Fragole a 1,29 euro: le promozioni di Eurospin sono state definite “weekend di follia”. E non da qualche gastrofissato ipercritico, bensì dallo stesso discount nel suo volantino di offerte. Ma la vera notizia è un’altra: alla maggior parte dei consumatori questo sta bene, non ci vedono nessun problema, di sfruttamento dei lavoratori o di abbassamento della qualità, nella vendita sottocosto. È il risultato di un sondaggio condotto da Italiafruit news. Le risposte sono abbastanza avvilenti: per il 35% il prezzo scontatissimo è giusto, e un altro 46% ritiene interessante il risparmio.
Quello delle fragole è un settore quanto mai delicato, e più di una volta i produttori sono insorti contro la politica dei prezzi ribassati messa in atto dai discount. Su Fruitbook magazine Pietro Ciardiello, coordinatore del Comitato di prodotto fragole di Ortofrutta Italia ha spiegato: “Di fragole sul mercato ce ne sono ancora poche. Fondamentalmente manca il prodotto spagnolo, l’Italia è in linea con lo stesso periodo dello scorso anno, anche considerando le maggiori superfici investite a fragole del 2021. Piuttosto rileviamo un consumo che si sta concentrando nel fine settimana e questa dinamica mal si sposa con la produzione di un prodotto freschissimo come le fragole. Come gestire in modo ottimale la domanda? Forse le vendite andrebbero incentivate dal lunedì al venerdì? C’è poi la questione del periodo: il picco della produzione italiana si ha dal 20 marzo fino al 10-15 maggio. Ha senso quindi spingere con prezzi sottocosto le fragole a inizio marzo? C’è il rischio di non trovare la quantità giusta e forse nemmeno la qualità“.
All’ennesimo weekend di follia di Eurospin, a fine febbraio, poi prontamente replicato nel fine settimana successivo, Italiafruit news ha effettuato un sondaggio online in collaborazione con Monitor Ortofrutta AgroTer, sulla piattaforma di Toluna, azienda che fornisce panel online. Piccolo campione, ma significativo, di 500 responsabili di acquisto nelle famiglie, ben distribuiti tra nord centro e sud, e spalmati in maniera uniforme per fasce di età. A loro è stato mostrato il volantino e rivolta la domanda: cosa pensi dell’iniziativa? Le risposte erano chiuse: 5 alternative secche.
Per il 46% la proposta è “interessante perché consente di risparmiare“, e va bene, è il senso dello sconto, c’è chi lo accetta in maniera acritica. Ma per il seguente 35% l’offerta “dà il giusto valore al prodotto in questo momento“: c’è chi cioè ha riflettuto sulla possibilità e ha deciso che ok, il prezzo è giusto. Il terzo gruppo è quello degli indifferenti: per il 10% “è una delle tante iniziative promozionali”. Solo il 6% si preoccupa della qualità, che fa lo sforzo di legare ai costi e quindi al prezzo: “a un prezzo così basso potrebbero essere scadenti“.
E infine, appena il 2% compie il passo successivo: a danno di chi sono ricavati i margini? “C’è il rischio che siano sfruttati i lavoratori nei campi“. Eh già. “Forse dovremmo smettere di produrre fragole”, conclude amareggiato il direttore Roberto Della Casa. Forse dovremmo smettere noi di mangiarle, se sapessimo a che condizioni vengono prodotte. O almeno le mangeremo con qualche mal di pancia, come le mozzarelle di bufala da quando abbiamo scoperto che fine fanno i neonati maschi che sono un prodotto di scarto del latte. O forse dovremmo iniziare a informarci seriamente, e provare a cercare le differenze, se ci sono.
[Fonte: Italiafruit news]