Così come non è tutto oro quello che luccica nell’alta ristorazione, lo stesso vale per la cucina popolare: vi sarà ben capitato di entrare in una trattoria che vi pareva bella, tradizionale e succulenta e prendervi un bidone di dimensioni sesquipedali, no?
Le fregature non conoscono classe sociale: esistono nell’high society come tra noi villici, in centro città e in periferia.
Ecco dunque un elenco parzialissimo di indizi, dodici per l’esattezza, per riconoscere in un attimo una osteria-truffa da evitare come la peste.
C’è il famoso “buttadentro”, il tipo in gilet con l’aria da pregiudicato che ti dice: “dottore! Vieni a mangiare! Cucina tipica, prezzi bassi!”. Il buttadentro è garanzia di paccottiglia.
Se riuscite a sbirciare in cucina notate la cameriera che mette in una caraffa i fondi dei vini bianchi e rossi per servire un tavolo che ha ordinato del rosé (vi garantisco che l’ho visto con i miei occhi).
Ordinate gli spaghetti e arrivano in un minuto: precuocere la pasta, in trattoria, ci può stare; scaldarla al microonde dovrebbe essere proibito dalla Convenzione di Ginevra.
Mentre attendete il vostro turno, vi rendete conto che un cliente al tavolo lì vicino sta tragicamente virando al verde-viola.
In carta c’è il cordon bleu (e altri surgelati assortiti tipici).
In sala c’è un cane e il cuoco gli grida “torna subito in cucina!” (anche questo vi posso assicurare che l’ho visto con i miei occhi).
Sono presenti i “piatti civetta” per i turisti: le linguine all’Alfredo, gli spaghetti alla bolognese…
Il menu propone contemporaneamente cucina del territorio, quella nazionale, la pizza, il sushi, il thai e il tex-mex.
Il piatto con cinque gamberoni alla piastra costa 8 euro (saranno i famosissimi gamberoni di Fukushima).
Ci sono piatti totalmente fuori contesto e stagione: a Udine la parmigiana di melanzane. A dicembre.
Il menu è scritto in tre lingue diverse con numerosi errori di ortografia, specialmente in italiano.
Il vino della casa è così acido che può essere usato tranquillamente per sciogliere i vostri nemici.
Infine, dopo tutti questi indizi, vi lascio con una prova che si può fare molto velocemente: in trattoria ordinate le patatine fritte.
Con questo semplice piatto capirete tutto e in un attimo potrete verificare se siete capitati malissimo, soltanto male o se invece vi trovate in un paradiso della cucina popolare.