Le arance. Le bistrattate arance. Perfino loro, nell’epoca dei social media, sono in grado di scatenare tsunami mediatici.
Per la precisione parliamo di arance sbucciate, confezionate in una vaschetta di plastica da pasto ospedaliero, quindi vendute nel banco frigo (anche) del (vostro) supermercato.
Tutto inizia con la foto postata su Twitter da una cliente di Whole Foods, nota catena americana di supermarket dove tutto è bio, o meglio organic, forse raccolto con amore da una contadina in una notte di luna piena, di sicuro molto costoso (vendono acqua di asparagi a 6 dollari).
La foto ritrae le famigerate arance infilate in una vaschetta tristanzuola: resta qualche filamento di cellulosa giusto per preservare la dignità di arance, ma della buccia nessuna traccia.
If only nature would find a way to cover these oranges so we didn’t need to waste so much plastic on them. pic.twitter.com/00YECaHB4D
— Nathalie Gordon (@awlilnatty) 3 marzo 2016
Il tweet è diventato virale. Non mancano dopo tutto le cose cose di cui lamentarsi: la confezione eccessiva per un alimento che, come ha sottolineato la cliente Whole Foods, viene già ben confezionato dalla natura; l’idea che sbucciare un’arancia sia un lavoro faticoso e che qualcuno debba farlo prima per i clienti di Whole Foods (o del nostro supermercato); la bruttezza oggettiva dei frutti denudati; il fatto che tutto ciò avvenga proprio nel tempio del bio e del naturale.
Ma, sorpresa!
La ribellione social seguita alla pubblicazione della foto convince i responsabili della catena di supermarket a ritirare le arance oltre al resto della frutta e degli ortaggi tagliati e confezionati, nonché a porgere pubbliche scuse. Il provvedimento non ferma la discussione, pro e contro continuano a far sentire le proprie ragioni.
@awlilnatty Definitely our mistake. These have been pulled. We hear you, and we will leave them in their natural packaging: the peel. — Whole Foods Market (@WholeFoods) 3 marzo 2016
Pochi gli argomenti a favore: la difficoltà di sbucciare determinati alimenti da parte di persone con disabilità motorie, artriti, artrosi o paralisi; la facilità di consumo in posti non proprio agevoli, come un ufficio.
Troppo pochi per giustificare una filiera improbabile e innaturale: si raccolgono le arance dall’albero, le si priva dell’involucro originale per rimpiazzarlo con uno artificiale, oltre che dannoso per l’ambiente.
Dite anche voi, ne sentite davvero il bisogno?
[Crediti | Link: The Atlantic]