La Bettola di Piero
Indirizzo: Via Orti, 17, 20122 Milano
Telefono: 02 5518 4947
Chiuso la domenica e il sabato a pranzo
Web: facebook.com/labettoladipiero
Tipo di cucina: piatti tradizionali lombardi e piemontesi
Ambiente: rètro ma credibile
Servizio: discreto e cortese