Prendi un prodotto già lanciato con scarso successo e rilancialo nel cuore di una pandemia attraverso un’iniziativa benefica: Giovanni Rana, con i tuoi ravioli dolci con cioccolato ci hai insegnato a vivere. Sei il nonno che tutti gli studenti di marketing vorrebbero, il vero scafato dell’hype da GDO.
Già, perché il raviolo dolce con cioccolato di Giovanni Rana di cui tutti parlano e di cui molti cercano traccia a scaffale (l’azienda produce davvero un’enormità di gusti, impossibile farceli trovare tutti, o forse sarà voluto, sta di fatto non è facile reperire la limited edition del raviolo cioccolatoso) è stato rilanciato di recente, ma si tratta di un prodotto che l’azienda aveva già presentato nel 2009 (“si possono adagiare su composte di frutti rossi o arance oppure flambarli con Rhum, Cointreau o Cognac“, ahhh, quanto tempo sembra passato), e che oggi ritroviamo a scaffale spinto da una comunicazione pompatissima, una sezione del sito dedicata, un ampio ricettario e una campagna social che Ferragni scansate (che devi mostrare per bene il raviolone da dessert).
Tutto acquista forza, e diverso significato, anche per il progetto solidale a cui è legata questa edizione limitata, in vendita al tutt’altro che modico prezzo di 3,99 euro.
Il progetto solidale
Come spiega Gian Luca Rana, amministratore delegato dell’azienda, l’iniziativa è nata osservando lo scenario di questo particolare periodo storico. Nella primavera del 2020 la metà della famiglie italiane ha subìto una forte riduzione del reddito, che in alcuni casi ha toccato anche il 50%. Un dato che unitamente a quelli forniti dal Banco Alimentare ha sensibilizzato l’azienda ad attivarsi con un’iniziativa a sostegno delle persone più in difficoltà.
Giovanni Rana ha quindi pensato di rilanciare i ravioli dolci al cioccolato in versione limited edition, li troveremo a scaffale dal 26 ottobre al 28 febbraio 2021. Per ogni confezione acquistata il Pastificio Rana donerà due prodotti freschi Giovanni Rana a Banco Alimentare, che li distribuirà alle strutture caritative presenti su tutto il territorio italiano. Il tutto sarà documentato attraverso i canali istituzionali dell’azienda. Insomma un win win. Tutto molto bello insomma, ma sono anche buoni?
A leggere la lista ingredienti direi che di studio sulla ricetta ce ne sia stato parecchio.
Ingredienti
Ripieno 55%: crema al cacao e nocciole 35% (zucchero, olio di girasole, burro di cacao, nocciole 13%, cacao magro in polvere 7,5%, siero di latte in polvere, lattosio, aroma naturale di vaniglia), ricotta (siero di latte, latte, panna, sale), granella di nocciola del Piemonte IGP 7%, siero di latte in polvere, latte scremato in polvere, gocce di cioccolato 5%, (zucchero di canna, pasta di cacao, burro di cacao, lecitina di soia, estratto di vaniglia), fibre vegetali (contengono frumento), zucchero a velo (zucchero, amido di mais), amidi, cacao magro in polvere 0,7%, sale.
Pasta 45%: farina di grano tenero, uovo 20%, semola di grano duro, acqua, cacao magro in polvere 2,5%.
In padella
Non ho (ovviamente) utilizzato altri orpelli aromatici, mi sono limitata a seguire scrupolosamente le indicazioni riportate in retroetichetta: burro, zucchero e acqua in cui far sobbollire i ravioli per circa 6 minuti. Lo spessore della pasta tiene bene la cottura, il raviolo cuoce conservando una certa resistenza alla masticazione.
L’apporto del cacao nell’impasto è utile più per una questione visiva che aromatica, che rimanda più all’uovo e all’utilizzo del burro in cottura. È il ripieno a convincermi, una sorta di madeleine, avete presente quella famosa crema spalmabile alle nocciole? Ecco, quella crema alle nocciole dalla consistenza decisamente più ariosa e leggera grazie alla presenza della ricotta. Il contributo della granella nel ripieno è poco incisivo, ma non se ne sente così tanto la mancanza, la tenacia della pasta (occhio a non stracuocerli) basta da sola a creare quel salvifico alternarsi di consistenze.
Fritti
Uhm, l’aspetto non è granché invitante, ma (non vorrei scadere nell’inflazionato detto che fritta è buona pure una ciabatta, finanche della Lidl) accidenti: la versione fritta è davvero golosa. La pasta sublima la tipica consistenza e diventa altro, uno scrigno super croccante e arioso dai sentori tostati, quelli del cacao, che qui si palesa con più evidenza, che giocano a rimpiattino con il ripieno, una nuvola dai rimandi nutellosi. Non serve altro, è tutto lì.
Se la versione in padella ha bisogno di qualche rinforzino sensoriale (frutta, panna, altro cioccolato, fate voi) per diventare davvero golosa, quella fritta basta a se stessa. D’altronde non ci serviva quel drago del marketing di Giovanni Rana per scoprire che la Nutella calda in un carboidrato fritto piace a chiunque.
Promossi.