Di latte ce n’è uno solo! O almeno, ce n’era, uno solo. E questo “solo” era il latte di origine animale. Di mucca, di capra, di pecora o di asina, al limite pure umano, ma sempre di origine animale.
Mentre il “vero” latte di mucca sembra ormai un ricordo sbiadito noi, moderni consumatori metropolitani prevalentemente vegani, abbiamo adattato il termine “latte” a ogni bevanda biancastra di origine vegetale, allontanando dalle nostre sane e controllate colazioni il latte di mucca ormai obsoleto, grasso e scipito (per i detrattori).
Si è cominciato col latte di soia che ha fatto capolino negli scaffali dei super –e per nostra disgrazia anche nei gusti dei gelati, per arrivare a una varietà che oggi comprende latti ricavati da cocco, avena, soia, riso e addirittura piselli (di cui, francamente, non si sentiva la mancanza, come afferma Dina Cheney, autrice del libro “The new milks” e considerata una luminare del settore “latti vegetali”).
Nel 2017 dovrebbe arrivare sul mercato “Muufree”, il primo latte che parte sì dal DNA della mucca ma che contiene solo grassi al cento per cento vegetali (è o non è Mucca – free?) mentre a breve, dalla Nuova Zelanda, arriverà il “latte” a2, arricchito con le proteine A1 e A2.
PRIMATO LATTE DI SOIA
Il latte di soia copre circa il 50% dell’offerta di latti alternativi, tallonato a breve distanza dal latte di riso. Gli altri tipi, cocco, avena, mandorla sono per ora meno diffusi.
GLI ALTRI INGREDIENTI
Se diamo un’occhiata alla lista degli ingredienti, ci accorgiamo che gli eccipienti, cioè gli ingredienti presenti oltre a quello principale, differiscono parecchio.
Avremo cioè latti che contengono semplice acqua, oltre all’ingrediente principale, mentre in altri casi la lista si allunga (stabilizzanti, aromi vari, oli, vitamine, emulsionanti, calcio, zucchero e sale).
PREZZI
Cambia spesso anche per il prezzo: infatti, pur rimanendo nella stessa tipologia di bevanda, il prezzo può variare da circa 1,30 euro per litro fino a 3,50, a seconda dei punti vendita.
In particolare, considerando il latte di soia (toh, va chi c’è) una recente indagine di mercato ha considerato tre punti vendita di diverse dimensioni (Ipermercato Bennet, Supermercato Carrefour e un piccolo punto vendita Coop) e ha riscontrato notevoli differenze di prezzo.
IL PIU’ CONVENIENTE
Il latte più conveniente al Bennet risulta infatti il Vivi sì di Bennet con un prezzo di 1,79 €/litro, mentre il più caro risulta il Valsoia Soyadrink Light al prezzo di quasi 3 €/litro.
Al Carrefour, invece, il latte più caro risulta l’ Alpro Soya Original ( 2,39 €/litro) mentre il più economico è Carrefour Bio Drink Soia (1,89 €/litro).
Alla Coop, infine, il più caro è Granarolo, al prezzo di 2,29 € al litro, mentre il più conveniente è la marca del punto vendita, Bene Sì Coop, con un prezzo di 1,49 €/litro.
I latti di riso, invece, non sempre presentano la marca del distributore e, per quanto riguarda i latti rimanenti non c’è proprio storia: in genere i punti vendita offrono addirittura una sola marca per ognuno, mediamente più cara rispetto ai cugini di riso e soia, come succede ad esempio per il latte di avena Coop (prezzo massimo di 3,50 €/litro) o di mandorla al punto vendita Carrefour (prezzo massimo 3,39 €/litro).
Insomma, un profluvio di latti alternativi, di cui le caratteristiche spesso ci sono sconosciute. Come fare quindi un po’ di chiarezza tra tutti questi “latti” e tra le loro caratteristiche?
