È il momento di stare calmi, non quello di assaltare i supermercati. Sulla poca utilità di precipitarsi nel panico a fare la spesa, avevamo già scritto qualche tempo fa. E ora lo ribadiamo, dopo che questa notte – a seguito della conferenza stampa in cui il premier Conte ha esteso le restrizioni della “zona rossa” in tutta la Penisola, ora definita “zona protetta” – si è assistito a code chilometriche davanti ai supermercati aperti ventiquattrore su ventiquattro. Alla faccia degli assembramenti dell’apericena.
Come tanti non smettiamo di chiederci: ma davvero la paura di restare senza i vostri biscotti preferiti supera quella di stare ore ammassati fianco a fianco con possibili soggetti a rischio? Che poi magari, è ora che ve lo mettiate in testa: i soggetti a rischio siete proprio voi, e la vostra corsa a fare la spesa vanifica il sacrificio di molti che stanno in casa, anche per voi. Le scene di questa notte non possono che dimostrare che stiamo (ancora) sottovalutando il problema Coronavirus, e stiamo (ancora) agendo in preda al panico.
Innanzitutto, mettiamoci in testa che il cibo non manca. Se usiamo la prima persona plurale è semplicemente perché capiamo chi ha paura. Capiamo perfino chi, nella notte, si rende conto che la situazione sta cambiando, e potrebbe cambiare ancora. La paura è un sentimento umano, che bisognerebbe però affrontare facendo un lungo respiro, e tentando di razionalizzare.
Non resteremo senza cibo. Non ci troveremo senza scorte in dispensa con i supermercati chiusi. Dunque, non c’è davvero necessità di correre a fare la spesa durante la notte, ammassandosi sulla prima scialuppa del Titanic con la certezza di farla affondare prima ancora che vada giù il transatlantico.
Andiamo con ordine, perché quello dell’approvvigionamento alimentare, nei supermercati fisici o digitali, così come nei negozi di quartiere, con le nuove precauzioni anti contagio, è certamente una questione.
Spesa online
La soluzione migliore sarebbe, per tutti, fare la spesa online. In generale ci sembra il modo più efficace per limitare al massimo ogni genere di contatto tra le persone. Sono in tanti a fornire questo servizio: Esselunga, Carrefour, Coop e Pam nel mondo della GDO, ma anche Eataly, o il nativo digitale Cortilia, che fa della spesa digitale la propria ragione di esistenza. Insomma, le soluzioni sono tante.
Certo, non tutte sono facilmente fruibili in questi giorni di caos: i siti spesso risultano “in down” a fronte a un numero di richieste inaspettatamente superiore al solito, e al momento i tempi di attesa per ricevere una spesa sul pianerottolo di casa sono piuttosto lunghi. Ieri pomeriggio – in tempi di panico limitato, quando ancora l’Italia non era un’unica “zona protetta” – per ricevere la spesa di Esselunga nella mia abitazione di Torino avrei dovuto aspettare come minimo cinque giorni.
Comprensibile che nemmeno i colossi della grande distribuzione fossero adeguatamente preparati ad affrontare una domanda così imprevista e improvvisa, ed è probabile che correranno ai ripari in fretta, potenziando e migliorando il servizio di spesa online. Quindi, ancora una volta: niente panico.
Le botteghe di quartiere
Dopodiché, se proprio avete necessità di comprare urgentemente beni di prima necessità, ci viene da dire che forse la scelta migliore è rivolgersi al pizzicagnolo sotto casa, più che correre all’ipermercato. Non ne facciamo (solo) una questione di supporto economico alle piccole imprese; anche se quel tema esiste, e le nostre azioni quotidiane contano specialmente in questo momento.
Si tratta anche di una questione di buon senso: difficilmente nel negozio sotto casa – se si rispettano le regole vigenti – troverò assembramenti. Comprerò cose e toccherò superfici che, prima di me, non sono state tocchicciate da migliaia di persone nel panico. Farò meno strada, indi per cui – per il calcolo delle probabilità – incontrerò meno persone. Esco, compro la pasta, il latte e la carta igienica, mi tengo a un metro di distanza dal negoziante, rientro. Fine della storia. Ho aiutato una piccola realtà in difficoltà, ho tenuto a bada la diffusione del virus. Pensateci.
Supermercati aperti 24 ore
La fornitura di alimentari del droghiere sotto casa proprio non soddisfa le esigenze della vostra numerosissima famiglia. Niente, avete bisogno di andare a riempire i carrelli e avere il frigo pieno, altrimenti non vi sentite tranquilli.
Ok, preso atto che proprio non ne possiate fare a meno, il consiglio è (magari dopo aver aspettato qualche giorno, per far calmare le acque) di andare a fare la spesa durante la notte e – come da raccomandazioni – uno solo per famiglia.
I supermercati h24, in effetti, garantiscono l’accesso in orari in cui generalmente, al netto di situazioni di panico insensato, si corre il rischio di incontrare un numero minore di persone. Dunque andiamo a fare la spesa con coscienza, cercando di auto-scaglionarci negli approvvigionamenti, cercando di non fare le gite in famiglia al supermercato. Carrefour, ad esempio, ha almeno un centinaio di punti vendita sul territorio perennemente aperti. Per sapere quali sono e dove si trovano, basta andare sul sito di Carrefour e, nel menu in alto a destra della cartina, filtrare quelli aperti ventiquattrore al giorno. A una prima ricerca, ne contiamo almeno una decina in Piemonte, altrettanti in Liguria, più di cinquanta in Lombardia e nel Lazio.
Un’ultima cosa, un consiglio spassionato di sopravvivenza civile: quando vi avvicinate a un supermercato e notate che fuori c’è la fila, sterzate. Girate i tacchi, se siete a piedi. Procrastinate gli acquisti a quando quella “coda” di persone non ci sarà più.