In collaborazione con La Perla di Torino
Se non conoscete le Langhe, il paesaggio patrimonio Unesco proteso tra il Po e l’appennino ligure, niente come le parole del vignaiolo simbolo della zona, Bartolo Mascarello, vi aiuteranno a capirle.
Un tempo, lungo la strada provinciale che va verso Alba si poteva leggere il cartello “Zona depressa”. Poi, quando il vino è diventato business, secondo Mascarello, al posto di quel cartello ne avrebbero dovuto metterne un altro: “Zona colpita da improvviso benessere”.
Ma al netto dell’ironia tagliente di Mascarello, il livello della ristorazione è elevato mentre il Piemonte, da queste parti, offre il meglio dei suoi prodotti, difficile cascare male. Il tartufo, per esempio, è anche dolce.
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Il tartufo dolce delle Langhe è un vero capriccio: una pralina di cioccolato finissimo che avvolge le nocciole IGP del Piemonte.
Proprio i tartufi dolci sono il fiore all’occhiello de “La Perla di Torino”, cioccolateria fondata nel 1992 da un baluardo della pasticceria piemontese, Sergio Arzilli, che dopo 30 anni di attività decide di ricominciare in nome della sua vera passione: il cioccolato.
La ricetta di famiglia —come racconta a Dissapore Valentina Arzilli—, giovane e determinata figlia di Sergio— è stata messa a punto dopo numerose sessioni di assaggio.
Il risultato, ovvero La Perla Nera, oggi quintessenza della produzione, nonché prodotto più venduto per la capacità di incontrare il gusto dei consumatori italiani e stranieri, è una pralina dolce al tartufo.
Oltre ai tartufi, nell’ampio catalogo La Perla di Torino ci sono bon bon, tavolette e creme spalmabili (non solo) al cioccolato, senza dimenticare la pralineria assortita e i magnifici gianduiotti.
Tutto realizzato con l’accuratezza artigianale di chi ama il proprio lavoro, avvalendosi di ingredienti pregiati come le nocciole della varietà “tonda gentile delle Langhe”, per molti la migliore del mondo, e il cacao proveniente dalle piantagioni di Caraibi e Venezuela.
Proprio le nocciole, che la cioccolateria impiega nel 40% delle ricette, sono lavorate direttamente nel laboratorio, dove vengono pelate, tostate e trattate fino a ottenere quella pasta grezza che è il Dna comune ai prodotti La Perla.
Non c’è altro: zero aromi o conservanti sintetici, e assenza totale di glutine. Una scelta, questa, voluta proprio dal fondatore —celiaco lui stesso—, e dunque intenzionato a permettere ai clienti, anche quelli intolleranti al glutine, di apprezzare le sue delizie.
Oggi La Perla di Torino è una realtà di spicco nella produzione di cioccolato: di piccole dimensioni, quasi “tascabile”, ma con una grande reputazione e lo sguardo rivolto al mercato dell’export, senza trascurare i temi ambientali.
“Quando di recente abbiamo ristrutturato lo stabilimento —continua Valentina— abbiamo scelto materiali eco-sostenibili a basso impatto ambientale”.
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Rispetto della tradizione, ma anche impegno verso una modernità piena di passione. Questo abbiamo trovato visitando la cioccolateria La Perla di Torino, protagonista di una scena ricca e di gran livello come quella del cioccolato piemontese, innovato con gusto e ricerca continua del prodotto perfetto.