È tutt’altro che patriottico, ma è decisamente tricolore. Si tratta del logo assegnato a un protocollo chiamato trimestre anti-inflazione la cui durata è prevista dal 1 ottobre al 31 dicembre 2023. A volerlo, e a firmarlo, la premier Giorgia Meloni, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che hanno identificato questa operazione, volta a calmierare le spese degli italiani, con un carrello tricolore.
Ora, carrello o trimestre tricolore che lo si voglia chiamare, gli italiani si troveranno alle prese con l’ennesimo bollino da imparare a conoscere, di cui sapere l’esistenza (in primis) e di cui comprendere il significato (nel riconoscere il mare di marchi di qualità per prodotti agroalimentari italiani c’è già sicuramente chi naufraga facilmente). Le aziende che aderiranno all’iniziativa saranno riconoscibili con un’apposita vetrofania in cui il carrello, realizzato con i colori della bandiera italiana voluto dal Governo, farà capolino al fianco della scritta “Trimestre anti-inflazione” e queste potranno anche utilizzarlo sui loro mezzi di comunicazione al pubblico. Vediamo come funziona e chi ha aderito al progetto.
Trimestre anti-inflazione
La durata è di tre mesi (1 ottobre- 31 dicembre) anche se il premier Giorgia Meloni ha annunciato che, se questi tre mesi di sperimentazione volti a calmierare i prezzi dei prodotti di largo consumo dessero buoni risultati, l’iniziativa potrebbe essere prolungata. Il protocollo dunque parla chiaro: contenere i prezzi, tutelare il potere di acquisto dei consumatori e contrastare l’inflazione galoppante con cui stiamo, ormai da mesi, convivendo. I prodotti coinvolti sono quelli di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo come pane, latte, uova e farina, prodotti per la cura della persona e per l’infanzia.
Le imprese che aderiscono si impegnano dunque a offrire una selezione di articoli a prezzi contenuti che non dovranno essere aumentati nel trimestre tricolore. E qui entriamo nel merito della questione. In che modo possono essere calmierati i prezzi? La libertà di azione consente di scegliere tra prezzi fissi, promozioni, iniziative mirate a private label (ossia su prodotti a marchio del distributore) o carrelli a prezzo unico o scontato. La scelta di cosa scontare, di quanto e se appunto proporlo a prezzo fisso o meno è però a discrezione di ogni esercizio e non mancano già le prime lamentele: le principali insegne della Gdo hanno optato infatti per i prezzi fissi. Questo vuol dire che nei prossimi tre mesi questi prodotti non subiranno variazioni di prezzo anche nel caso in cui, però, le condizioni favorissero una diminuzione di listino. Altro dato poco limpido: a un giorno dall’entrata in vigore del carrello tricolore pare che, secondo il Codacons, gli unici prodotti inseriti nei panieri di supermercati e ipermercati siano quelli a marchio privato della grande distribuzione, vale a dire che non si trovano in questa promozione marchi alimentari più noti al grande pubblico.
Chi ha aderito
A questo patto tra governo, produttori e distributori per contenere i prezzi hanno aderito, al momento, 32 associazioni e oltre 23 mila punti vendita in tutta Italia.
Un elenco in continuo aggiornamento, che chiaramente annovera le grandi insegne della Gdo come la Coop che sconta del 10% oltre 200 prodotti di largo consumo a proprio marchio a cui se ne aggiungono altri 1000 a marchio diverso e con prezzi bloccati fino a fine anno. Esselunga lavora invece con i prodotti della linea “Smart”: 40 a meno di 40 euro a prezzi bloccati e, dal 9 ottobre a fine iniziativa, aggiunge uno sconto del 20% su una selezione a proprio marchio.
Carrefour propone un carrello di 30 prodotti di prima necessità a 30 euro, oltre a 700 di marca privata e a più di 200 a marchio Simpl a prezzo bloccato, mentre Conad ne segnala 600 a prezzi calmierati e Tigre e Lidl sono pronti a comporre un carrello di prodotti bloccati a 20 euro.
Anche i singoli produttori stanno pensando di aderire direttamente all’iniziativa: Barilla, Nestlé, Mutti, Lavazza, Ferrero ritengono possibile diminuire o congelare i prezzi di pasta, pomodoro, caffè, cioccolato, latte e derivati. Infine, tra le associazioni che hanno aderito, ci sono anche Confcommercio, Confimprese, Confcooperative, Federfarma, Farmacie Unite, AssoFarm, Federalimentare, Cna Nazionale, Confartigianato, Coldiretti, Confagricoltura e Cia- Agricoltori Italiani.
I prodotti più scontati
Sono quelli confezionati i prodotti che maggiormente verranno coinvolti da questa iniziativa. I beni a marchio delle insegne della Gdo in primis, quindi pasta, biscotti e detersivi. Sarà più difficile la scontistica legata ai cibi freschi come frutta e verdura magari protagoniste di promozioni settimanali o linee di convenienza dei singoli supermercati. E se caffè, dolci e cioccolato potrebbero vedere ribassi alla fonte, direttamente dalle case produttrici, i prezzi di alcolici e bevande gassate avranno incrementi tra il 4 e il 6%.