Vi parlerò di caffè in capsula, ma senza alcun riferimento a George Clooney perché so che apprezzerete lo sforzo, cari lettori di Dissapore. Dirò, piuttosto, di come queste benedette capsule abbiano terremotato il mercato del caffè mettendo in discussione la magia di quello preparato con la moka, momento domestico sacrificato alla fregola di raggiungere nelle nostre abitazioni il livello del caffè preso al bar.
I numeri parlano chiaro: dal 2011 al 2016 il numero di famiglie che impiega le capsule è più che raddoppiato, passando da 1,5 a 3,6 milioni, con record dei consumi tra le famiglie under 35. Nonostante qualche problema di smaltimento della capsule.
Comodità, tecnologia, semplicità d’uso e marketing sono le chiavi del successo, a dispetto dei prezzi molto alti, specie se paragonati alla comune polvere per Moka.
Infatti, se sulla classica miscela domestica siamo intorno ai 15 euro al chilo, la gamma di prezzi delle capsule oscilla tra i 40 e gli 80 euro. Motivo in più per comprare a ragion veduta, magari utilizzando la Prova d’Assaggio di Dissapore.
Ci siamo orientati sulle cinque marche più diffuse. Per ciascuna abbiamo scelto una miscela “base” e il cosiddetto “top di gamma”. Ogni contendente ha ottenuto un voto finale dato dalla somma delle due degustazioni.
Nota tecnica, se così si può dire: la macchina impiegata per preparare i caffè è Nespresso, salvo in un caso. Ma vi spiegheremo dopo il perché.
PELLINI TOP
Arabica 100%
Il Cambridge Dictionary, nientemeno, spiega che “entry level” sta a indicare “la versione più economica o semplice di un particolare prodotto o servizio“.
Pellini Top –non poteva essere altrimenti visto il nome– parte con un prodotto ambizioso: miscela 100% arabica, prezzo al pubblico di circa 72 euro al chilo. Ma il colore della capsula è rossa, e fateci caso, nel commercio del caffè il colore rosso viene spesso associato al prodotto base.
Schiuma molto persistente, quasi una crema. Acidità contenuta, tostatura elegante al naso. Peccato che il sapore sia abbastanza piatto, il corpo poco morbido e poco sciropposo, il retrogusto pressoché inesistente. Sulla confezione leggo la scritta “espresso” e un po’ rimpiango quello della moka, fatto con lo stesso Pellini Top ma in polvere.
VOTO: 6
Prezzo: 3.60 euro (un caffè: 36 centesimi)
Supremo
Il caffè più costoso intercettato tra gli scaffali del supermercato, costa quasi la metà di un caffè al banco del bar (in alcune zone d’Italia si vende ancora a 80 centesimi). Scrigno elegantissimo con capsula grigio antracite, casomai il nome della miscela non rendesse abbastanza l’idea.
Se per “corpo” intendiamo il senso di cremosità che olii e zuccheri del caffè creano in bocca, Supremo ne ha da vendere, in mezzo a un generale e deludente effetto slavato, che sembra quasi una peculiarità del caffè in capsula. Molto complesso, al naso esprime l’acidità del ribes rosso e il fruttato denso delle noci dell’Amazzonia.
Curiosità: Pellini Top realizza anche una miscela per capsule in versione bio, che non abbiamo inserito nella Prova d’assaggio per rendere la sfida equa. Non tutti i contendenti si sono dati al biologico, almeno per ora. Ad ogni modo, ci è capitato di trovarla al Lidl.
Prezzo: 3,89 euro (un caffè: 39 centesimi)
VOTO: 8.5 | TOTALE PELLINI TOP: 14.5
KIMBO
Napoli
La miscela rossa Kimbo, in formato capsula, ci ha dato una certa soddisfazione. Mescolando arabica e robusta riesce a evidenziare un discreto corpo, senza peccare di astringenza, l’attrito tra lingua e palato causato dalle sostanze legnose del caffè.
Intenso, per la percentuale di robusta (non specificata), rilascia al naso un profumino che ricorda un biscotto integrale particolarmente grezzo. C’è anche una nota di pomodoro, certamente dovuta all’arabica.
La torrefazione di Napoli sceglie per i pacchetti di capsule una confezione molto elegante.
Prezzo: 3, 49 euro (un caffè: 35 centesimi)
VOTO: 7.5
Armonia
Il copione per vendere le diverse miscele di caffè è abbastanza prevedibile. Se c’è di mezzo la varietà robusta le parole d’ordine sono densità e carattere. Per una 100% arabica si punta invece su eleganza e equilibrio dei sapori, spesso associate a colori cangianti.
In questo caso si parla di “Armonia” colore oro su sfondo nero. 100% arabica, con un aroma floreale davvero molto piacevole a tratti associabile all’erba appena tagliata. Sempre tra gli aromi, una lieve buccia di pomodoro e una nota di pane appena sfornato.
Menzione d’onore alla schiuma, che tra dolcezza e tostatura ricorda lo zucchero di canna. Persistenza modesta, ahimè.
Prezzo: 3,49 euro (un caffè: 35 centesimi)
VOTO: 7.7 | TOTALE KIMBO: 15.2
VERGNANO
Cremoso
Okay, lo vedete da voi, la confezione non spicca per buongusto, ma sul sapore Vergnano si conferma una garanzia.
