Quante birre italiane ci sono al supermercato? Cominciamo dicendo che, se parliamo di marchi italiani al 100% – imprese italiane, che producono in Italia con ingredienti coltivati nello Stivale – si contano sulle dita di mezza mano: sono infatti pochissimi, e figli di progetti ancora sperimentali o di agricoltura autarchica estrema su scala infinitesimale, i marchi che possono vantare la produzione con solo malto da cereali italiani e soli luppoli coltivati in Italia.
Perché? Negli anni l’agricoltura italiana semplicemente non ha trovato la necessità o l’opportunità di produrre e trasformare materie prime per la birrificazione, vuoi per difficoltà tecnologiche, vuoi per la domanda relativamente scarsa e l’elevata competitività qualitativa e di prezzo degli ingredienti da Paesi di tradizione più consolidata, e più alto consumo.
La questione “birra agricola italiana” è comunque protagonista di una crescente ondata di popolarità, e non è escluso che tra qualche anno, se non addirittura qualche mese, si potrà parlare di birre prodotte non solo da imprese italiane in stabilimenti presenti sul suolo nazionale, ma anche da ingredienti completamente italiani; stilando un elenco che consti di qualcosa di più che solo due o tre nomi.
Chiarito ciò, ci concentreremo adesso sugli altri due aspetti della questione: di tutti i marchi di birra industriale, quelli che troviamo abitualmente al supermercato e percepiamo come italiani, quanti lo sono veramente? Quanti cioè producono in Italia, e soprattutto, di questi, quanti sono di proprietà italiana?
Se tutti o quasi i brand storici nati nel nostro Paese continuano a produrre in stabilimenti italiani, diversa è la questione della titolarità delle aziende: moltissimi marchi sono infatti stati acquisiti negli anni da multinazionali estere.
Vedremo adesso quali, e come spesso dietro sbandierate identità nazionali se non addirittura regionali si celino società per azioni battenti bandiera danese, olandese o sudafricana.
Ecco i marchi di birra industriali più diffusi al supermercato, per ciascuno vi indichiamo se sono italiani (al netto dell’italian sounding), qual è la loro sede e forma societaria, il nome e la storia dell’azienda.
Castello
Nome azienda: Birra Castello S.p.A.
Forma societaria: società per azioni
Sede: San Giorgio di Nogaro (UD)
Storia della società: Nel 1997, Heineken (Olanda), accusata dall’Antitrust di tenere una posizione dominante sul mercato italiano, è costretta a rinunciare alla proprietà degli stabilimenti Moretti di San Giorgio di Nogaro. Questi ultimi verranno rilevati da una società appositamente costituita: per l’appunto, Birra Castello.
Proprietà italiana: SÌ
Birra Del Borgo
Nome azienda: Birra del Borgo srl
Forma societaria: società controllata
Sede: Borgorose (RI)
Storia della società: Fondata nel 2005, è a lungo stata realtà rappresentativa del mondo della birra indipendente e artigianale in Italia. È stata acquisita nel 2016 dalla multinazionale AB-InBev (Belgio), primo gruppo birrario, per quantità, al mondo. È reperibile in GDO con il marchio “Lisa” e altri.
Proprietà italiana: NO
Dreher
Nome azienda: Heineken Italia S.p.A.
Forma societaria: società controllata
Sede: Pollein (AO)
Storia della società: Franz Anton Dreher, birraio, fondò la sua prima fabbrica nel 1774 a Vienna. Da allora, un’eredità lunga diverse generazioni diede vita ad una serie di “succursali” sparse per l’allora impero austro-ungarico; che toccherà, nel 1870, la città di Trieste. Più di un secolo dopo, e per l’esattezza nel 1974, il marchio ormai a tutti gli effetti triestino sarà acquisito da Heineken (Olanda).
Proprietà italiana: NO
Forst
Nome azienda: Forst S.p.A.
Forma societaria: società per azioni
Sede: Lagundo (BZ)
Storia della società: Fondata nel 1857 a Foresta, frazione di Lagundo, da due birrai meranesi; viene rilevata sei anni dopo da Josef Fuchs, capostipite della famiglia ancora oggi a capo dell’azienda.
Proprietà italiana: SÌ
Ichnusa
Nome azienda: Heineken Italia S.p.A.
Forma societaria: società controllata
Sede: Assemini (CA)
Storia della società: Marchio fondato nel 1912 a Cagliari, si trasferisce ad Assemini a partire dal 1963 e definitivamente nel 1967. Nel 1986 viene acquisita al 100% da Heineken (Olanda).
Proprietà italiana: N
Menabrea
Nome azienda: Birra Menabrea S.p.A.
Forma societaria: società controllata
Sede: Biella
Storia della società: Fondata a Biella nel 1946, l’azienda assume denominazione corrente solo nel 1872, quando sarà acquistata da Giuseppe Menabrea, che alla sua morte la lascerà in eredità ai generi Augusto Antoniotti ed Emilio Thedy. Sarà la famiglia Thedy a controllare il marchio fino al 1991, anno in cui l’azienda sarà acquisita dal gruppo Forst.
Proprietà italiana: SÌ
Messina
Nome azienda: Heineken Italia S.p.A.
Forma societaria: società controllata
Sede: Massafra (TA)
Storia della società: La fabbrica venne fondata nel 1923 a Messina dalla famiglia Lo Presti-Faranda, che ne commercializzavano il prodotto col nome “Birra Trinacria”. Sarà acquisito nel 1988 dal gruppo Dreher, a sua volta di proprietà di Heineken; che ne sposterà gradualmente la produzione dalla Sicilia a Massafra fino a chiudere del tutto gli stabilimenti messinesi nel 2007.
