Non è facile essere un rider, e nemmeno – evidentemente – gestirne una flotta, soprattutto quando il sistema che avevi immaginato si ridefinisce momento dopo momento configurando un futuro dove sempre più spesso i fattorini delle consegne di cibo a domicilio andranno considerati lavoratori dipendenti. Sarà forse per questo che grossi player come Glovo devono correre ai ripari, aumentando qua e là i costi a carico dell’utente. Ed è proprio quello che sta succedendo in questi giorni, con la comparsa di alcune spese extra a fronte dei “soliti” ordini fatti dai clienti fidelizzati dell’app di delivery.
Cosa sono le spese extra (e il “supplemento per il maltempo”)
Ci segnalano diversi lettori, infatti, che da qualche tempo a questa parte su una delle app più popolari del settore sono comparse alcune “spese extra” che prima non c’erano. Spese che compaiono al momento del check out, che iniziano a essere talvolta piuttosto consistenti sul totale dell’ordine.
Già, perché in alcuni casi si parla eslcusivamente di venti centesimi di sovraccarico (oltre alle già previste spese di spedizione, naturalmente, che in genere si assestano sui 2,99 euro) che, dice Glovo, sono spese di servizio che “ci aiutano a gestire l’app, le operazioni e i tema di assistenza”. Insomma, se vogliamo che l’app di delivery sia perfettamente funzionante, e che ci sia un servizio clienti che risponde di eventuali disservizi, dobbiamo pagarcela (o almeno, contribuire a farlo), e il costo è di 0.20 euro a transazione.
Ma non è tutto. In alcuni casi (perfino in casi inspiegabili) compare anche un secondo supplemento: è quello “per il maltempo”, che non si capisce bene cosa significhi – se non che, in effetti, quando facciamo muovere un povero rider in bicicletta sotto un temporale dovremmo prendere coscienza del fatto che non stiamo facendo proprio la migliore e la più etica delle operazioni. Sarà forse per questo che Glovo decide di “punire” gli utenti con 1,50 euro di spese extra per il maltempo, solo che, effettivamente, non si capisce bene come tali spese vengano addebitate. Lo screenshot qui sotto, ad esempio, si riferisce a una transazione fatta a Torino venerdì 22 dicembre, giorno in cui si è registrato l’inverno più anomalo di sempre, con un caldo impressionante per il periodo. Forse, in effetti, il problema era il vento caldo del Föhn, che però al momento dell’ordine si era del tutto placato.
Sta di fatto che, tra consegna, spese di servizio, e supplemento per il maltempo, ormai una consegna su Glovo rischia di costare quasi cinque euro, il che inizia a diventare piuttosto respingente per l’utente.
Tanto più che, a voler mettersi una mano sul cuore nei confronti dei poveri rider, Glovo non manca mai di chiedere se l’utente vuole lasciare una mancia. Che però non si capisce per quale motivo debba passare da loro, anziché essere data – come avviene da sempre – direttamente al rider di riferimento (che non so per voi, ma nel mio caso ha anche, da qualche tempo a questa parte, totalmente smesso di consegnare al piano, ma questa è un’altra storia).