Starbucks Caramel Macchiato, supermercato contro caffetteria: Prova d’assaggio

Il confronto tra il Caramel Macchiato di Sturbucks in mug dell'iconica caffetteria contro quello del supermercato: cosa cambia nel prezzo, nella fruizione e nel gusto.

Starbucks Caramel Macchiato, supermercato contro caffetteria: Prova d’assaggio

Per questa Prova d’assaggio mettiamo a confronto l’iconico Caramel Macchiato di Starbucks, nella versione classica in mug da caffetteria, e quello venduto al supermercato

Alzi la mano chi non ha mai inserito, in un qualsiasi viaggio al di fuori dei patri confini, di un pellegrinaggio in una delle caffetterie di Starbucks. Prima del 6 settembre 2018 si intende, il punto di non ritorno, ingresso ufficiale della sirena del caffè in Italia, con l’inaugurazione della Starbucks Reserve Roastery di Milano, alla quale sono seguite tutte le altre aperture.

Sembra passato tanto tempo, vero?

Ogni epoca ha avuto i suoi food tour popolari, quasi fossero un cartellino da timbrare una volta scesi dall’aereo. Se dieci anni fa erano mitici gli Hard Rock Cafè, visitati e ricercati più per riportarsi a casa una maglietta di rito della città che per sedersi ad ammirare le chitarre e le varie memorabilia alle pareti, i nostri giorni sono scanditi dalle insegne estere che sbarcano nella Penisola (ricordate l’apertura di Jollibee a Milano?) Starbucks su tutti.

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Lì si va per l’esperienza, che per noi provincialottti italiaci equivale a mettere un piede nel bel mondo cosmopolita, sedersi in una poltroncina (perché nel nostro immaginario la comodità di perdersi ore seduti non ha prezzo) scroccando il wifi (che negli anni è stato gratuito on-off di nozione in nazione) e ingurgitando uno di quei beveroni dai marchi registrati.

Una grandissima operazione commerciale che ciclicamente viene proposta (solitamente con poco successo) da tutti i marchi di caffetterie in Italia, con menu e combinazioni ad hoc per cercare di inserire nuovi prodotti, aumentando allo stesso tempo lo scontrino medio dell’italiano appassionato di espresso. Eppure nessuno riesce a suscitare lo stesso entusiasmo di Starbucks, a fare delle proprie “ricette” marchi di fabbrica riconoscibili e desiderabili. Intanto, però, lo Specialty Coffee e le micro-torrefazioni ne giovano: grazie alla multinazionale delle caffetterie anche gli italiani accettano di pagare un caffè più di 90 centesimi, come è giusto che sia, alla faccia di chi vuole fare dell’espresso italiano Patrimonio Immateriale dell’Unesco.

Caramel Macchiato di Starbucks: meglio in caffetteria o al supermercato?

Oggi Starbucks, il colosso, si allarga alla grande distribuzione italiana, piazzando Frappuccini & Co tra gli scaffali dei supermercati: un’ operazione di consolidamento del marchio oppure, più poeticamente, smania di accontentare le brame dei ragazzotti di tutte le province (anche quelle più profonde) che possono così sentirsi fighi come i coetanei milanesi, che le caffetterie iconiche ce le hanno sotto casa?

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La martellante comparsa tra i banchi frigo (sei supermercati più à la page, si intende) dei cappuccini brandizzati Starbucks mi ha fatto sorgere questo dubbio. Saranno uguali i prodotti provati in caffetteria e gli “stessi” proposti per la fruizione domestica, al supermercato? Verifichiamolo!

Confesso di non essere mai stato un fan accanito del Frappuccino, ma del Caramel Macchiato sì: caffellate luuuuuungo e dolce, con sentori, ça va sans dire, di caramello, servito in un bicchierone di carta dalle forme note su cui campeggia il mio nome sbagliato. Si può desiderare di più? Forse. Poterlo bere comodamente a casa, per esempio, ammesso e non concesso che il godimento sia lo stesso.

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Iniziamo da un classico caramel macchiato (prezzo: 4,20€ per la versione ‘grande’) in una delle nuovisssime caffetterie della sirena milanese, già da tempo addobbate con le proposte natalizie (ma la cioccolata calda con i marshmallow arrostiti è “forte” anche per me). Caldo ma non bollente, dolcificaato a sufficenza dal caramello aggiunto, così da non dover aggiungere zucchero.

La versione confezionata per il supermercato (prezzo, 2,49 euro) parte già con una grossa differenza.

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Va consumata fredda. Una scelta comprensibile, così facendo si amplia la possibilità di consumo: possiamo berlo tra gli scaffali del supermercato o tornando a casa. Però non ci sono indicazioni su come si possa riscaldare la bevanda, eventualmente.

Una bevanda, peraltro, servita in un bel packaging dalla curiosa cannuccia estensibile. Lunga la lista ingredienti, per un prodotto realizzato in Danimarca che potrà forse ricordare la versione al banco estiva del Caramel Macchiato, ma che di quella calda rimane lontana parente.