La legge marziale imposta da mia madre non ha mai contemplato la frase “non lo mangio”, per lei l’idea di prole onnivora era da prendersi alla lettera.
Crescendo ho imparato ad apprezzare il suo spirito militaresco che mi ha aperto mente e fauci, chiamatelo come volete, scetticismo innato o rifiuto atavico, ma mi sarei persa diverse cose buone.
Per esempio: un bell’hamburger fatto di di larve della farina voi lo mangereste? Non prendetemi per matta, afferma uno studio recente che il 47% degli italiani si dichiara pronto all’avventura degli insetti nel piatto.
I burger a base d’insetti in arrivo nei supermercati Coop della Svizzera.
Come vi abbiamo già detto, dallo scorso 21 di agosto nei supermercati Coop della Svizzera sono in vendita burger e polpette con qualcosa di raccapricciante. La scritta nella confezione avverte i distratti, mentre la retro-etichetta spiattella nero su bianco la parte più indigesta: gli ingredienti.
Larve della farina (Tenebrio molitor) (EU/SUISSE) 31%, riso, verdure (carote, sedano, porro), uova (allevate a terra [Suisse]), scorza di limone, olio di girasole, cipolla, farina di grano, sale, paprika, origano, aglio, pepe, peperoncino.
Letta l’etichetta mi sono fatta delle domande, nell’ordine:
1. “Il tenebrio molitor non suona come una cosa spaventosa?” (Segue ricerca delle immagini su Google per farsi coscientemente del male);
2. “Ma le camole hanno gli occhi?” – Gli animali non dotati di bulbi oculari mi fanno un po’ orrore, anzi parecchio;
3. “Vegeteriani e vegani come si comportano?” – Sono animali anche le larve di camola ma non mangiarli per questioni etiche sembra più una cosa da obiettori di coscienza;
4. “E se poi mi viene da vomitare?” – L’idea di farlo assaggiare a un compagno di degustazione che non sappia cosa sta mangiando nasce da qui. Lo so, sono una persona orribile, ma mi serve qualcuno che lo faccia per la scienza, anche inconsapevolmente.
Eravamo rimasti alla Coop di Lugano: la Svizzera non è conosciuta come un Paese “a portata di portafoglio”, ma non mi sarei aspettata di spendere 8,95 franchi (al cambio di oggi circa 8 euro) per due burger da 85 grammi ciascuno.
Una voce dentro mi dice che DEVO. L’uomo Coop in corsia guarda stupito, poi leggo nei suoi occhi un pizzico di incoraggiamento. Mi saluta dicendo “auguri”.
Tre minuti in padella, prima da un lato e poi dall’altro: le sole informazioni sulla cottura presenti nella confezione sono queste, e io le eseguo. No, ve lo giuro: le camole non si vedono, l’impasto è piuttosto omogeneo e Essento, la startup di Zurigo che produce cibo a base di insetti, si guarda bene dal renderli riconoscibili.
Alzi la mano chi sa che sapore ha una larva della farina. Il burger è talmente speziato e piccante che paprika e peperoncino uccidono il resto: il sapore somiglia ad altri surrogati di carne come soia o seitan, privi di sapore riconoscibile se non quello degli ingredienti accessori.
La consistenza, altro fattore potenzialmente horror, è farlocca: il burger, senza un’anima compatta, si sgretola in piccoli pezzi. Noto i chicchi di riso, ma nel complesso sembra di mangiare una torta sbrisolona ma molto meno crunchy.
Nel frattempo l’inconsapevole compagno di degustazione chiacchiera mangiando tutto senza particolare entusiasmo. Condisco il mio senso di colpa nei suoi confronti intervallando la conversazione con molti “ti piace?”, “è buono?”, a cui risponde con poca convinzione: “abbastanza, certo è un po’ piccante”.
A fine cena cedo e confesso senza dire nulla, faccio semplicemente vedere la confezione.
Reazioni in ordine cronologico:
1. “A parte qualche volta in motorino per sbaglio, non avevo mai mangiato insetti”;
2. Segue ricerca delle immagini su Google per farsi coscientemente del male, secondo episodio;
3. “Si sentiva solo il peperoncino”;
4. Dopo l’ostentata nonchalance scatta la reazione da film horror: toccarsi lo stomaco insistentemente chiedendosi “si riprodurranno qui dentro?”;
5. Digestione avvenuta correttamente e senza problema alcuno
Dicono che gli insetti siano il futuro della cucina, contengono proteine (oltre a vitamine, minerali e grassi insaturi) e l’allevamento è particolarmente sostenibile. Diversamente da quelli di altri animali richiede poca acqua e produce quantità minime di gas serra.
Okay, tutto bellissimo.
Avessero avuto un sapore sarebbero stati perfetti. O forse, non lo voglio sapere che sapore hanno.