Il cioccolato di Modica, lucido alla vista, granuloso e profumato, con percentuali elevatissime di cacao (60% minimo!), di inarrivabile sapore, quasi l’archetipo di ogni cioccolato, è rappresentato da un Consorzio di tutela e degli ottimi produttori – nella rosa dei favoriti Antica Dolceria Bonajuto, Di Lorenzo, il Caffè dell’Arte, il Rosy Bar, Don Puglisi e il Caffè Adamo.
Prodotto unico, storico, affascinante, “di culto”, come lo ha definito Franco Ruta, titolare dell’Antica Dolceria Bonajuto (tra i promotori del Consorzio, ma uscito nel 2005), viene giustamente presentato come un’attrazione turistica, una vera eccellenza.
Ah, ovviamente anche da Lidl.
Cosa c’entra il discount che ha creato una linea di alimenti premium, il cui slogan recita “lusso per tutti” con il cioccolato di Modica?
Non contento di ospitarlo tra i suoi scaffali lo ha messo in offerta speciale: tavolette da 100 grammi, a 1 euro e 49.
Apriti cielo.
Amministratori, artigiani e produttori sono insorti contro la catena di discount, in grado di vendere le tavolette di cioccolato modicano a cinquanta centesimi in meno rispetto agli altri supermercati.
Quelle tavolette che negli aeroporti, in alcuni ristoranti, o nei negozi di specialità alimentari sfiorano anche i 4 euro.
Ora, come ha scritto Marisa Fumagalli sul Corriere “è in corso l’iter per far ottenere al cioccolato di Modica il marchio europeo Igp (Identificazione Geografica Protetta) e, va da sé, le operazioni di “svendita” del prodotto appaiono in contraddizione”.
Peccato che la trafila per il riconoscimento, iniziata dal Consorzio di tutela e dalla Camera di commercio locale 10 anni fa, non abbia ancora portato i risultati sperati nonostante i tanti annunci.
Di contro, Lidl è sul mercato, e se riesce a vendere a prezzi concorrenziali un prodotto che rispetta i criteri di produzione, per quanto in una confezione non proprio elegante, non si capisce bene dove sia lo scandalo.
Meglio farebbe il Consorzio a non consentire che, come nel caso del marchio Italiamo per Lidl, il cioccolato di Modica venga prodotto a Viterbo e solo impacchettato a Frigintini (Ragusa), quindi smerciato da aziende che con il territorio ibleo non hanno nulla a che spartire.
Il rischio è, se non di svendere l’immagine del cioccolato di Modica, con annesso flusso di visitatori praticamente ininterrotto, di svalutarne prestigio e considerazione.
E questo, non c’è Consorzio, Camera di commercio o amministratore che se lo possa permettere.
[crediti | link: Corriere di Ragusa, Corriere della Sera]