Io capisco chi usa la polenta pronta, non lo condanno: fare la polenta è lungo, noioso e faticoso. Quella vera è tutta un’altra cosa, ma comprendo chi utilizza l’istantanea.
Capisco anche chi compra il cous cous già fatto, senza passare la mattina a incocciar palline: è un’attività snervante.
Non mi sento di biasimare chi prende la maionese industriale: fare la maionese è un’arte precisa, ti distrai un attimo e impazzisce.
Che dire poi della pasta sfoglia confezionata? E’ un male necessario, in un attimo fai una torta salata senza impiegare tutto il pomeriggio.
Va bene. Capisco tutti. D’accordo. Sono con voi.
Ma il cotechino precotto? Perché il COTECHINO PRECOTTO?
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Ora riassumo per chi non l’avesse presente la complessa pratica per cuocere un cotechino fresco: prenderlo, metterlo in una pentola colma d’acqua, andarsene. Stop. La fatica è finita.
Cosa c’è, spaventa il doverlo bucherellare prima? Non si ha voglia di bucherellare? Per delle turbe infantili bucherellare disturba?
Uno potrebbe dire: va be’, ma ci mette due ore, quello precotto è un attimo. Certo. Vero. Arrivi a casa in pausa pranzo, devi uscire dopo mezz’ora, e hai un’irrefrenabile voglia di cotechino e allora ci sta, fatti il precotto, hai la mia stima.
Ma: a Natale? Cos’è, ti ha colto di sorpresa? Non ti aspettavi che quest’anno cadesse il 25? “Che stupido, mi ero dimenticato che oggi è Natale! Butta un cotechino precotto nell’acqua che arrivano i parenti”.
La mattina di Natale o di Capodanno o delle feste in generale che cacchio ha da fare chi compra il cotechino precotto? Ha l’estrazione della lotteria del CRAL?
Uno potrebbe anche dire: così risparmio.
[Zampone e cotechino: una guida completa]
UN CACCHIO! I precotti costano perlopiù sui 20/30 euro al chilo. A quella cifra viene a casa tua Spigaroli in persona, chef e produttore di splendidi culatelli, e te lo bucherella lui, il cotechino.
Insomma, il messaggio è: quando al supermercato vedete quella confezione scintillante di cotechino precotto che vi dice “vieni qua! Succhiami direttamente dalla busta!” non fatevi tentare.
Giratevi dall’altra parte, uscite.
E andate in macelleria, perdiana.