Lei è figlia dell’ambasciatore portoghese in Africa. Lui, un agronomo italiano. Insieme, producono uno dei cioccolati più buoni del mondo.
Talmente buono che anche il New York Times se ne è occupato, scrivendo un parere più che lusinghiero sui loro prodotti, riassunto dalla frase “mettete la museruola se andate dai Corallo: quel cioccolato è pericoloso”.
E “quel cioccolato” non si trova in raffinati negozi monomarca aperti nei maggiori centri storici o negli aeroporti più frequentati, bensì in un anonimo bar senza pretese a Praca do Principe Real, Lisbona.
E’ questo è il regno di Bettina Corallo, che con l’ex marito Claudio ha dato il via alla produzione del cioccolato unico al mondo.
Claudio, infatti, con il suo diploma da agronomo, è riuscito a ritrovare a Sao Tomè e Principe, una ex colonia portoghese nel mare che circonda il continente africano, alcune piante di cacao che nell’Ottocento furono lì esportate dall’America latina, ha modernizzato tutto il processo produttivo iniziando dalla selezione dei frutti adatti, in base al grado di maturazione, pensando anche alla fermentazione sotto le foglie di banano per un periodo di tempo doppio rispetto agli altri produttori.
Così è nato il cioccolato Corallo, un cioccolato prodotto a partire dai terreni e dalle piante, invece che dai semi o, come la maggior parte della produzione odierna, da semilavorati come la pasta di cacao.
“Il nostro è stato un sogno tropicale nato tra la figlia dell’ambasciatore portoghese e un agronomo della cooperazione italiana”, racconta orgogliosa Bettina.
E ora, il sogno di Bettina e Claudio, nonostante la loro separazione, continua a vivere tra i semi di cacao selezionati da lui e la lavorazione effettuata da lei nel piccolo bar di Lisbona.
Insieme, continuano a produrre uno dei cioccolati più buoni del mondo.
[Crediti | Immagini: Lisboa Cool, Fugas]