Cari amici, vi scrivo da Palermo dove è praticamente estate. In particolare vi mando questa mia da Ballarò, uno dei più colorati mercati italiani.
E domani mattina la passerò al mercato del Capo, a pochi metri di qua, dove si compra uno dei migliori pesci del Paese.
A pranzo, poi, migrerò al nuovo Mercato San Lorenzo. Stasera conto di far serata alla Vucciria, dove in effetti il mercato non c’è praticamente più ma la notte la piazza si riempie di cibo di strada, di panelle, di crocché, di sfincione, di pane con la milza, di frittola, di quarume, di polpi e tutto quel che viene in mente.
L’altroieri a Torino invece sono andato a pranzo alla pescheria Gallina, affacciata sul mastodontico mercato di Porta Palazzo. Il giorno prima avevo fatto la spesa per la settimana al mercato di piazza Madama Cristina.
Tutto questo per dire cosa?
Che una delle più grandi ricchezze alimentari di questo paese sono, appunto, i mercati. I mercati rionali sono la cosa più bella che c’è, un condensato di sapori, colori, cose di qualunque qualità, provenienza, costo, forma, sapore.
Da sempre trovo la qualità dell’ortofrutta dei mercati mediamente molto più alta di quella della grande distribuzione, e se c’è un posto dov’è bello (anche se raro, ancora) mangiare un boccone al volo è tra i banchi di un mercato.
Andate a comprare al mercato, amici.
I mercati sono una delle cose più belle d’Italia. Sarebbe straziante doverli, un giorno, rimpiangere.