In collaborazione con Val d’Oca.
Se arrivate dalla zona del Valdobbiadene, cosa sono le Rive lo sapete benissimo. Di più: con le Rive ci siete cresciuti. Nei vostri occhi, nel vostro linguaggio quotidiano. “Vado in Riva”, dicevano i nonni quando andavano in vigna. Le Rive, per i veneti, sono quei territori in forte pendenza delle colline del Conegliano Valdobbiadene, quelli dove ancora oggi si produce il Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG. Quelli dove si pratica la viticoltura eroica, su terreni incredibilmente scoscesi, dove il lavoro si può fare solo a mano, con grande fatica e ingegno. E non sono tutte uguali: ogni Riva ha il suo nome, preso in prestito dalla frazione del comune in cui si trova. E ogni Riva ha le sue caratteristiche pedologiche, che vanno valorizzate al massimo dalle mani esperte degli agricoltori.
Le Rive rappresentano da sempre la tradizione autentica della viticoltura del Prosecco, perché una volta era solo in collina che si coltivavano le uve, mentre in pianura c’erano mais, frumento e orzo. Solo dall’estate del 2019 le Rive sono state riconosciute dal disciplinare del Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG come unità geografiche indicabili in etichetta, anche se Val d’Oca crede da sempre nella qualità superiore dei vini di questi vigneti, e già prima di questo riconoscimento produceva vini con uve provenienti unicamente da queste zone. Molti dei seicento soci viticoltori della Cantina Produttori di Valdobbiadene, che distribuisce i suoi vini esclusivi per la ristorazione e hospitality con il marchio Val D’Oca, possiedono infatti vigneti in diverse delle 43 Rive riconosciute e la Cantina, nel suo insieme, è tra le realtà più rappresentativa per la produzione di questa specifica tipologia di Prosecco Superiore DOCG.
Le Rive di San Pietro di Barbarozza
La Riva di San Pietro di Barbozza prende il nome dall’omonima frazione del Comune di Valdobbiadene. Ha una rappresentazione geografica abbastanza ampia con inclinature collinari e con pendenze più o meno accentuate, che diventano più dolci verso Valdobbiadene. I terreni, esposti prevalentemente a sud, raggiungono un’altitudine fino a 320 m s.l.m. Qui si registrano escursioni termiche giorno-notte meno accentuate che in altre zone, le temperature diurne sono più costanti e le brezze sono meno presenti, sia di giorno che di notte. Possiamo dire che il clima è mite.
Il paesaggio è estremamente suggestivo, disegnato a perdita d’occhio dalle curve dei filari di vite, interrotte solo da spettacolari alberi, anche questi curati solo a mano, e “casel” e “casere”, testimonianza del passato agricolo: sono i piccoli ricoveri dove i contadini riparavano il bestiame che erano soliti portare in vigna d’estate, a diserbare e concimare naturalmente.
Il suolo è costituito principalmente di materiale di origine fluvioglaciale, ovvero trasportato dai fenomeni di fusione dei ghiacci, e di colore arrossato. I vini di questa meravigliosa zona hanno sentori floreali di rosa e fruttati di mela verde, pesca e albicocca.
Dai selezionati grappoli dorati raccolti a mano dai viticoltori locali nasce il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut Rive S.Pietro di Barbozza. Raffinato, luminoso, dal perlage ordinato ed elegante. All’olfatto sono nette le note fruttate che si uniscono agli aromi floreali tipici del Prosecco. Al gusto si rivela delicato, asciutto armonico. Si abbina con eleganza ad antipasti e primi piatti, come un buon baccalà mantecato alla veneziana o le sarde in saor. Ottimo anche per semplici brindisi.
Le Rive di Santo Stefano
Ci spostiamo dalla frazione di San Pietro di Barbozza a quella di Santo Stefano.
La distanza non è grande, ma le differenze in termini di terroirs si riflettono in modo percettibile sui frutti e sul vino. Il suolo è ricco di marne composte da carbonato di calcio e magnesio che gli conferiscono un colore più giallastro. Questi suoli permettono alle radici della vite di penetrare a fondo, fin a raggiungere la roccia madre.
L’altitudine varia dai 250 ai 300 metri sul livello del mare. Se proviamo ad immaginare il territorio, dobbiamo pensarlo come un susseguirsi di onde che vanno a delineare i rilievi che scendono da nord a sud per andare ad occupare tutte le esposizioni in un modo completo ed emozionante.
Il microclima di questa Riva ha temperature medie più alte e questo favorisce una maggior maturazione dei grappoli. C’è poi un’escursione termica tra il giorno e la notte molto più accentuata rispetto alla Riva di San Pietro, a causa dell’aria fredda che scende dai fianchi del Monte Cesen che, con i suoi 1570 metri di altitudine, sovrasta Valdobbiadene.
Clima e suolo danno uva di alta qualità con grappoli mediamente più grandi rispetto alla media di altre zone, favorendo così anche una buona quantità nelle annate migliori. Ne nascono vini con note di frutta matura (pera, pesca, albicocca) e una persistente eleganza retrolfattiva. Per questo, Val d’Oca ha scelto di mantenere gli zuccheri molto bassi (a 2gr/Lt) dando così vita a un Extra Brut, il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Brut Rive S. Stefano
Le Rive di Colbertaldo
Dalla frazione di Santo Stefano, il nostro percorso tra le zone di eccellenza delle Rive di Valdobbiadene prosegue a sud-est verso Colbertaldo. Siamo nel comune di Vidor. Qui, le colline raggiungono un’altitudine più contenuta (300 m slm) e si presentano come ampi panettoni aperti, ricoperti di vigneti su tutti i lati, tranne quelli esposti a nord.
La particolarità di queste Rive è che manca un raccordo tra collina e pianura, dunque troviamo i vigneti in pendenza fino alla via che corre da Pieve di Soligo a Colbertaldo.
Il paesaggio ha conservato la sua morfologia originale per merito del lavoro rispettoso dei viticoltori che ha permesso di mantenere un equilibrio importante tra le attività produttive ed il territorio, aspetto molto apprezzato da turisti e visitatori.
Grazie alla consuetudine dei contadini di non sostituire interamente le viti più vetuste, ma di rimpiazzare solo quelle effettivamente non più produttive, i vigneti di questa zona sono mediamente vecchie.
Il clima è caratterizzato da un’escursione termica tra le temperature massime del giorno e quelle minime della notte superiore di quasi un grado rispetto alle altre zone.
Il mix di questi due elementi determina le caratteristiche dei vini che ne nascono: eleganti e dall’intensità olfattiva con aromi forti quali tropicale e pera, frutti esotici e frutta matura. Come il Rive di Colbertaldo Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry, dal perlage lento, ordinato, sottile ed elegante. Al naso ricorda il glicine e l’acacia. In bocca è armonico, morbido e lievemente acido, giustamente sapido e persistente. Si abbina ad ogni antipasto e ai piatti di pesce, come alle ricette del nostro territorio quali le zuppe e i risotti.