Sì, Pasqua 2020 in quarantena. Sì, sarà triste. E sì, sarà triste pure la Pasquetta. Ma grazie alla nostra classifica delle colombe farcite più trash in commercio, vedrete che alla fine non la rimpiangerete più di quel tanto. Alcune creazioni sono talmente off limits da risultare quasi finte. Il gusto e dubbio, ma le certezze sono molte:
- quando le colombe classiche vengono spazzate via, nei supermercati ci restano solo quelle;
- in queste Feste trascorse in isolamento, la zia/vicina di casa non ce le porterà e non dovremo fingere di apprezzare il cadeau;
- l’immagine sulla confezione (talvolta anche apparentemente goloso) non rispecchia, quasi mai, il contenuto.
Parto dal decimo posto: scoprite quali sono secondo me le colombe che non ci faranno rimpiangere la Pasqua, così come l’abbiamo conosciuta fino ai giorni del Covid-19.
10# Colomba Gocciolotta (Balocco)
Allora, oggettivamente una colomba che si chiama “Gocciolotta” non può essere tanto male, nel senso che un po’ te lo aspetti soprattutto dopo anni e anni di pandori e panettoni rivisitati. Inoltre, alla fine, le gocce di cioccolato anche sulla glassa superficiale, oltre che cremose all’interno, hanno un non-so- che di apprezzabile per chi detesta i canditi. Ecco quindi la gocciolotta al decimo posto nella scala crescente di trash, con Maxi Gocce di Cioccolato.
9# Colomba Cioccolato e passion fruit (Motta)
Nell’ottica too much, si comincia a ragionare. Bellina l’idea di fare una colomba completamente al cioccolato e addirittura con crema di cioccolato all’interno (con quell’abbondanza sulla confezione che mai nella vita vedremo nei prodotti)… ma, perché il passion fruit? Non so, forse volevano mettere un tocco di acido accanto a dolce e grasso. Davvero molto gourmet…
8# Colomba Maxi ciock (Balocco)
La Maxiciock ricorda tantissimo, sia come idea che come estetica, una merendina anni ottanta o novanta. Salsa al cioccolato sempre un po’ sciropposa e acidella, impasto spugnoso: questo grande classico dello scaffale pasquale me lo immagino così, e non ho voglia di acquistarlo mai.
7# Colomba Croccantella (Melegatti)
La colomba croccantella è veramente un malloppo con milleduecento ingredienti e aromi e sapori: amarene, ciliegie, cioccolato, amaretti, nocciole, meringhe, due coccodrilli e un orangotango. Qualche elemento è sulla glassa superficiale, altri sono all’interno grazie a queste chiazze di salsa o confettura. Non posso fare a meno di chiedermi: quale sapore vincerà su tutti? Ci si sentirà bimbi come addentando una colomba classica? Ma soprattutto, avrò un antiacido in dispensa?
6# Colomba Tiramisù (Bauli)
Speravo davvero tantissimo di scovare una colomba che richiamasse il tiramisù, questo gigante della tradizione che entra puntualmente in ogni casa, in tutte le occasioni. Ecco, pure nella colomba. Bagna al caffè (sciroppo al caffè, credo), cremozza al mascarpone, cacao superficiale: gli elementi oggettivamente ci sono tutti, ma boh. Posso aggiungere una considerazione davvero molto trash? Mettere sulla confezione un ciuffo di panna bianca e nera proprio in corrispondenza della colomba mi ricorda… i ricordini dei piccioni in piazza del Duomo.
5# Colomba Sol levante ananas fragole yuzu (Sal de Riso – colomba artigianale)
Ananas, fragoline di bosco, yuzu. Nella colomba. Ma perché?! Si tratta, a differenza delle altre in elenco, di una colomba artigianale e non dubito sia buonissima, fatta bene, bilanciata, la più buona colomba dell’universo… ma, diamine, perché? Sta moda dello yuzu è forse sfuggita un po’ di mano. Affascina il vestito giapponese che indossa questa colomba, probabilmente l’assaggerei, ma è vicina alla pole position di trash.
Detto ciò, sappiate che – ironia di mestiere a parte – in generale apprezzo molto Salvatore de Riso. Lui, per questa Pasqua, donerà insieme a Carrefour 5€ ogni colomba venduta: su questo, non oserei mai scherzare.
4# Colomba Profiteroles (Bauli)
Il dessert più retrò letteralmente in groppa alla colomba: “veri bigné” (lo rimarcano, marrone su oro, sul packaging, come potessero essere bigné finti) farciti con crema al limone, sul dorso del lievitato, a sua volta ripieno di crema e glassato con cioccolato al latte. Datemi un litro di acqua da bere, per favore.
3# Colomba Foresta nera (Sal de Riso)
La colomba classica è sublime. La torta Foresta nera anche. Entrambe sono ricette tradizionali pazzesche. Ma siamo sicuri che, unirle, sia una buona idea nonostante si parli di colomba artigianale? O meglio: magari è buona, ma non furba. Il rischio è che il risultato sia pesante, stucchevole, asciutto. E che la colomba, arrivata a casa, risulti un mappazzone. Dopotutto Sal, che nei lievitati classici è pressoché insuperabile (tanto da essersi classificato primo, per Dissapore per il suo panettone artigianale, a Natale 2019), non è altrettanto ineccepibile nelle versioni creative, spesso troppo pacioccate.
Aspettiamo il Pandoro alla red velvet.
2# Colomba Lemondoro (Balocco)
15 punti alla Balocco! Medaglia d’argento a questa colomba uscita direttamente dal set di Harry Potter : la Lemondoro mi fa morire dal ridere, per il nome più che per la farcitura, che alla fine è semplice crema al limone. Potrebbe essere molto fresca e buona, con i limoni di Sicilia e credo zucchero a velo in superficie… ma dai, con questo nome non può che essere degna regina del trash.
1# Colombino l’Agnellino (Maina)
Il “colombino agnellino” è il prodotto più bello e inquietante che abbia mai visto su uno scaffale. Una creatura mitologica, una colomba con vello di agnello al posto delle piume. Dalla forma, non sembra né l’una né l’altro, eppure il packaging esprime tutta l’allure del lusso da grande distribuzione organizzata.
Abbiamo un vincitore.