Celebrare i sessant’anni di attività rimettendo mano al prodotto che più di qualunque altro ha segnato la storia della tua azienda non dev’essere un esercizio adatto ai deboli di cuore. Lo sa bene Ferrero, che ha scelto di scrivere un nuovo capitolo nella storia di Nutella, realizzando una versione plant based da aggiungere quindi all’arsenale di prodotti dello storico marchio di Alba, e che promette di avvicinare (o riavvicinare) un’utenza che per ragioni etiche o salutiste segue una dieta priva di prodotti di origine animale. Potevamo forse non dedicarle una prova d’assaggio?
La domanda che tutti ci poniamo, al netto di ingredienti sostitutivi, valori nutrizionali e caratteristiche intrinseche della novità vegana dell’anno (stando agli scaffali del supermercato, si intende) è naturalmente una sola: la Nutella Plant Based saprà replicare le caratteristiche sensoriali che hanno reso la spalmabile alle nocciole più famosa del globo tale? Perché il confronto, almeno per quanto ci riguarda, sarà inevitabile.
Nutella plant based: sapore, ingredienti, Prova d’assaggio
Profilo sensoriale
Colore, cremosità, adesività al cucchiaio, l’aspetto è invitante. Non saprei distinguerla dalla sorella maggiore. In olfazione diretta l’impatto aromatico è identitario, sia in termini di intensità che di qualità sensoriale: quel felice connubio di tostati, nocciola e cacao su tutti, e note lattiche (eh sì, lo so che qui non c’è latte, ma esistono ingredienti magici chiamati “aromi”).
Non perde di credibilità nemmeno in bocca, dolcezza sfacciata, grassa e persistente. Convince anche la texture, cremosa e ricca come da manuale. I più attenti e sensibili, ma stiamo parlando di dettagli sensoriali trascurabili, sul limite del valore soglia, potrebbero notare un accenno di farinosità al tatto e una lievissima nota di cece in retrolfazione, un ricordo del suo liquido di governo. Ma ripeto, stiamo parlando di dettagli impercettibili, è che io qui devo fare quella con la penna rossa.
Se anche voi come la sottoscritta avete per un attimo alzato il dito indice per obbiettare a quel “può contenere latte” riportato in etichetta, vi rispondo con le parole di Stefano Lelli Mami, marketing manager Nutella Italia: “Nutella® Plant-Based è certificata dalla Vegetarian Society come Vegan Approved, la progettazione della linea di produzione dedicata è iniziata a gennaio 2023 e le prime produzioni industriali sono datate giugno 2024”.
Perché quindi utilizzare quella dicitura se il prodotto ha una linea dedicata? Ovviamente per tutelarsi (il latte è un allergene). È una dicitura che le aziende utilizzano quasi obbligatoriamente, compare frequentemente in tutta una serie di prodotti adatti ai vegani. Non sarà certo questa la discriminante nelle scelte di chi predilige alimenti di origine vegetale. Diverso il discorso per chi ha allergie o intolleranze ai latticini invece.
Ingredienti e prezzo
Ingredienti: Zucchero, olio di semi di palma, nocciole (13%), ceci, cacao magro (7,6%), sciroppo di riso in polvere, emulsionanti: lecitine (soia), sale, aromi. Senza glutine. Senza lattosio. Adatta ai vegani. Può contenere latte poiché questo prodotto è fabbricato in uno stabilimento che utilizza latte.
Prezzo: 4,49 euro per la confezione da 350 gr (€ 12,83/kg)
Nutella vegana vs Nutella: il confronto
Da un punto di vista sensoriale Nutella e Nutella Plant Based sono praticamente indistinguibili. Identico l’aspetto, il tema aromatico, il sapore, la texture. Le differenze che ho evidenziato sono così impercettibili da passare inosservate, di certo non compromettono l’esperienza di assaggio, che rimane fedele alla storica ricetta. Cambiano alcuni ingredienti: compaiono ceci, sciroppo di riso in polvere e sale nella versione plant based. E cambia significativamente il prezzo, la versione vegetale costa di più.
È un prodotto più salutare, o sostenibile? Certo che no, ma immagino non fosse questo l’intendo dell’azienda. La narrazione di lancio prodotto del resto parla chiaro, intercettare un segmento di mercato in costante crescita, che si tratti di nostalgici della Nutella o di nuovi adepti. Direi che i presupposti ci sono tutti.
Non possiamo fare a meno di notare, però, la differenza di prezzo. Un gap che si scorge nonostante il packaging simile: il barattolo bombato che caratterizza Nutella viene proposto anche per la cugina vegana, ma le dimensioni leggermente ridotte di quest’ultima non devono ingannarci. In altre parole, se siamo abituati alla confezione da 450 grammi a un prezzo di 4,49 euro, con tutte le variabili del caso (il bicchiere serigrafato da collezione contiene meno prodotto ma costa proporzionalmente di più), Nutella Plant Based ci costerà esattamente la stessa cifra. Un prezzo consigliato di 4,49 euro, per l’appunto, per la confezione (l’unica sul mercato, al momento) da 350 grammi.