Se infatti per il latte di mucca tutti sapevamo mediamente le nozioni base, tipo che contiene calcio, ferro e le proteine che sarebbero necessarie a sfamare un vitello, dei latti vegetali sappiamo poco, e spesso ci fermiamo ad alcune informazioni minime, del tipo che il latte di cocco ha parecchi grassi mentre il latte di mandorla è molto proteico. Stop.
Cerchiamo allora di districarci nella giungla dei latti vegetali, esaminando brevemente le caratteristiche di ognuno di essi.
LATTE DI MANDORLA
Il più conosciuto, il più antico, quello che più ci è familiare. Proteico, ma anche abbastanza ricco di grassi insaturi, i grassi “buoni”, oltre che di minerali essenziali come potassio e calcio, nonché di vitamine.
Un latte vegetale che, per il gusto delle dolci mandorle, ci dà quasi l’impressione di mangiare un dessert. E senza troppi sensi di colpa (65 calorie circa per un etto, contro le 40 circa del latte vaccino)! Veramente, un buon latte!
LATTE DI COCCO
Rinfrescante e dissetante, è un latte da usare con moderazione: può contenere dalle 150 alle 200 calorie per etto, percentuale che varia in relazione all’acqua aggiunta durante la lavorazione ma, in ogni caso, una vera bomba, rispetto agli altri “latti”.
Ottenuto per spremitura della polpa del cocco non è da confondere con l’acqua del cocco, che è il liquido trasparente contenuto all’interno.
Oltre all’importante apporto calorico, è anche ricco di grassi saturi, in particolare di acido laurico che, pur essendo un grasso saturo contribuisce a innalzare i livelli del colesterolo “buono”. Molto utilizzato in cucina per insaporire piatti dolci o salati.
LATTE DI SOIA
Il primo, l’apripista, il pioniere di fronte a cui molti di noi hanno storto (e continuano a farlo) il naso. Ricavato dai fagioli della soia, è povero di grassi e di colesterolo. Molto valida la presenza di proteine del gruppo A, B ed E, che lo rendono simile, da punto di vista proteico, al latte vaccino.
Le proteine della soia fungono da spazzini delle arterie abbassando il livello del colesterolo “cattivo” ma non di quello buono. Per le donne, poi, un vantaggio in più: sembra –anche se gli studi non sono ancora completamente verificati– che gli isoflavoni della soia aiutino durante i disturbi della menopausa.
L’apporto calorico è contenuto, poco più di 30 calorie per etto di bevanda. In compenso il gusto fa per così dire abbastanza riflettere: additivi, a me!
LATTE DI RISO
Partito in sordina sta ora decollando come tutti i suoi simili, anche grazie al sapore zuccherino. E’ infatti ricco di zuccheri semplici ma di modesto apporto proteico e sono del tutto assenti componenti del latte vaccino quali la vitamina B12 e la vitamina D.
Modesto l’apporto calorico (nemmeno 50 calori per etto). Nota negativa: è quasi sempre addizionato con olii, in genere di girasole. Peccato. Però è buono e dolce.
LATTE DI AVENA
Con il potere di trasportarci istantaneamente nella verde campagna inglese davanti ad una scodella di porridge, il latte di avena è povero di grassi e con poche calorie (nemmeno 50 per etto di prodotto).
E’ ricco di carboidrati complessi, che lo rendono un alimento ideale per le diete in quanto aumenta la sensazione di sazietà. E’ efficace nel ridurre il colesterolo LDL, grazie alla presenza di fibre.
Diventerà parte integrante e onnipresente della mia colazione da domani: meglio prevenire che curare!
E …FARSELO IN CASA?
Eh, sì, perché c’è anche questa alternativa, che si sta diffondendo rapidamente tra gastrofighetti e vegani (ormai praticamente la stessa cosa).
Produrre in casa queste bevande non è difficile, e le ricette abbondano nei blog e nelle riviste di cucina. Molto utile, in questo senso, il libro Formaggi Veg di Grazia Cacciola (Sonda, 224 pag. 19:90 €).
Perché procurarsi un pugno di avena o di riso è sicuramente più agevole che procurarsi una mucca.