Riders dipendenti, sotto contratto anziché pagati a cottimo? Realistico, anzi, reale, dal momento che esiste il food delivery (gourmet) di You Cook a Milano.
La loro proposta arriva in un momento ancora delicato: non accennano a placarsi infatti le polemiche sui ciclisti che consegnano a casa nostra pizze, poke, sushi e compagnia bella e che generalmente lavorano in condizioni di perenne precariato con salari che a malapena consentono di ordinarla, una di quelle pizze a domicilio. Dopo le “liste di proscrizione” (così le ha definite il rapper Fedez, dopo essere stato chiamato in causa dai riders di Deliverance) sui vip che non danno la mancia, i fattorini sono stati anche protagonisti dei cortei del Primo Maggio un po’ in tutta Italia.
Quindi, non possiamo che augurarci tutti quanti il successo di iniziative di questo tipo, sperando che possano pian piano diventare un modello di impresa.
Come funziona You Cook
Le premesse di questa start up del delivery, fondata nel 2018 dal giovane Francesco Renzullo e da Luciano Giancotti, country manager di una multinazionale che opera nei servizi finanziari, sembrano davvero interessanti. “I modelli di business cambiano” – afferma Renzullo – “ma la visione rimane la stessa: innovare il mondo del food delivery arricchendolo di elementi di sostenibilità”.
Perché il modello “convenzionale” di food delivery tanto sostenibile ed etico non è. E Francesco, che prima di fondare You Cook ha lavorato come fattorino – mentre studiava, come molti – in Inghilterra e in Italia, lo sa bene. “Al di là delle paghe”, ci ha spiegato, “il problema è che rider e azienda sono considerati e percepiti come due entità separate, per nulla preparati al loro lavoro e coinvolti in alcun modo nella crescita aziendale”.
“Mi chiedo perché mai un calciatore o un rapper, per quanto ricchi, dovrebbero dare la mancia a un fattorino, se il servizio è quello che è. La mancia si dà quando il valore aggiunto è maggiore rispetto alle aspettative”, commenta. “I rider non sono messi nelle condizioni di poter lavorare bene, e per quanto possa fare la politica, sono le aziende a dover fare un passo importante”.
Oggi You Cook è un delivery di ristoranti e pasticcerie di alta gamma (per il momento troviamo, sul sito, si trova solo l’Orto Green Food&Mood by Eataly Milano, e per il resto c’è un “coming soon”). Poi, packaging di design biodegradabili e compostabili. Terzo, un target ben preciso: YouCook punta infatti a diventare il provider di fiducia degli uffici business di Milano.
Ma soprattutto, la start-up milanese si distingue per la professionalità dei rider, che sono formati – parlano inglese, conoscono bene il cibo che consegnano e ricevono indicazioni sulle tematiche di sicurezza sul lavro e sulle norme igienico – sanitarie – e inquadrati secondo il contratto della Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni del CCNL, a tempo determinato part-time o full-time.
“Io stesso sono un rider”, specifica Francesco”, “i fondatori fanno le consegne, così come alcuni nostri dipendenti, che si occupano anche di comunicazione per l’azienda. Alcuni di loro hanno investito in You Cook, acquisendo una parte delle quote”.
E i mezzi, le cargo-bike, sono aziendali, il che non è assolutamente da trascurarsi.
Per ora You Cook è un delivery B2B, rivolto ad aziende che a loro volta somministrano cibo, ma, verso settembre, si amplierà al B2C, e potremo valutare il servizio a domicilio comparandolo con quello dei marchi più noti.
Un progetto lodevole, non c’è che dire, che dovrà vedersela con i limiti intrinseci del servizio di delivery, a partire dalla possibilità di operare in fasce orarie generalmente molto ridotte (quelle del pranzo e soprattutto della cena) fino alla domanda cruciale che – fino a ora – sembra aver posto il muro più alto su cui rimbalzano le richieste dei riders: quanto è disposto a spendere un cliente per un servizio di cibo a domicilio?