Sulla costa orientale della Sicilia, un posto suggestivo e stranamente nostalgico dove andare ogni volta che si può –meglio se di prima mattina– è lo storico mercato alimentare di Ortigia, la parte antica di Siracusa.
Tutti i giorni, domenica esclusa, va in scena la rappresentazione classica di un mercato siciliano del cibo, tutto ciò che ci si aspetta è al suo posto: le grida e un frenetico gesticolare non mancano mai, ma prima di tutto ci sono gli odori, molti meravigliosi, altri meno.
Dai banchi occhieggiano le autentiche specialità regionali, tutta mercanzia fresca e tagliata al momento: erbe aromatiche, pomodori, arance rosse mature, melanzane di un viola profondo, peperoncini rossi e limoni.
Ci sono poi macellai e venditore di frutti di mare, vi sentirete osservate mentre passeggiate da una sfilza di pesci spada.
Storico, autentico, ma anche capace di reinventarsi ogni giorno.
Ci trovi sempre nuovi tipi di formaggio, dalle forme più strane, come quelli di maiale fatti dal Caseificio Borderi, che al mercato ha una piccola bottega in cui si confezionano mega panini, piatti di salumi siciliani arrotolati e ripieni e insalate fresche.
Ma il posto che vale il viaggio fino al mercato di di Ortigia, qualunque sia la vostra provenienza, è il suk del prodotto tipico dei Fratelli Burgio.
A pochi passi dalle chiassose negoziazioni di pesce, seguite il ghiaccio sciolto e lo riconoscerete: sempre affollato, è lo spazio con qualche tavolino per sedersi in cui i fratelloni siracusani servono invitanti taglieri misti.
Li pagherete tra i dai 12 e i 20 euro.
Il banco formaggi è pieno e punta tutto sulla tipicità. Inconfondibili due pecorini: il Piacentino ennese, proprio giallo, con aggiunta di zafferano e pepe nero in grani, e quello col pistacchio di Bronte, lasciato intero.
Poi le varietà di capra girgentana (dalla provincia di Agrigento) e la tricotta, ricotta infornata.
Ci sarebbero anche conserve, sughi e marmellate, comprese quelle un po’ in disuso come le specialissime conserve di mare. Vasetti da miracolo della bontà. E per non farvi partire subito direzione Ortigia, sorvoliamo sulla meraviglia della bottarga. Ma voi provatela.
I Burgio chiudono alle 15.30, tenetelo a mente.
In Sicilia l’animazione dei mercati è un rito, basti pensare a Ballarò e alla Vucciria a Palermo, forse i più famosi mercati siciliani oggi purtroppo lasciati decadere.
Cosa che non è successa a Siracusa, un buon motivo per andarci di mattina presto: precedete la folla e sperimentare il mercato incontaminato.