Dentro la scatola, le capsule sono confezionate separatamente per conservare gli aromi. Conterà? Sarà solo suggestione? Sta di fatto che la complessità aromatica è il punto di forza del caffè: si va dallo speziato del pepe ai gusci di frutta secca tipo nocciola. Poi un lieve legnoso che dà sulla vaniglia e la nota di acidità che non guasta mai. Che poi è l’effetto che una miscela riuscita di robusta e arabica dovrebbe sortire.
Corpo morbido, schiuma persistente e finale amaro che non stona.
Prezzo: 3,49 euro (un caffè: 35 centesimi)
VOTO: 8
Arabica
Sulla faccenda conservazione degli aromi Vergnano è davvero zelante. Cambia addirittura il coperchio della capsula: di carta per la precedente miscela Cremoso, in plastica per questa “Arabica”. Dove Arabica è un nome di fantasia, visto che, riferisce la confezione, nella ricetta c’è un “pizzico di Robusta”.
Niente di male; anzi, la nota di legno che si percepisce arrotonda il quadro aromatico. Ma giocando con i nomi si rischia di creare confusione nei consumatori.
Rispetto al “Cremoso” il cappello di schiuma, ora di color caramello, è molto meno denso. Si fa largo il profumo floreale, aumentano l’acidità –fin troppo, a voler essere pignoli–, e la persistenza. A scapito del corpo, però.
Prezzo: 3,49 euro al chilo (un caffè: 35 centesimi)
VOTO: 7.8 | TOTALE VERGNANO: 15.8
LAVAZZA
Qualità rossa
No, non ci siamo sbagliati. La capsula è diversa perché fatta per la macchina “Lavazza A Modo Mio” che l’azienda torinese realizza apposta per i propri caffè. In nome della coerenza, non potevamo non inserire Qualità rossa, capsula “entry level” di Lavazza, anche se disponibile solo in questo formato.
Quindi abbiamo acceso l’altra macchina, quella che non è Nespresso (ce ne sono anche altre, ma le due citate sono le più diffuse), con questo risultato: una schiuma vagamente fulva, non molto persistente e un aroma di legno lampante. Il finale amaro è astringente, di lunga persistenza. Il corpo è piacevolmente rotondo e cremoso.
Prezzo: 5,99 euro (un caffè: 37 centesimi)
VOTO: 6.5
Carte Noire – Intense
Siete stupiti? Perché noi sì, lo siamo.
Nella gigantesca proposta di capsule Lavazza c’è anche questo marchio, in apparenza anonimo per quanto visibilmente lussuoso. La “Luigi Lavazza S.p.a.” sta nei titoli di coda, sul retro della sontuosa confezione, per chissà quale motivo forse legato a faccende di marketing: dopotutto queste capsule sono fatte per gli apparecchi di Nespresso, rivale di Lavazza.
Sta di fatto che Carte Noire “Selection exclusive”, nella versione “Intense”, neanche esageratamente costosa, batte tutti.
100% arabica, sfoggia un tripudio di frutti rossi e la dolcezza conturbante del miele di castagno, che sommata a una tostatura delicata e ai sentori di frutta secca associano i profumi al ricordo del torrone.
Prezzo: 3,39 euro (un caffè: 34 centesimi)
VOTO: 9.5 | TOTALE LAVAZZA: 16.5
NESPRESSO
Ristretto
Premessa: non entrate in un negozio Nespresso a inizio mese, o comunque quando nella vostra disponibilità c’è ancora l’intero stipendio. Vi pensate insensibili a certi richiami? Ricredetevi, il vostro libero arbitrio sarà messo a dura prova da una gamma di caffè ineguagliabile, dalla leziosità di certi commessi, dai caffè che offrono.
Nestlé incapsula quattro caffè monorigine, altrettanti decaffeinati e tiene in catalogo quattordici classici, tra espressi e “caffè lunghi”, senza farsi mancare le edizioni limitate. Capirete, ne sono certa, la difficoltà di selezionare due miscele per questa Prova d’assaggio.
Partiamo con un evergreen, Ristretto, miscela tra arabica (sudamericana e dell’Africa orientale, ci tengono a specificare) e robusta, prodotto d’attacco del marchio. Voialtri state pensando che la confezione sia tamarra ma non lo state dicendo, va bene, lo faccio io.
Tuttavia, la schiuma ha una densità agli altri contendenti sconosciuta, il corpo di questo caffè si ricorda a lungo e la nota amara, per quanto ingentilita da aromi dolci, è molto marcata. L’effetto è quello del cioccolato fondente con oltre l’85% di cacao, per intendersi. Da un prodotto simile era lecito aspettarsi una persistenza maggiore.
Prezzo: 3,70 euro (un caffé: 37 centesimi)
VOTO: 9,7
Dharkan
Saliamo di prezzo con un arabica al 100% proveniente da America Latina e Asia. Nata come edizione limitata, questa miscela è stata inserita in catalogo al pari delle altre. Evidentemente è piaciuta parecchio.
La sua caratteristica peculiare in bocca è di risultare molto tostato, al punto da appiattire il ventaglio aromatico che si era prospettato. La nota acida tipica dell’arabica è quasi assente al naso, ma risulta lampante nel retrogusto, molto persistente.
Evabbè, ci aspettavamo di meglio.
Prezzo: 4,3 euro (un caffé: 43 centesimi)
VOTO: 7 | TOTALE NESPRESSO: 16,7