Correva l’anno 1957 quando lungo viale Regina Giovanna a Milano spuntava timida il primo Esselunga. Da quel giorno la catena fondata da Bernardo Caprotti conquistò capoluogo meneghino e Lombardia, estendendosi poi in Piemonte, Liguria, Veneto, Toscana, Emilia Romagna: Il Nord Italia, nella sostanza.
Nessun punto vendita sotto la linea del Po, per il dispiacere di tanti, dato il rapporto qualità prezzo spesso imbattibile, l’unico biologico davvero a buon mercato, la freschezza della carne e del pesce, i bar all’uscita quasi sempre all’altezza.
Da ieri, a 15 anni di distanza dal progetto iniziale, e dopo 11 milioni di investimenti, la situazione è cambiata.
Esselunga è arrivata a Roma con il primo centro commerciale aperto in via Prenestina, all’angolo con viale Togliatti, che affianca quello aperto nel 2004 ad Aprilia, in provincia di Latina.
Il 154esimo negozio della catena ha una superficie di vendita ragguardevole, superiore ai 4500 metri quadri, e parcheggi capaci di ospitare oltre 800 automobili.
Tra gli scaffali disposti con precisione meneghina i romani trovano ortofrutta sfusa e confezionata; pescheria assistita; macelleria con oltre 350 tagli; gastronomia con prodotti laziali e pane fresco fatto dai panettieri del colosso milanese.
Ma Esselunga non ha intenzione di fermarsi a Roma, nonostante i 170 dipendenti e le opere di urbanizzazione per circa 6,5 milioni di euro, inclusa la salvaguardia di reperti archeologici rinvenuti durante i lavori.
Secondo Marina Sylvia Caprotti, figlia di Bernardo, che ha inseguito fino all’ultimo giorno della sua vita l’apertura romana, senza riuscirci, l’apertura romana di ieri sarà il banco di prova per capire se esistono le condizioni per l’avanzata di Esselunga verso Sud.
[Crediti | Link: Il Tempo, immagini: Corriere Roma]