Un confronto tra i Kit Kat più assurdi presi in Giappone, scelti tra i gusti strani trovati là e poi assaggiati, per una Prova d’assaggio non convenzionale dedicata a uno degli snack più variopinti, che purtroppo in Italia troviamo sempre nelle solite versioni.
Precisiamolo: i Kit Kat verdi e rosa non sono stati di certo lo scopo principale mio del viaggio in Giappone, visto che, peraltro, si possono acquistare facilmente online. Partendo da Tokyo fino ad arrivare a Tsuruoka ho colto l’occasione per andare a caccia di wafer ricoperti multi-colore, e me ne sono tornato con una selezione di 12 tipi di Kit Kat da provare: un nonnulla, considerando gli oltre 300 tipi lanciati da Nestlé dal 2000 ad oggi.
Scoprire dove si trovano i Kit Kat ed andare alla ricerca dei gusti più strani, però, non è stato così facile come pensavo; ho fatto del mio meglio ed ho approfittato di ogni fermata alle stazioni e ai mini-market simil-Autogrill giapponesi per buttare un occhio su quali gusti assurdi fossero disponibili.
Di fatto, la produzione di Kit Kat varia a seconda della stagione e ne vengono distribuiti diversi tipi a seconda della regione, comprese le varie edizioni limitate esistite ed esistenti.
Discalimer: tutto questo entusiasmo per i Kit Kat astrusi giapponesi è un feticcio di noi turisti. Non è un caso se i gusti più particolari si trovano nelle stazioni di servizio e negli aeroporti; i giapponesi, dal canto loro, acquistano comunemente la versione classica, dark e al tè macha, quelli che là si trovano in qualunque supermercato insomma.
In Giappone, i Kit Kat sono venduti in confezioni da 3 (più comuni)o da 12 pezzi (acquistate, nel mio caso, all’aeroporto o al Don Quijote di Tokyo – un centro commerciale, altrettanto assurdo, dove si trovano più facilmente i gusti più strani); quelli giapponesi sono però più piccoli rispetto al classico formato al cioccolato a cui siamo abituati, hanno solo due barrette per snack e sono anche più corti.
Ecco cosa ho riportato a casa, cercato di custodire come un bimbo per circa due settimane, fra sbalzi di temperatura, urti e pressioni subite dalla mia valigia, provato e fatto assaggiare alla cieca (io, da solo, sarei stato troppo condizionato dall’immagine sulla confezione), con tanto di schede di valutazione e punteggio complessivo finale.
Kit Kat Sakè Sakura
Molto invitante alla vista, ha letteralmente il gusto di una saponetta (peraltro usata, visto che il sapore chimico viene smorzato dal latte e dalla parte interna di biscotto). Credo che il colore rosa smorto di questo Kit Kat sia l’unica caratteristica positiva (almeno non è fluo come altri) di fronte al sapore sintetico pervadente, che anestetizza la bocca.
Voto: 3
Kit Kat Wasabi
Anche in questo caso in quanto a chimica non si scherza. Se non altro, non si è rivelato peggio di quelle che erano le aspettative riposte – il mito del Kit Kat al wasabi era familiare a tutti i presenti all’assaggio e, nonostante si trattasse di una degustazione alla cieca, il suo sapore è stato immediatamente riconosciuto (e disprezzato).
Non pizzica come si confà al wasabi: non è nemmeno “divertente” o credibile.
Voto: 5
Kit Kat Pesca
Colore cioccolato bianco. Piuttosto che la pesca, però, ricorda l’Esthatè alla pesca. Non c’è molto altro da dire, perché il suo gusto è monotono e fastidiosamente dolce, ma è comunque interessante, se pensato come la comunissima bevanda in versione solida. O forse no.
Voto: 5
Kit kat Tè verde matcha
Dal colore verde scuro a pallini, è stato uno dei sapori più discussi. Di solito, o si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo per il matcha, un gusto a cui ancora non sono tutti abituati (ed è capitato che gli assaggiatori non lo fossero). Personalmente, avendo provato anche una cioccolata al matcha più autentica, per me era familiare e niente di esilarante, ma è stato anche paragonato a qualcosa di “pescioso” (tradotto poi in glutammico), ricordando appunto l’esperienza ad un sushi all-you-can-eat.
Voto: 5,5
Kit Kat Tè verde hojicha
A tratti, il sapore ricorda un po’ il Tronky. L’ingrediente proposto è, però, quello di una tipologia di tè verde hojicha, che viene cotto al vapore e arrostito sul carbone. Questo Kit Kat ha un sapore dolce, ma meno di cioccolato e più di affumicato e legnoso, a tratti piacevole, perché, in effetti, si ricollega vagamente quello del tè – che, come ho già detto, può piacere come no.
Voto: 6
Kit Kat Fragola
Appena sufficiente. Il sapore più tenue, in generale durante tutto l’assaggio, ha premiato i Kit Kat dal gusto più smorzato, in questo caso, simile a una caramella Mentos alla frutta, non troppo aggressivo. Se non potete fare a meno di un Kit Kat rosa, vi consiglierei di orientarvi su questo, rispetto al sakè sakura.
Voto: 6
Kit Kat Sandwich con pasta di fagioli rossi azuki
La pasta di fagioli rossi è uno degli ingredienti più apprezzati dai giapponesi in pasticceria, presente in molti dolci, che non hanno niente a che vedere coi nostri e, per quanto mi riguarda, nemmeno da invidiare. In questo Kit Kat si sente il pane tostato, ma i fagioli si perdono e, in generale, è molto simile a quello classico al cioccolato, sia alla vista che al gusto. Non cattivo, ma niente di stupefacente.
Voto: 6,2
Kit Kat Uvetta e rum
Non male. Uno snack leggermente alcolico e dal retrogusto dolce e quasi acidulo; la parte del rum tende forse a coprire un po’ il resto, che forse non è poi così sbagliato.
Voto: 6,5
Kit Kat Tiramisù alla fragola (edizione speciale)
L’edizione speciale per il 45esimo anniversario della Kit Kat giapponese, trovata per miracolo ad un FamilyMart in un’autostrada di campagna, è dedicata al tiramisù alla fragola. Si presenta con un colore biancastro, a pallini rossi scuri; il gusto è più simile a quello di una cheesecake, con una parte interessante di biscottato.
Voto: 6,5
Kit Kat Melone di Hokkaido e mascarpone
Gusto di melone molto tenue, a tratti avvolgente, grazie alle note cremose del “mascarpone cheese”. Una combo vincente, che lascia sicuramente sorpresi.
Voto: 7
Kit Kat Sakura Matcha
Unisce, in teoria, il gusto umami del matcha (tè verde giapponese, originariamente servito durante le cerimonie) all’aroma del fiore di ciliegio: sarebbe perfetto per celebrare la stagione della fioritura.
In pratica, però, sa solo di latte e panna, il che si presta bene per ai palati occidentali. Tra tutti i gusti chimici assaggiati questo è forse uno uno dei più apprezzabili.
Voto: 7
Kit Kat Patata viola
Vincitore della degustazione, arrivato a malapena a destinazione (la sua integrità è stata compromessa dalla quantità di oggetti presenti in borsa). Stavolta sono davvero riuscito a sentire la patata viola al 100%, senza artificiose o attenuanti di sapore; naturalmente, ha un gusto molto dolce, ma a tratti anche umami. Assolutamente da provare.
Voto: 8