Ieri Aldi, la catena tedesca che ha inventato la formula del Discount, con 9000 negozi in 18 Paesi oltre a 95 miliardi di euro di fatturato (Coop, che è leader italiano, ne fa 13), ha tagliato il nastro dell’inaugurazione riuscendo a sembrare molto italiano.
Con lo slogan “Italianità, freschezza e regionalità”, scritto a caratteri cubitali sulle insegne all’ingresso, e ribadito a gran voce nelle scaffalatura, tra i prodotti in vendita, Aldi ha parlato chiaro fin dal suo arrivo nella Penisola: “Sappiamo come piacere agli italiani”.
Un esordio salutato dalle varie gazzette del Nord, che hanno raccontato le aperture, simultanee, dei dieci punti vendita a Castellanza (Varese), Bagnolo Mella (Brescia), Cantù (Como), Curno (Bergamo), Peschiera del Garda (Verona), Piacenza, Rovereto, San Donà di Piave, Spilimbergo (Pordenone) e Trento. E che vi possiamo mostrare grazie alle foto di Sempione News e Fruit Book Magazine.
Gelo e neve sono passate (per una volta) in secondo piano, surclassate da una forte curiosità per la novità.
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Come sarà questo nuovo supermercato low cost, che unisce elettronica e attrezzi per il fai-da-te a un nutrito comparto alimentare? Ma soprattutto, come cerca di adattare la propria offerta ai nostri gusti, distinguendola da quella delle tante catene già presenti sul territorio?
Perché il problema, in sostanza, è che il mercato è saturo. Per dirla con una metafora economica abusata, non ci sono più fette di torta da spartire, le alternative sono tante, in alcuni casi perfino troppe, la sfida tra catene di supermercati rischia di ridursi alla gara dei prezzi più bassi e delle promozioni forzate.
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Tutte preoccupazioni che in questi giorni assillano i dirigenti della grande distribuzione, messe nero su bianco da L’Adige. Il quotidiano di zona riporta le dichiarazioni di chi, tirando le fila delle catene che già operano sul territorio, deve fare i conti con i prezzi di Aldi, molto più che concorrenziali.
Tra gli scaffali dei vari punti vendita compaiono decine di “sottocosto” su marchi celebri, dalla Nutella (4,99 euro per 950 grammi) alla pizza Buitoni (1.49 euro per la Bella Napoli ai funghi), fino alla colomba Bauli da un chilo a 2.99 euro.
Un grande classico della grande distribuzione, noterete voialtri: abbassare il prezzo di alcuni prodotti noti, anche più del plausibile, per attirare i clienti e portarli a riempire il carrello.
A questa strategia Aldi sembra affiancarne un’altra: tantissimi prodotti a marchio del supermercato, le famose private label, che portano sugli scaffali prodotti tipici, DOP e IGP, sotto insegne realizzate ad hoc dalla catena tedesca.
Ecco allora, sempre tra le offerte, 400 grammi di fesa di tacchino a 2,39 euro, per la linea (100% italiana, ovviamente) “Il podere”, le Lingue croccanti con olio di oliva a 1,29 euro, per la linea “Preparato come una volta” e il Pesto alla siciliana a 1,29 euro.
Scopriamo così che Aldi ha dedicato marchi alle singole regioni italiane: è il caso, per esempio, di “Tenute di Sicilia”. C’è poi il marchio regionale generico, “Regione che vai”, sotto la cui insegna potete trovare i Savoiardi Sardi o il Pomodoro San Marzano DOP.
Una certosina attenzione è rivolta alle tendenze gastronomiche, rivisitate in chiave low cost: i croissant appena sfornati fanno capolino dal reparto del pane, anche in versione multicereali e miele, a 49 centesimi e non manca la birra pseudo-artigianale.
Le hanno dedicato una linea apposita, prodotta da Amarcord, che non è artigianale ma, potete starne certi, fa quasi tutte le birre che vogliono sembrarlo, anche per Lidl: si chiama “Brewmaster’s choice”, per ora presente in versione American Ale e Ipa.
[Crediti | Sempione News, Fruit Book Magazine, L’Adige]