Proprietà italiana: NO
Morena
Nome azienda: Birra Lucana S.r.L.
Forma societaria: società a responsabilità limitata
Sede: Balvano (PZ)
Storia della società: Stabilimento fondato negli anni Ottanta e facente parte del gruppo Prinz Bräu, viene acquisito unitamente a quest’ultimo dal gruppo Birra Moretti. Moretti sarà quindi acquisita da John Labatt (Canada) che passerà a sua volta prima alla multinazionale belga Interbrew (una delle molteplici anime che confluiranno nel colosso ABInBev), poi ad Heineken. Birra Morena sarà però riacquistata e riconvertita in impresa familiare, nel 1999, dalla famiglia Tarricone.
Proprietà italiana: SÌ
Moretti
Nome azienda: Heineken Italia S.p.A.
Forma societaria: società controllata
Sede: Pollein (AO)
Storia della società: Fondata ad Udine nel 1859, la “Fabbrica di birra e ghiaccio” di Luigi Moretti rimase italiana fino al 1989, passando poi a John Labatt, Interbrew, Heineken. Fu quest’ultima a chiudere gli stabilimenti udinesi spostando la produzione a San Giorgio di Nogaro: indagata dall’antitrust, dovette però dismetterli. Vennero acquistati da una nuova società appositamente costituita, della quale abbiamo già parlato: birra Castello S.p.A.
Proprietà italiana: NO
Nastro Azzurro
Nome azienda: Birra Peroni S.r.l.
Forma societaria: società controllata
Sede: Roma
Storia della società: Marchio prodotto da Peroni a partire dal 1963 come linea “premium”, ispirata dal transatlantico italiano Rex che nel 1933 aveva conseguito il premio Blue Ribbon (record di velocità media nell’attraversamento dell’Atlantico). Come la casa madre, è negli anni passata di mano a Danone, SABMiller, AB-InBev ed infine Asahi.
Proprietà italiana: NO
Pedavena
Nome azienda: Birra Castello S.p.A
Forma societaria: società per azioni
Sede:San Giorgio di Nogaro (UD)
Storia della società: Società fondata nel 1897 dai fratelli Luciani a Pedavena (BL), viene acquistata nel 1974 da Heineken (Olanda), che nel 2004 ne decide la chiusura. Una massiccia mobilitazione di lavoratori, sindacati e testimonial coincide con l’interessamento nel caso Pedavena di Birra Castello S.p.A., che nel 2006 acquista il marchio da Heineken decretando la riapertura dello stabilimento originale.
Proprietà italiana: SÌ
Peroni
Nome azienda: Birra Peroni S.r.l.
Forma societaria: società controllata
Sede: Roma
Storia della società: Partecipata dal Gruppo Danone (Francia) sin dal 1988, è stata acquisita da SABMiller (Regno Unito-Sudafrica) nel 2003. Nel 2016 SABMiller, ai tempi secondo produttore mondiale, viene acquisita dalla “capolista” Anheuser-Busch-InBev (Belgio-USA); che per evitare problemi di concorrenza con l’antitrust vende la famiglia Peroni al gruppo giapponese Asahi.
Proprietà italiana: NO
Raffo
Nome azienda: Birra Peroni S.r.l.
Forma societaria: società controllata
Sede: Roma
Storia della società: Fondato a Taranto da Vitantonio Raffo nel 1919, il marchio Raffo viene acquisito nel 1961 da Peroni seguendone da allora le vicende di cessione. È attualmente di proprietà, come tutto il gruppo Peroni, di Asahi (Giappone).
Proprietà italiana: NO
Poretti
Nome azienda: Carlsberg Italia S.p.A.
Forma societaria: società controllata
Sede: Induno Olona (VA)
Storia della società: Birrificio fondato da Angelo Poretti nel 1877 ad Induno Olona, è società per azioni dal 1922. Acquisito nel 1939 dalla famiglia Bassetti di Chiavenna, già produttrice del marchio Spluga/Splügen, conosce alterne fortune fino ad affrontare una profonda crisi nel 1973.
Nel 1975 stringe un accordo con il gruppo danese United Breweries, che a breve cambierà denominazione in Carlsberg Breweries, per la commercializzazione italiana dei marchi Carlsberg e Tuborg. Carlsberg Breweries acquisirà il 50% di Poretti nel 1982, un ulteriore 25% nel 1998 (è in seguito a questo aumento di quote che l’azienda cambierà denominazione in Carslberg Italia), il restante e ultimo quarto della proprietà nel 2002.
Proprietà italiana: NO
Wührer
Nome azienda: Birra Peroni S.r.l.
Forma societaria: società controllata
Sede: Roma
Storia della società: Fondata nel 1829 a Brescia da Franz Xaver Wührer, è tra le più antiche fabbriche di birra inaugurate in Italia. Nel 1981 Danone (Francia) ne acquista il 30%, le quote societarie resteranno però in maggioranza in mano alla famiglia Wührer fino al 1988, anno in cui Danone rileva la totalità dell’azienda fondendola con Birra Peroni. Da allora il marchio fa parte del portfolio Peroni e ne ha seguito le vicissitudini commerciali, risultando attualmente di proprietà del gruppo Asahi (Giappone).
Proprietà italiana: NO