NaturaSì: “Gli insetti lasciamoli nel loro mondo”, invece gli altri animali possiamo mangiarli

NaturaSì, la catena di negozi biologici e biodinamici si è apertamente dichiarata contro i prodotti alimentari derivati da insetti. Peccato che il messaggio sia tutt'altro che coerente.

NaturaSì: “Gli insetti lasciamoli nel loro mondo”, invece gli altri animali possiamo mangiarli

Dopo il via libera dell’UE a gennaio 2023 alla commercializzazione di farine di insetti il dibattito sulla possibilità di mangiare o non mangiare insetti si è fatto particolarmente acceso. Le voci contrarie sono piuttosto numerose, di recente anche durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del Lazio il candidato di Fratelli D’Italia Sergio Tiberti ha utilizzato il tema degli insetti come argomento di propaganda.

A lanciare un messaggio contro la commercializzazione degli insetti è stata anche la catena di distribuzione organizzata NaturaSì, tramite un post sui social che ha avuto un seguito anche nella segnaletica interna nei punti vendita del brand italiano, che propone prodotti da agricoltura biologica e biodinamica in tutta Italia con i suoi quasi 400 negozi (ad affiancarla c’è la rete distributiva Ecor).

https://www.facebook.com/naturasi.italia/posts/pfbid029NeG4UK2L6J4ssPrB98d6sUfP9kQQphdUUjXKMD6vGAHCgZv4vjZvakcUZv39B5xl

Il 26 gennaio è comparsa sulla pagina facebook e instagram di NaturaSì l’immagine di un grillo con la scritta: “Gli insetti lasciamoli nel loro mondo. Nei nostri negozi la salute”, mentre la caption del testo recita “Cibo a base di insetti e cibo sintetico non rientrano nei nostri principi di Vita e Salute. Porremo la nostra massima attenzione affinché non entrino nei nostri negozi bio NaturaSì”. Nella segnaletica dei negozi si legge esattamente lo stesso messaggio. Contemporaneamente sul sito web www.naturasi.it è comparso un banner che recita: “tutta farina del nostro sacco”.

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All’interno dello stesso sito si legge in una nota in cui sono spiegati i motivi della decisione: “Pensiamo che il nostro compito sia fornire cibo di origine vegetale, coltivato nel rispetto della crescita fisiologica e sana della pianta, o cibo di origine animale, di animali addomesticati, quali principalmente i ruminanti ed i volatili, allevati in armonia con le caratteristiche della loro specie perché crediamo sia il cibo più adatto alla salute umana in questa epoca e per la nostra cultura”.

NaturaSì Farina insetti

Per quanto la posizione abbia riscosso ampio consenso (soprattutto su Facebook, meno su Instagram) è evidente che il messaggio, pur rimanendo del tutto legittimo, fa leva sull’attuale sentimento di rifiuto e di negazione che si sta generando negli utenti, stimolando la sensazione di “un’invasione” di prodotti a base di insetti che al momento è ben lontana dal verificarsi e alimentando la secolare litigiosità italiana tra i concetti di tradizione e innovazione in campo gastronomico.

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Ma la cosa che appare più incongruente, è l’opportunismo con cui tale informazione viene formulata: la catena vende abitualmente carne e pesce, dunque nello scrivere “gli insetti lasciamoli nel loro mondo” sembra suggerire che vi siano animali che meritano di essere lasciati in vita e altri no, animali di seria A e animali di serie B. Tra gli utenti sono stati in molti a suggerire la contraddittorietà di una visione così spiccatamente specista, che replica l’idea che gli esseri umani siano superiori per status e per il loro valore intrinseco a tutti gli altri essere animali non umani, al punto da poter definire categorie di sacrificabilità tra di loro quando si tratta di cibarsene. Non a caso molte delle critiche provengono da content creator vegani che sarebbero anche tra i primi a rifiutarsi di integrare la propria dieta con insetti o animali in qualsiasi forma.

Il primo pane italiano alla farina di grillo suscita già insulti

L’immagine paternalista del brand che si prende cura dei propri clienti appare funzionale a rafforzare l’impulso d’acquisto in chi legge, soprattutto considerando che il marchio negli ultimi anni ha affrontato diverse ondulazioni finanziarie. Il risultato della campagna anti-insetti però è piuttosto maldestro e si ferma a un’interpretazione superficiale del tema. C’è un margine per ipotizzare che questi proclami siano strumentali a trovare uno spazio mediatico che faccia leva sulle paure e bisogni primari dei potenziali consumatori, l’idea di essere rassicurati sulla salubrità e sulla qualità dei propri alimenti, sebbene nessuno costringa NaturaSì o qualunque altra catena a comprare prodotti a uso alimentare derivato da insetti senza una specifica ragione. Tantomeno a cibarsene.